Esultare per Trump, ovvero sulla perdita di identità del centro-destra

A cura della Redazione
Ieri abbiamo pubblicato una riflessione in merito alla vittoria di Donald Trump. Abbiamo parlato di lotta ai poteri forti, sconfitta di una classe politica, che impoverisce, invece che prendersi cura dei propri cittadini. Sconfitta, anche, di un sistema di informazione mainstream, che non guarda alla realtà, ma propone un falso mondo, alla misura dei signorotti del momento. Il centro-destra si congratula e dice “possiamo fare anche noi lo stesso”. Beppe Grillo ha detto, giustamente, che si è trattato di un enorme “vaffa”.
Infatti, di ciò si è trattato. Una estrema risposta – evviva la democrazia – di cittadini stufi di essere oppressi come sudditi e di persone impaurite per il futuro proprio e delle proprie famiglie. Per questo ha vinto Trump. Per questo sta vincendo e vincerà Grillo. Si! Perché, del resto, lo schieramento unitario, che metteva al centro la persona, la tutela delle libertà, il perseguimento del bene comune, è stata sostituita da un pollaio.
Per questo il centro-destra non dovrebbe esultare: sta arrivando, ancora una volta, in ritardo. Speriamo che diventino presto operativi progetti – andremo ad ascoltare cosa ci proporrà Parisi – per una rinascita di un modello di questo genere. Altrimenti festeggeremo il populismo, che abbiamo tanto criticato. E ce lo porteremo al governo. Per responsabilità nostra. Salvo che, segretamente, non ci piaccia sul serio…