Utili “gonfiati” per far quadrare i conti
Riportiamo l’articolo, a firma di Andrea Giambartolomei, pubblicato su “Lo Spiffero” il 20 dicembre 2016
“C’è già la fila di persone che vuole parlare coi pm e coi carabinieri”. Lo dice in procura uno degli investigatori al lavoro sull’inchiesta su Afc e la gestione dei cimiteri comunali. Da venerdì, giorno delle perquisizioni e dei primi dieci avvisi di garanzia, gli inquirenti si trovano davanti questo quadro, fatto di dirigenti e funzionari della società partecipata dal Comune di Torino che hanno voglia di togliersi alcuni sassolini dalle scarpe, scaricare le loro colpe. Da giovedì dovrebbero cominciare gli interrogatori.
Le file davanti alle porte degli inquirenti vengono viste come il sintomo di una guerra interna all’Afc, come quei dissidi che hanno portato all’esposto presentato dall’ex presidente Gilberto Giuffrida contro sui rimborsi gonfiati dell’ex dirigente Giancarlo Satariano e avallati dall’allora direttore generale Antonio Dieni e dalla funzionaria Giuseppina Zanero. Questi ultimi tre, difesi dall’avvocato Andrea Milani, sono indagati di truffa e peculato. Inoltre nei confronti di Dieni, per due decenni ai vertici di Afc, dove è già passato indenne dallo scandalo esumazioni del 2004, si ipotizza anche la turbativa d’asta, reato di cui è indagato insieme all’ex dg Gabriele Cavigioli e al tesoriere della Socrem Fabrizio Gombia.
Dopo i primi accertamenti fatti in seguito all’esposto di Giuffrida, il sostituto procuratore Laura Longo, affiancata poi dal collega Gianfranco Colace, grazie all’aiuto di un consulente che ha analizzato i bilanci, ha scoperto le anomalie dei bilanci che hanno portato alla contestazione dell’ipotesi di falso in bilancio proprio contro l’ex numero uno, l’attuale presidente Michela Favaro (difesa da Riccardo Peagno) e la funzionaria responsabile del protocollo Elena Pedon(indagata anche per peculato). Quest’ultima, assistita da Fulvio Gianaria, è stata interrogata venerdì dai carabinieri del nucleo investigativo delegati dai pm e ha dovuto rispondere a domande molto tecniche sulla contabilizzazione dei ricavi di Afc. Si tratta di dettagli importanti: come spiegava il comunicato firmato dal procuratore capo Armando Spataro e dall’aggiunto Andrea Beconi, “il bilancio dell’Afc non sarebbe stato redatto correttamente secondo i principi civilistici attinenti alle società di capitale, producendo negli anni 2013-2014-2015 una distribuzione di utili in realtà inesistenti”. È possibile che le entrate siano state gonfiate per ottenere poi delle somme da girare al Comune. Per questa ragione negli ultimi tempi la procura è rimasta molto incuriosita dalla vicenda legato al dividendo extra da un milione di euro voluto nel 2015 dall’assessorato al Bilancio guidato da Gianguido Passoni e contestato dall’allora assessore ai servizi cimiteriali Stefano Lo Russo.
Quell’ipotesi sugli utili gonfiati da ridistribuire sembra una prassi che accomunerebbe l’indagine sull’Afc a quella su altre due partecipate della Città di Torino, quella che riguarda i bilanci di Gtt e Infra.To: “Rispondono tutte alla stessa logica”, è una ipotesi che circola in procura: in sostanza i bilanci delle partecipate sarebbero stati “migliorati” per poi poter dare un sostegno alle finanze di Palazzo di Città. Per il momento, però, tra le persone indagate e tra quelle che dovranno essere sentite da magistrati e carabinieri non comparirebbero politici.