Immigrazione, dignità e sicurezza
Redazione – Un giovane ragazzo è stato assassinato a Torino. L’assassino si è consegnato nelle mani della polizia, perché non aveva luogo in cui andare. Ragione dell’omicidio: ammazzare una persona felice. Non solo. Ammazzare un italiano, per vendetta contro la propria infelicità. A confessare l’omicidio un ragazzo marocchino di 27 anni. Dopo la perdita del lavoro e l’abbandono da parte della sua famiglia è precipitato nella disperazione.
Immediatamente un signore, che fa lo psichiatra, come riporta oggi La Stampa, dà la colpa alle parole d’odio dei politici. Come? Uno vuole ammazzare un ragazzo, perché italiano e perché felice, con lo scopo di suscitare scalpore e sarebbe colpa delle parole usate dai politici? Cioè di quei politici, che dicono che l’immigrazione è gestita in maniera sbagliata?
No, caro signore. Il problema non è di quei politici, che vogliono dire alcune cose. I servizi vanno garantiti, prima di tutto, ai cittadini, poiché pagano le tasse. Chi può negare, che ci siano cittadini in stato precario o di miseria, che raramente hanno ricevuto aiuti e che ne avrebbero un serio bisogno? La disoccupazione avanza e già si fa fatica a garantire un lavoro ai nostri cittadini, che, infatti, emigrano. Chi lo potrebbe negare? Lo dicono chiaramente le statistiche. A qualcuno potrà mai sembrare dignitoso lo stato attuale, in cui persone, abbandonate a se stesse, bivaccano senza una idea di futuro nelle nostre città? Forse a quello psichiatra, che accusa i politici sbagliati.
Che ne direbbe, signor psichiatra, di spiegare agli altri politici, quelli dell’accoglienza buonista, ma senza alcuna pianificazione, regola o pensiero per il futuro di chi vorrebbe accogliere, che buttare un signore in mezzo alla strada senza un pensiero per il futuro è pericoloso, perché quella persona non starà affatto bene? Che ne direbbe di spiegare, al di là del noto business del traffico di esseri umani, che è umiliante accogliere delle persone, se, poi, le trattiamo da non-persone? Mica perché siamo particolarmente cattivi. No.
Il problema è un altro. I politici, che non sta accusando, sono quelli che, pensando agli affari propri, hanno consentito di non gestire l’immigrazione e di far vivere degli esseri umani come non-persone. Sono gli stessi, che continuano a cercare di difendere la loro stabilità (leggasi poltrona) non guardando come vivono i cittadini. I cittadini, ovviamente, se ne sono già accorti. Lo dicono i continui sondaggi sulle preferenze riguardanti i partiti e sull’astensione dal voto.
Ecco. Diciamolo in coro. Per il bene della sicurezza di tutti e per la dignità dell’essere umano, la scelta di quei politici, che implicitamente difenderebbe, è scellerata. Invece di gridare contro al politico sbagliato, sarebbe il caso di ripensare da capo al problema reale: la difesa della dignità della persona. Accogliere per poi farci un affare privato e, successivamente, abbandonare alla disperazione, non è un grande affare. Ci pensi.