SI TAV – Le ragioni di una scelta
Daniele Lonardo – Si è svolto, lunedì 4 marzo 2019, presso il “Salotto delle Idee” del Collegio degli Artigianelli (Corso Palestro, 14), l’incontro di approfondimento dal titolo: “SI TAV: le ragioni di una scelta” organizzato da UCID Torino (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti). All’evento hanno partecipato, in qualità di relatori, la Dott.ssa Giovanna Giordano Peretti (Comitato Si, Torino va avanti) e due Professori del Politecnico di Torino: l’Ing. Marco Cantamessa (che ha argomentato le ragioni del SI) e l’Ing. Angelo Tartaglia (a sostegno delle ragioni del NO).
La “Madamin” Giovanna Giordano Peretti, laureata in informatica e consulente IT per alcune PMI piemontesi si dichiara orgogliosa dell’appellativo che alcuni giornali hanno dato alla task-force rosa di “Sì, Torino va avanti”. Alla domanda come è nato il movimento e quali sono state le motivazioni etico-valoriali sottese, risponde schiettamente affermando che nessuna delle sette “ragazze” aveva avuto alcuna esperienza pregressa in politica, nessuna affiliazione a partiti ma che tutte sono accumunate da una forte passione civile sfociata, il 29 ottobre 2018, nella creazione del Comitato a sostegno della TAV (e del Piemonte) proprio nel giorno in cui in Consiglio Comunale a Torino veniva votata la mozione No TAV. Attraverso la creazione di una pagina Facebook, il Comitato “Sì, Torino va avanti” ha avuto modo di intercettare la voglia di partecipazione politica di centinaia di torinesi desiderosi di partecipare al dibattito cogente, essere ascoltati fino a rispondere positivamente alle due nutrite manifestazioni di piazza promosse dal Comitato stesso in collaborazione con “Si Tav Si Lavoro” di Bartolomeo Giachino.
Con riferimento ai valori che contraddistinguono la creazione dell’opera, la dottoressa Peretti ne cita tre:
- Connessione, sia di merci che di persone, con altri popoli e culture. L’Asse ferroviario Torino – Lione rappresenta, infatti, l’anello di congiunzione di una rete più ampia, la rete metropolitana europea che da Kiev arriva fino al cuore dell’Europa;
- Lungimiranza, ovvero progettare e realizzare opere capaci di guardare al futuro del Paese senza soffermarsi sul loro tornaconto nel breve/medio periodo.
- Fiducia. Come si può essere credibili a livello internazionale se un Governo cambia idea in modo così repentino da mettere in crisi progetti già sottoscritti a livello internazionale? Oggi più che mai, risulta necessario ristabilire il senso della parola data ed il valore degli impegni presi per tornare ad essere credibili livello internazionale e dare fiducia ad investitori esteri ed italiani.
L’Ing. Angelo Tartaglia, a sostegno delle ragioni del NO, è scettico sia sulle stime di Boccia (Presidente Confindustria) secondo cui la realizzazione dell’opera equivarrebbe a circa cinquanta mila nuovi posti di lavoro sia sull’unidirezionalità di alcune testate giornalistiche del capoluogo piemontese che – da mesi ormai- occupano pagine intere sul dossier TAV con un rapporto che sfiora il 15:1. Nel suo intervento, Tartaglia cita un documento della Nazioni Unite secondo cui la situazione mondiale parrebbe in netto declino soprattutto a causa del modello di sviluppo attuale caratterizzato dalla combinazione di crescita materiale e competizione. La soglia della reversibilità è ormai dietro l’angolo e per tornare alla situazione ex ante i tempi potrebbero essere calcolati in secoli. Secondo Tartaglia, la questione della TAV si colloca all’interno di un modello economico ingiusto e, con riferimento all’Alta Velocità, sostiene che all’interno del tunnel quelle velocità non possano essere raggiunte così come fuori dallo stesso, a causa dell’infrastruttura che non dispone di adeguate capacità tecnico-strutturali. Da ultimo, sottolinea il problema delle due strozzature di Chambéry e Torino e, attraverso alcune slides, ha mostrato gli scambi che intercorrono tra Italia e Austria paragonati a quelli Francia – Italia.
L’Ing. Marco Cantamessa, Professore ordinario al Politecnico di Torino presso il Dipartimento di Ingegneria gestionale e della produzione, confuta da un punto di vista tecnico le tesi dell’analisi costi-benefici (ACB) mostrando perplessità generali sull’uso di questo approccio nello specifico contesto decisionale della TAV. Il Professor Cantamessa sottolinea come l’analisi elaborata non consideri alcuni nodi cruciali, già spiegati in un recente articolo, quali ad esempio:
- l’impatto sulla competitività comparata dei territori interessati (Nord Italia) e di quelli che potrebbero divenire un corridoio Est-Ovest sostituto (Monaco-Stoccarda-Strasburgo), con relativo e progressivo spostamento di attività economica;
- il rischio che il traffico su gomma venga disincentivato a livello UE, accentuando il fenomeno di cui sopra;
- la minore resilienza del sistema dei trasporti, se i collegamenti esistenti dovessero avere dei problemi (come ad esempio la probabile chiusura del Monte Bianco).
Da ultimo hanno preso la parola il Professor e Ing. Bruno della Chiara (Politecnico di Torino) il quale ha sottolineato come l’introduzione del sistema di trasporto ferroviario abbia apportato indubbi benefici all’umanità, che se n’è servita per il trasporto di viaggiatori e merci. Ricorda come Camillo Benso, Conte di Cavour e primo Ministro del Regno d’Italia, avesse affermato – con un suggestivo paragone basato sulla forma del nostro bel Paese – che le linee ferroviarie avrebbero dovuto assumere il ruolo del filo di ferro che cuce lo stivale. Dopo aver riassunto i temi caldi del convegno, Della Chiara ha evidenziato i valori europei dei trasporti (qualità, sicurezza ed efficienza), delineato gli obiettivi quotidiani del trasporto su rotaia (velocità e uso del tempo) e precisato che l’analisi costi benefici parrebbe inadatta all’uopo in favore di un’analisi multicriteri e/o analisi del ciclo di vita.
Dal pubblico ha preso – da ultimo – la parola Bartolomeo Giachino (Si Tav Si lavoro) il quale non ha mancato di ricordare di essere stato lui personalmente ad aver richiesto l’occupazione del suolo pubblico per le due gremite manifestazioni di Piazza, ricordando l’importanza strategica dell’Asse ferroviario Torino – Lione e di come la domanda di trasporto sia aumentata nel corso degli ultimi anni attestandosi a livelli superiori pre-crisi. Lo smembramento della catena produttiva fa sì che un prodotto venga realizzato in un luogo e assemblato altrove rendendo necessaria una rete di trasporti efficiente, anche nell’ottica dell’implementazione dell’e-commerce.