IL PUNTO n.709 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 709, di Marco Zacchera, del 1 marzo 2019
6-0 ! MA NON E’ LA FINE DELLA PARTITA, ANZI…
Ha ragione Salvini sottolineando – dopo il voto in Sardegna – che sono ormai sei di fila le regioni passate da amministrazioni di centro-sinistra al centro-destra, chiaro indicatore di una ormai consolidata tendenza elettorale. Credo che Salvini dovrebbe però comunque riflettere sul fatto che – anche giocando a tennis – vincere nettamente un set non significa aver già vinto la partita. Il futuro è più che mai nelle sue mani con il rischio che – pur vincendo anche il secondo set alle europee – si ritrovi poi a gestire una situazione impossibile con alleati in piena crisi, ma soprattutto inaffidabili e a rischio di delegittimare la stessa Lega al governo. La crisi del M5S è evidente, ma logica: se non ci sono le basi per saper governare puoi resistere qualche mese riempiendoli di slogan, poi crolli.
Tra l’altro proprio in Sardegna i grillini hanno sperimentato sulla loro pelle che puntare tutto su alcuni temi (come il “reddito di cittadinanza”) serve a poco. Sull’ isola quasi il 50% dei giovani è ufficialmente senza lavoro e quindi quale terreno più fertile per sfondare sul reddito garantito? Eppure lo schianto pentastellato è stato bruciante. E’ allora un gioco di forza e di astuzia: Salvini deve tranquillizzare l’alleato, ma nello stesso tempo non può che prendere atto come sia più logica e naturale l’alleanza a destra. Certo, ci sono personaggi potenzialmente ingombranti (come Berlusconi che non si rassegna a ritirarsi e spera in una conversione leghista verso un’alleanza “naturale”) ma a medio termine lo stesso Matteo Salvini sa – a livello nazionale – di non poter resistere a lungo senza che l’alleanza a destra diventi una necessità. Il problema non è la Meloni con Fratelli d’Italia, ma proprio Forza Italia: con Di Maio Salvini ha gioco facile, lo surclassa e alla fine concede poco ottenendo molto, ma di tutto ha voglia il leader leghista tranne che sedersi di nuovo con i vari Berlusconi, Brunetta o Gelmini di turno impelagandosi in ragnatele infinite. Peccato perché un’alleanza basata su pochissimi punti e centrata soprattutto sull’economia avrebbe tutti i numeri e le occasioni per vincere facile. Il fatto nuovo rispetto al passato è che sarebbe proprio Salvini il leader della coalizione e – se si andasse presto a votare – avrebbe decisamente in mano il pallino per scegliersi buona parte dei potenziali eletti al Parlamento. La Sardegna ha infatti confermato il vero fatto nuovo a livello politico, che richiama direttamente il sistema elettorale (purtroppo) tuttora in vigore. La Lega non ha oggi infatti la possibilità di formare altre maggioranze di governo che stando con il M5S, perché il 4 marzo 2018 furono i grillini a vincere in buona parte dei collegi uninominali ma – proiettando il voto virtuale in Abruzzo e Sardegna sul piano nazionale – ecco che le roccaforti del M5S cadrebbero una ad una rovesciando la maggioranza degli eletti a favore di Lega & C. Conti alla mano, Salvini sa che può ancora tirare un poco la corda, ma non deve farlo troppo anche perché se i grillini si trincerassero su posizioni bloccate e preconcette (su TAV, grandi opere, reddito di cittadinanza ecc.) buona parte dello stesso potenziale elettorato di Salvini comincerebbe a spazientirsi in una situazione economica – vero nuvolone incombente ! – che si fa sempre più difficile.
REGIONALI: PIEMONTE A RISCHIO
Mentre si celebrano le vittorie legate al successo nelle ex regioni “rosse” ce n’è una dove la strada si fa in salita: IL PIEMONTE.
