T-red, un guazzabuglio da chiarire.
Riceviamo in Redazione e riportiamo l’articolo, a firma del Professor Carlo Manacorda*, pubblicato in data 13 dicembre 2019 su “www.lineaitaliapiemonte.it”
Il 2 dicembre 2019 sono entrati in funzione, in alcuni incroci stradali di Torino, i cosiddetti T-red, i semafori che rilevano, in maniera elettronica, il passaggio al semaforo con il rosso. L’amministrazione comunale ha dato subito notizia dell’alto numero riscontrato di infrazioni di questo genere: circa 700 al giorno. Indiscutibilmente, sono infrazioni molto gravi per l’elevata pericolosità ed i rischi che generano. Quindi vanno punite pesantemente. Occorre però che tutto il procedimento avvenga nella massima trasparenza e correttezza. Ma non sembra che le cose stiano in questo modo.
Il 7 dicembre 2019, l’onorevole Roberto Rosso, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, appoggiato dall’associazione Globoconsumatori, denuncia l’illegittimità di questi impianti in quanto privi del certificato di omologazione da parte del Ministero. Dunque, le multe sono nulle. Il Comune ribatte seccamente che la denuncia di Rosso è infondata in quanto le installazioni sono state fatte nel rispetto della legge.
Frattanto, si viene a sapere che il Giudice di pace di Torino, con una sentenza del 21 novembre 2019, ha annullato le multe del Comune di Moncalieri date sulla base delle rilevazioni fatte dai T-red installati dallo stesso Comune. Qui il motivo dell’annullamento non riguarda però l’omologazione degli impianti. Le multe sono annullate perché sono state date senza che la Giunta comunale avesse approvato un’apposita deliberazione per l’autorizzazione alla rilevazione automatica delle infrazioni semaforiche. Le multe erano state comunque date dalla Polizia municipale di Moncalieri.
A Torino, la situazione è diversa. Il Comune di Torino ha affidato la gestione dei T-red alla società 5T, una società di cui il Comune possiede la maggioranza delle quote azionarie. C’è però una questione molto rilevante che riguarda la proprietà delle strade comunali. Essendone il proprietario, è il Comune che deve stabilire le regole della circolazione stradale, occupandosi direttamente della gestione di essa ed eseguendo i controlli sul rispetto delle regole mediante la Polizia municipale. Sembra dunque che il Giudice di pace tenga conto di questo principio quando dice che ci vuole una delibera della Giunta comunale per definire la disciplina anche dei T-red.
Se la conclusione è questa, non sembra che il Comune possa delegare ad altri – e quindi anche ad una partecipata – compiti in materia di circolazione stradale. Quanto al controllo sulle infrazioni, è pur vero che il Comandante della Polizia Municipale Emiliano Bezzon ha informato che sarà fatto dalla stessa Polizia, ma veramente sfugge la ragione per cui il Comune di Torino, forsanche non osservando la legge, abbia costruito per i T-red un sistema così complicato. In materia di circolazione stradale, soggetti esterni all’amministrazione non potrebbero sostituirsi ad essa né adottare provvedimenti che abbiano lo stesso valore giuridico di una deliberazione della Giunta comunale.
Globoconsumatori prende atto di questo guazzabuglio e dice che si supera ricorrendo al Giudice di pace. Il Presidente dell’associazione Mario Gatto afferma che “soltanto per il T-red di Moncalieri abbiamo già impugnato oltre 3mila verbali e il Giudice di pace di Torino ha cominciato ad accogliere i primi andati a sentenza. La situazione è analoga a quella torinese. A livello nazionale, i ricorsi sono più di 4mila per un numero enorme di verbali e la percentuale di accoglimento da parte dei Giudici di pace è del 96%”.
La soluzione giuridica per superare il guazzabuglio è senz’altro questa. Ma non è pensabile che la situazione dei T-red possa proseguire all’infinito in questa confusione. E questo almeno per due ragioni fondamentali. La prima ragione, di carattere generale, riguarda il diritto dei cittadini di sapere se questi impianti funzionano secondo le norme. Ed anche per chi funzionano: automezzi; ma anche biciclette, monopattini, al limite pedoni, ecc. I multati passati con il rosso ai T-red dovranno recitare il “mea culpa”, pagare anche fino a 600 euro di multa e vedersi ridotti sei punti della patente, nei casi dovuti.
Se però resta il sospetto che la multa sia illegittima, tutti i multati potrebbero rivolgersi al Giudice di pace per farsela annullare. E se decidono questo, molti dovranno mettere in conto spese legali, in una situazione che potrebbe poi rivelarsi ingiusta. Tenendo conto poi del numero delle infrazioni citato all’inizio, destinato ad aumentare vorticosamente se saranno installati altri T-red come si annuncia, vedremmo i Giudici di pace, che già operano con difficoltà notevoli per varie ragioni, sommersi dai ricorsi. Lo stesso sovraccarico di costi e di lavoro si riverserà sul Comune. Ed è questa la seconda ragione per la quale occorre chiarire, con urgenza, la situazione.
E’ auspicabile che il Comune di Torino (sarebbe bello ai massimi livelli dell’amministrazione e non sempre attraverso portavoce) chiarisca, con tutte le forme di pubblicità possibili, il guazzabuglio che si è creato sui T-red. E, se ci sono errori, umilmente li corregga.
* Carlo Manacorda, docente di Economia Pubblica ed esperto di bilanci dello Stato