25 APRILE 2025 | FESTA DELLA LIBERAZIONE

Ogni anno ci troviamo a celebrare il 25 Aprile con l’approccio retorico e celebrativo che è proprio di ogni regime. Nessuna riflessione viene fatta sulle luci e sulle ombre che caratterizzarono entrambi le parti in quei giorni drammatici, con le crudeltà che si porta dietro ogni guerra civile. Nessun esame di coscienza collettivo viene fatto, con l’intento antistorico di continuare a schiacciare l’antico nemico. Basta fare il confronto tra come il passato è stato affrontato in Germania rispetto all’Italia per comprendere quanto sia strumentalizzata, nel nostro Paese, la Festa della Liberazione.
Noi desideriamo dedicarla a tre persone molto diverse tra loro, ma unite nel tragico destino che affrontarono per l’amore verso l’Italia.
GUIDO PASOLINI (4 ottobre 1925 –12 febbraio 1945) – Fratello di Pier Paolo, aveva aderito alla resistenza arruolandosi nelle Brigate Osoppo. La sera del 7 Febbraio 1944 fu catturato da un gruppo di partigiani comunisti e, dopo essere stato interrogato, venne condannato a morte. Mentre stava scavando la propria fossa, come gli era stato ordinato, riuscì a fuggire ma venne ferito ad una spalla. Raggiunse una farmacia per farsi medicare e proseguire verso Dolegnano dove trovò ospitalità in una famiglia locale. Tradito, forse dal farmacista, venne nuovamente catturato e barbaramente ucciso.
FELICE CORDERO DI PAMPARATO (3 giugno 1919 – 17 agosto 1944) – Ufficiale in servizio permanente effettivo, subito dopo l’armistizio e restando fedele al Re, entrava nelle file partigiane guadagnandosi – con ripetuti atti di valore – la stima e la fiducia dei compagni di lotta e venne nominato comandante di Brigata. Ricercato e combattuto dai nazifascisti, che temevano l’aggressività combattiva del suo reparto, cadeva dopo giorni di lotta nelle mani del nemico. All’offerta di passare nelle file fasciste rispondeva sdegnosamente: «A nobile, si confanno soltanto cose nobili» e di preferire la morte piuttosto che rinnegare i suoi partigiani.
MARILENA GRILL (26 settembre 1928 – 3 maggio 1945) – Studentessa del Liceo “Massimo d’Azeglio”, di Torino, nel luglio 1944 si arruolò volontaria nel Servizio Ausiliario Femminile della Repubblica Sociale Italiana, prestando servizio disarmato presso l’ufficio che curava le ricerche dei militari torinesi dispersi nei vari fronti. Il 28 Aprile del 1945 venne prelevata dalla sua casa da quattro partigiani che la strapparono dalle braccia della mamma Silvia. Venne trattenuta cinque giorni presso la caserma Valdocco per poi essere uccisa con un colpo di pistola alla nuca, nella notte tra il 2 ed il 3 Maggio, all’angolo di Corso Regina Margherita con Corso Valdocco.