Sì Tav in piazza con le bandiere
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 21 marzo 2019
Meno paillette e più contenuti. “L’arancione questa volta lo lasciamo agli Hare Krishna” commenta, con una punta di sarcasmo, uno dei rappresentanti delle 33 sigle del mondo economico torinese che ha preso in mano la manifestazione Sì Tav del 6 aprile a Torino, relegando in una posizione decisamente più defilata le sette madamin, rimaste solo più in cinque. Dopo essere stati a lungo dietro le quinte, impegnati in un prezioso quanto oscuro lavoro di reclutamento tra i propri iscritti, ora gli stakeholder torinesi scendono in campo (anzi, in piazza) in prima persona, coi propri simboli e le loro bandiere. Nell’incontro di oggi con il gineceo dell’alta velocità e il comitato Osservatorio 21, i rappresentanti del sistema delle imprese, del lavoro, della cooperazione e delle professioni hanno definito “una linea d’azione comune e condivisa sui temi della realizzazione della Tav così come delle infrastrutture e delle azioni utili per lo sviluppo del territorio” si legge in una nota congiunta.
La prima a evocare un cambio di strategia era sta la Cisl, chiedendo e ottenendo lo spostamento della manifestazione, prevista in un primo tempo il 17 marzo, per consentire a imprese e sindacati di organizzarsi nel modo migliore. Insomma, non la solita adunata “di pancia”, ma una prova di forza da esprimere con i numeri e con le proposte. Una iniziativa in cui il flop è vietato giacché arriverà a una settimana dalla sfilata dei No Tav prevista il 23 marzo a Roma in un corteo “per il clima” che in realtà racchiude tutti i No del mondo.
“È stato deciso di organizzare insieme la manifestazione che dovrà essere l’espressione anche visibile di tutte le componenti della società civile intesa nel suo modo più alto e completo” fanno sapere gli organizzatori. Ben vengano quindi le bandiere di organizzazioni diverse e, perché no, anche di quei partiti che sostengono l’opera. Verrà redatto anche un “Manifesto per lo sviluppo del territorio” nel quale saranno ribaditi alcuni punti irrinunciabili nel percorso che deve portare alla realizzazione della Tav: il mantenimento dell’attuale progetto, approvato nei trattati internazionali; la realizzazione della stazione internazionale di Susa e del collegamento per lo Scalo di Orbassano, il rispetto dei tempi concordati con l’Unione europea e la continuazione dell’attività dell’Osservatorio Valle di Susa come unico e autorevole tavolo di confronto con tutti gli attori del territorio interessati all’opera.
Nonostante la pubblicazione dei bandi da 2,3 miliardi per la realizzazione del tunnel di base sul lato francese, il dibattito sulla Tav resta quanto mai attuale. Come comunicato direttamente dal premier, domani Giuseppe Conte incontrerà il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junckere il presidente francese Emmanuel Macron per discutere ancora una volta di Tav. Per questa volta pure il dress code può passare in secondo piano.