Si era parlato di candidare alla presidenza ALBERTO CIRIO, eurodeputato di Forza Italia ed ex assessore regionale, come espressione dell’intero dentro-destra, ma di rinvio in rinvio il tempo passa e non ci sono ancora certezze a 50 giorni dalla presentazione delle liste.
Cirio si è comportato bene sia in regione – dove fu assessore con Cota – che all’ Europarlamento ma non si può continuare a perder tempo. Aggiungiamoci le problematiche legate alla TAV ed ecco che il governatore Chiamparino (PD), dato per spacciato da mesi, rialza la testa e si appresta a giocare fino in fondo la partita. Vogliamo smetterla con l’autolesionismo?
EMERGENZA RAI
Se una volta di più la maggioranza degli italiani si esprime chiaramente con il centro-destra, si pone però con forza la questione della “governance” della RAI che prosegue ad essere faziosamente di sinistra, con la faccia tosta di SANTORO che addirittura sostiene il contrario. Non contano solo i minuti dei TG con le “quote” assegnate da sempre al governo ma soprattutto l’insieme del palinsesto, dei commenti, dei presentatori, delle rubriche, degli ospiti, delle interpretazioni dei fatti storici quasi tutti regolarmente letti “a senso unico”. Chi segue RAI NEWS 24 per esempio ne ha quotidiana conferma, chi vede RAI STORIA (appaltata a Paolo Mieli notte e giorno) può rendersene conto, ovviamente senza poi citare RAI 3 ma anche nelle stesse trasmissioni di intrattenimento, si guardi chi sono gli ospiti.. Ma perché FAZIO & C. possono continuare ad imperversare invitando chi credono (purchè “di sicura fede”) nell’auto-circuito dell’ “io invito te, tu inviti me, io ti faccio pubblicità – più o meno occulta – e tu mi restituisci il favore la prossima volta” ? Non dimentichiamoci le recenti giurie “politiche” di Sanremo. Per non parlare poi della RADIO spesso ancora più faziosa della TV, con commenti allucinanti regolarmente tutti (o quasi) di sinistra e con trasmissioni politicamente schierate in modo sfacciato dove se la suonano e se la cantano senza alcuna vergogna, impuniti e senza contraddittorio. Basta, basta per favore! Ma perché poi8 pagare un canone per essere trattati così?
ALBERI FASCISTI
A Roma basta che tiri un po’ di vento e arriva l’emergenza alberi che – non potati – si schiantano a terra con danni alle auto, feriti e disastri per il traffico. Incalzata dalle critiche per la mancanza di manutenzione al patrimonio arboreo comunale la sindaco Virginia Raggi si è sfogata “Sono alberi piantati dal fascismo…” Ecco la sottile ma bieca viltà del passato regime: piantare alberi perché 80 anni dopo si potesse parlar male del sindaco! Piuttosto si pone ora un problema esistenziale: il vento è fascista per causare danni alla Raggi o è antifascista perchè vuole abbattere gli alberi del Duce? Ai cultori della Resistenza l’ardua sentenza.
NON C’E’ LIMITE ALLA SCEMENZA
Il sole sorge, l’acqua scorre e lo scoiattolo rosicchia. E la mamma? La mamma non “tramonta”, ma “cucina” mentre il papà non “gracida” – visto che non è una rana – ma “lavora”. Il tutto sul testo scolastico “Nuvola” per i bambini di seconda elementare dove i bimbi con una matita devono collegare un soggetto al verbo. Dov’è la notizia? Che non essendoci limite alla scemenza sui blog è partita una forsennata campagna di stampa che definisce “medioevale” l’accostamento proposto della mamma che cucina e il papà che lavora. “E’ un ritorno al medioevo”, “Accostamenti surreali”, “Libri ottocenteschi” il commento sui blog di illustri docenti di chiara (?) fama debitamente intervistati dai media. E poi ci lamentiamo se la nostra società va a rotoli.