Una voragine nei conti di Gtt, mancano all’appello 90 milioni

Riportiamo l’articolo, a firma di Oscar Serra, pubblicato su “Lo Spiffero” il 1 dicembre 2016
Come fa a esistere un credito o un debito se questa cifra non è iscritta nel bilancio del debitore e neanche del creditore? Miracoli del capitalismo municipale e in particolare di Gtt, su cui stanno indagando da settimane Procura della Repubblica e Corte dei Conti, dopo l’esposto inoltrato da Alberto Morano. L’ennesimo particolare di una vicenda che già nei prossimi giorni potrebbe avere degli sviluppi li ha forniti recentemente l’assessore ai Trasporti di Palazzo Civico Maria Lapietra, durante l’audizione in Commissione: “Il totale dei disallineamenti di Gtt – ha spiegato – è di 61,8 milioni (successivamente l’Agenzia per la Mobilità ha fatto sapere che in questi giorni sono scesi a 58 ndr) e non sono neanche tutti a bilancio”. Per poi ribadire: “Quelli della metropolitana non sono neanche a bilancio”.
Emergono, piuttosto, dal contratto di servizio, in cui si prevedono trasferimenti per 20 milioni all’anno, mentre l’Agenzia per la mobilità metropolitana non ne ha mai versati più di 15. Semplicemente perché di più non ce n’erano.
Ma quanti sono complessivamente i crediti vantati da Gtt? Districarsi tra i meandri delle carte contabili non è cosa agevole, ma attraverso una puntigliosa ricognizione quello che emerge è che sarebbero ben più dei 61,8 annunciati da Lapietra, raggiungendo la cifra monstre di 90 milioni. Il problema ora è capire quanti di questi siano esigibili, dal momento che la Regione non li ha, l’Agenzia men che meno e il Comune di Torino, in buona parte, li ha disconosciuti, radiati dal proprio bilancio.
Innanzitutto esistono oltre 24 milioni di crediti vantati nei confronti della Città per il servizio della metropolitana, accumulati tra gli anni 2006 e 2012. Di questi, 6,4 milioni sono stati radiati dai documenti contabili di Palazzo Civico, altri 6 risultano non incassati, 12,5 non sono proprio presenti in bilancio. Altri 14,3 milioni rappresentano, invece, la differenza tra i crediti vantati da Gtt (17,7 milioni) e l’importo riconosciuto dal Comune (3,4 milioni) riguardo ai mutui contratti per la realizzazione della Metro all’inizio degli anni Duemila. Si arriva a complessivi 39 milioni di disallineamenti tra i bilanci di Gtt e Palazzo Civico.
Un’altra partita riguarda il rapporto tra l’azienda di trasporto e l’Agenzia per la mobilità, che, durante l’amministrazione di Piero Fassino, è subentrata al Comune nella sottoscrizione del contratto di servizio, assumendo l’incarico di liquidare Gtt con il denaro ricevuto dalla Regione. Un rapporto ambiguo quello tra questi soggetti, basti pensare che alla guida dell’Agenzia viene nominato da Fassino il suo assessore ai Trasporti Claudio Lubatti. Ed è proprio Lubatti, secondo quanto riportato dal nuovo vertice di Agenzia, la professoressa Cristina Pronello, che ha continuato a imporre a Gtt un contratto troppo esoso per le risorse esistenti, imponendo un servizio insostenibile per le risorse, in continua diminuzione, che arrivavano dalla Regione. Ma cosa succede se il contratto di servizio vale 143 milioni e poi, com’è il caso del 2016, l’Agenzia ne ha a disposizione solo 128 (forse qualcuno in più per gli ultimi stanziamenti effettuati in assestamento di bilancio)? Semplice: si accumulano debiti nei confronti di Gtt. Per la precisione 23,3 milioni che si aggiungono ai 39 che Gtt ha con la Città.
Come ha spiegato il numero uno di Gtt Walter Ceresa, l’azienda è costretta a rispettare il contratto di servizio imposto dalla Città, prima, e dall’Agenzia, dopo. In virtù di questo contratto ritiene esigibili i crediti vantati. Ma i quattrini ce li mette la Regione e a oggi quei soldi non ci sono. Ci sono, invece, le ingiunzioni di pagamento che tra un po’ Ceresa inoltrerà ai suoi debitori, come paventato nell’audizione in Commissione quando ha parlato di “un ricco dossier legale” da lui predisposto.
Non è tutto. Gtt vanta anche 21 milioni di debiti nei confronti della Città, che si sono accumulati dal 2014 a oggi per le rate mai versate sul mutuo contratto da Gtt per l’acquisto delle motrici della linea 4. Il conto totale è di 83 milioni di euro, cui vanno sommate altre partite minori relative all’anno in corso. Si arriva a sfiorare un conto da 90 milioni, senza i quali i bilanci di Gtt saltano e l’azienda (che ha un patrimonio netto di 78 milioni) va in dissesto.
I giudici accerteranno le responsabilità, intanto la Pronello ha annunciato la richiesta di un tavolo con tutti gli enti coinvolti per trovare una soluzione. Perché ora il problema pare essere quello di salvare Gtt.