IL PUNTO n. 715 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 715, di Marco Zacchera, del 12 aprile 2019.
IO STO CON I CARABINIERI
La vicenda di Stefano Cucchi è stata una pagina brutta e vergognosa, nulla giustifica la violenza compiuta ai danni di un cittadino da parte di uno o più carabinieri e non ci devono essere attenuanti per questo episodio di violenza per il quale tutti i responsabili vanno condannati. E’stato un episodio atroce ed indelebile che non va minimizzato, dimenticato e tantomeno nascosto. Ciò premesso, è però assurda ed inaccettabile la demagogia che si sta facendo da mesi e da anni su questo caso con relativa strumentalizzazione politica che ingiustamente vuole coinvolgere tutta l’Arma dei Carabinieri e che ha trovato una paladina nella sorella di Cucchi, Ilaria, annunciata prossima candidata del PD alle Europee. Forse non tutti hanno capito – tra l’altro – che quando Cucchi (un conclamato spacciatore di droga, ricordiamocelo) fu arrestato in flagranza di reato per l’ennesima volta, i suoi famigliari dissero che non volevano più avere nulla a che fare con lui, insultarono i carabinieri che li informavano dell’arresto, rifiutarono un avvocato di fiducia e in poche parole “scaricarono” il congiunto. Lo fece purtroppo anche la sorella Ilaria che infatti per anni gli vietò di vedere i nipoti e che non voleva avere più nessun contatto con lui, abbandonandolo, salvo diventare ora un personaggio mediatico quotidianamente invitato in salotti e in TV. Ricordiamoci che se in questo caso ci sono stati alcuni carabinieri indegni della loro divisa, ci sono però migliaia di donne e di uomini dell’ Arma che – nonostante gli insulti che ricevono ogni giorno – offrono la loro vita e la loro fatica (con una paga ben modesta) per proteggere, tutelare, aiutare quotidianamente l’intera comunità e questo facendolo sempre silenziosamente, ma con abnegazione e tenacia. Ecco perché mi sento comunque dalla loro parte e perché considero l’Arma dei Carabinieri uno dei pochi punti fermi di un’Italia alla deriva nell’anima prima ancora che economicamente, spesso senza punti di riferimento e quindi ancora più debole. Pochi simboli concreti come i Carabinieri rappresentano la Nazione, lo Stato, una comunità che si affida a loro con fiducia e ne viene ripagata con lealtà e con coraggio: generalizzare l’episodio di Cucchi è una sciocchezza, ma purtroppo questo è il messaggio che passa proprio a seguito di questa vicenda. Per il caso Cucchi si è girato perfino un film presentato e osannato al Festival di Venezia e diffusi migliaia di articoli e trasmissioni televisive,ma per centinaia di carabinieri caduti negli anni e per i sacrifici quotidiani delle loro famiglie non si commuove mai nessuno. Anche questo aspetto dovrebbe essere considerato.
IL “REDDITO”
Dobbiamo sempre avere pazienza con il nostro prossimo e per quando possibile aiutarlo, ciò non toglie che quando mi si avvicina il sig. A.B. provo spesso un sentimento di profonda scocciatura. L’interessato è noto infatti a Verbania e zona per aver sempre bighellonato in giro senza arte nè parte, afflitto da una cronica mancanza di voglia di lavorare o di volersi impegnare in qualsiasi cosa di utile che preveda un minimo di fatica. Di fatto, ha rifiutato anche ogni tipo di impiego in una locale cooperativa sociale che pur voleva aiutarlo e godendo di un alloggio (comunale) per il quale regolarmente non paga l’affitto nè – credo – le relative utenze domestiche. Un poveraccio, insomma, ma senza neppure un minimo di buona volontà, uno che preferisce vivere di elemosina e di lamenti, ma che quando si ritrova in tasca più di qualche euro state sicuri che li fa finire nelle macchinette mangiasoldi. Per questo quando – con la solita voce piagnucolosa e cantilenante – mi si è presentato in studio martedì mattina il mio primo pensiero è stato “Ancora!?” stupendomi che però oltre al solito “aiutino” mi chiedesse anche di fare alcune fotocopie dei suoi documenti. Stupito ho provveduto, chiedendogli poi a cosa gli servissero “Sa, adesso mi danno il reddito di cittadinanza…” mi ha spiegato. Mi sono cadute le braccia.
LIBERTA’ CINESI
Ricordate le proteste, assolutamente non violente, che nel 2016 si svolsero ad Hong Kong per il divieto a presentare candidati alle elezioni locali che non fossero diretta emanazione del partito comunista cinese, pur avendo preso precisi impegni di pluralismo da parte della Cina comunista al momento di inglobare l’ex colonia Britannica? Per questi “reati” il tribunale ha condannato a 7 anni di reclusione i dirigenti del movimento di quella che fu la “rivolta degli ombrelli” che venivano aperti quando la polizia apriva gli idranti per disperdere la folla. Certo, dal Medio Oriente alla Libia, dal Sudan al Venezuela questa settimana ci sono ben più drammatiche notizie di violenze, ma non è poco infliggere sette anni di galera a chi chiedeva solo un po’ di pluralismo nella “democratica” Cina, quella a cui tra mille inchini in Italia si aprono allegramente le porte con la “via della seta”!
RAI: DOVE COMANDA SEMPRE IL PD
Cambiano i governi ma non la RAI-TV, lottizzata ed infeudata dal PD che nonostante il suo ridotto successo elettorale mantiene una posizione di largo predominio. Lo conferma una fonte assolutamente neutra come l’osservatorio dell’Università di Pavia che da anni monitora i tempi assegnati dalla TV pubblica alle diverse forze politiche. Secondo l’osservatorio, nel mese di marzo il PD, da solo, ha avuto il 33 % dei tempi “politici” nei TG ovvero circa il doppio della sua consistenza elettorale. Non solo, il PD si è visto riservare vette del 45% (quarantacinque per cento!) nei tempi degli “ospiti” nelle trasmissioni di intrattenimento. E non contano in queste percentuale il taglio politico dei commenti alle notizie, sovente più importanti delle dichiarazioni dirette. Se è un Fazio ad intervistare – tanto per essere chiari – il tempo non è assegnato al PD, ma ovviamente conta il taglio politico del presentatore, il suo modo di porre le domande, l’interruzione o meno di chi parla se non è allineato con la sua posizione. Eppure tutti i conduttori filo-PD in Rai sono rimasti di fatto al loro posto pur con il cambiamento di governo. Lega e 5MS – insomma – si diano una mossa perché altrimenti rischiano di essere “digeriti” anche loro nel capace stomaco di mamma Rai.