“Dividere l’opposizione” Appendino tenta il centrodestra
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 26 giugno 2017
Sono saliti insieme, venerdì, al piano nobile di Palazzo Civico: il tecnico, il politico scafato e il giovane rampante. L’opposizione di centrodestra, formata dal notaio Alberto Morano, dal capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli e dal numero uno della Lega di Torino Fabrizio Ricca (assente il fittiano Roberto Rosso) si è presentata attorno alle 14 nell’ufficio del sindaco Chiara Appendino dov’è stata accolta dall’onnipresente capo ufficio stampa Luca Pasquaretta. “Chi si farà carico ora del risanamento?” è stata la domanda retorica con cui si è aperto l’insolito confronto. “Voi”, è stata la pronta risposta di Morano. “Non da soli”, ha replicato il pitbull della sindaca, evitando accuratamente di digrignare i denti. I tagli – solo in minima parte mitigati dal recupero di 5 milioni di euro, avvenuto in zona Cesarini e varato in una giunta straordinaria proprio alla fine della scorsa settimana – pesano sulla città e continueranno a rappresentare una zavorra per i prossimi anni. E la prima cittadina non ha voglia di portare da sola questa croce.
“Il Pd – è il ragionamento del cerchio magico di via Milano – dovrà fino alla fine difendere l’ultimo lustro targato Piero Fassino; diverso il discorso del centrodestra che in questo primo anno di amministrazione grillina, pur non avendo fatto mancare le critiche ad Appendino e, soprattutto al suo assessore Sergio Rolando, ha sempre riconosciuto la pesante eredità ricevuta. “E ora chi si farà carico del risanamento?”, magari tutti insieme. Improponibile, almeno per il momento, un patto vero e proprio: non sarebbe compreso dagli elettori “moderati”, ultimamente ringalluzziti dalle urne, e sarebbe indigeribile per la pancia grillina, già fiaccata da ulcere e gastriti. Piuttosto una sorta di soccorso verde-azzurro, discreto e non formalizzato ufficialmente, che serva al governo cittadino a uscire dall’angolo, provando a dividere l’opposizione che finora, seppure a fasi alterne, ha marciato sostanzialmente unita, sotto la regia del capogruppo dem Stefano Lo Russo. La sindaca chiede un’assunzione di responsabilità per il bene della città, per uscire da una situazione finanziariamente drammatica. E per incentivare gli interlocutori avrebbe messo in palio pure qualche poltrona di sottogoverno, perché in fondo, vecchio o nuovo corso, la politica è quella roba lì.
Quando la discussione ha assunto una connotazione più prosaica i tre hanno scoperto le proprie carte: il navigato Napoli – che allo Spiffero non ha smentito l’incontro pur rifiutandosi di raccontarne il contenuto – sarebbe stato il più “concreto”, Ricca avrebbe mostrato un certo interesse per la strategica poltrona nel cda di Smat (alla città spettano tre posti su cinque di cui uno, per prassi, va all’opposizione), mentre Morano si sarebbe concentrato sul Museo dell’Auto, ma anche lui preso in contropiede non apre bocca e si trincera dietro un inequivocabile “no comment”. La sindaca ha ascoltato e non avrebbe detto di no, certo qualche pretesa potrebbe richiedere una limatura, ma l’accordo si può fare. Dopotutto se c’è un problema che non ha Appendino è quello di dover piazzare l’amico di questa o quella corrente nelle tante partecipate comunali, anzi ha bisogno come il pane di un gruppo dirigente e l’avvicinamento tra il Movimento 5 stelle e la Lega Nord a livello nazionale potrebbe contribuire ad ammorbidire la posizione di Ricca, ma pure di Morano; mentre Napoli è per definizione un uomo delle istituzioni, navigato abbastanza per poter camminare sul crinale sdrucciolevole di una “opposizione responsabile”.
Resta da capire fino a che punto un pezzo di opposizione, quello che ora anche dopo gli esiti dei ballottaggi sente il vento in poppa, accetterà la “responsabilità” di affiancare Appendino proprio ora che tra ordine pubblico e bilancio in bilico si trova nel momento più difficile della sua amministrazione.