Tav “congelata” fino alle Europee
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il giorno 21 febbraio 2019
«Ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia»: rimanda al contratto di governo la mozione sulla Tav, a firma del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che sarà messa in votazione oggi, quando l’Aula di Montecitorio esaminerà anche la mozione sì Tav di Forza Italia. La maggioranza sceglie così di non scegliere, in barba all’ultimatum dell’Unione Europea sul rischio fondi. Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, approvare il documento significa «mettere una pietra tombale» sull’opera, ma a chiarirne il senso arrivano le parole dello stesso Molinari: la posizione della Lega, dice, «resta la stessa», ovvero «valutare come realizzare quest’opera nel rispetto degli accordi interazionali».
In sostanza, dopo il caso Diciotti, i due partiti di governo hanno deciso per una tregua armata in vista della conclusione della tornata delle elezioni amministrative ed europee. Il progetto rimane nel cassetto di Matteo Salvini, pronto per essere tirato fuori al momento opportuno. Nessuno stop alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, assicura il capogruppo del Carroccio.
Intanto le opposizioni attaccano parlando di uno scambio di favori tra gli alleati di governo, dopo il caso Diciotti. In spregio alle indicazioni dell’Ue, che durante il consiglio d’amministrazione di Teit, martedì a Parigi, ha dato un mese di tempo per la pubblicazione dei bandi di gara. A rischio, in caso di ulteriori ritardi, 300 degli 813 milioni di euro di fondi europei.
«Salvini ha ceduto, si palesa lo scambio tra il No alla Tav e la non autorizzazione a procedere sul caso Diciotti», sostiene il parlamentare dem Davide Gariglio, membro della Commissione Traporti alla Camera. Punto di vista rilanciato anche da Matteo Renzi: «È un voto di scambio, uno schiaffo al Nord e l’ennesimo cantiere bloccato: Salvini si salva, l’Italia si ferma». Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di una mozione «incomprensibile e inaccettabile», la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni di «condanna dell’Italia a far parte del terzo mondo». Critico anche il sistema delle imprese, che chiede di ritirare la mozione. «Ridiscutere con la Francia non vuole dire bloccare la Tav, ma a Salvini e Molinari chiedo un termine di un mese», è l’appello di Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti, che questa mattina sarà davanti a Montecitorio per la manifestazione sì Tav.