Sceriffi ai tempi del coronavirus
Redazione – Tutti noi, chiusi in casa, desidereremmo che questo tempo passasse in fretta. Tutti siamo preoccupati. I lavoratori, che rischiano di non vedere uno stipendio. Gli imprenditori e i professionisti, che, pure in condizioni serie o disperate, devono pagare dipendenti, bollette e devono pensare a che fare. Gli insegnanti, che stanno scoprendo quanto sia difficile insegnare online (perché non conta solo la tecnologia, ma tanto lavoro che si deve fare prima). Dobbiamo pure ritenerci fortunati, perché, se guardiamo la situazione delle famiglie, che hanno perso i loro cari, dei malati e del personale sanitario non possiamo certamente essere gelosi.
Poi ci sono tutti coloro che pensano a garantirci tutti i servizi. Dalle Forze dell’Ordine alle Forze Armate, da chi lavora nei supermercati, presi d’assalto, con tutti i rischi per la loro salute.
Poi ci sono i bambini, che vivono con spiriti diversi questo momento. Pensiamo, ad esempio, ai figli di medici, infermieri, OSS, che, spesso, non possono vedere o avvicinarsi ai loro genitori.
Queste condizioni richiamano il nostro spirito di responsabilità. Solo aiutandoci insieme, solo scambiandoci un sorriso, un aiuto, qualche parola di conforto e speranza potremo uscirne in modo dignitoso.
Questo momento è vissuto dalla maggior parte di noi con grande responsabilità, pur con tante domande e paure.
Ci sono, però, episodi, che evidenziano come lo stato di eccezione sia presente.
Il Sindaco (pardon, la Sindaca, come piace dire ora) di Roma dichiara “Non fate i furbi o vi pizzichiamo”. Come dovrebbero, dunque, sentirsi i cittadini, durante il processo d’appello al Sindaco stesso? Qualcuno, dimenticando assolutamente che è sbagliato essere giustizialisti, non potrebbe sentirsi quantomeno indignato?
Infine, il caso Grugliasco. Il sindaco (del PD) decide di istituire una “task force” di ronde. Si tratta di volontari. Si tratta di “controllo di comunità”. Un bel nome. Carabinieri e vigili del fuoco in congedo, scout e cittadini. Coordinati dalla Protezione Civile (che dà loro un tesserino e abiti) e dalla Polizia Municipale hanno il compito di “controllare le uscite ingiustificate dei cittadini nei giorni delle festività pasquali e fino alla fine dell’emergenza“.
Come riporta il sito del Comune di Grugliasco “per meglio monitorare e controllare le uscite ingiustificate dei cittadini nel periodo pasquale. Veri e propri presidi che coinvolgeranno, su tutto il territorio grugliaschese (compresi parchi, giardini, aree verdi e mercati), molti cittadini delle associazioni di volontariato, tra cui quelle anche iscritte al registro di protezione civile, e i volontari già formati per il controllo sull’applicazione delle norme di salvaguardia sanitaria.”
Come specifica “La Repubblica”, questi volontari “potranno controllare le autocertificazioni per poi segnalare eventuali trasgressioni”.
Viene da dire. Ti danno una divisa, ti danno potere di controllare e segnalare persone da sanzionare. Bene. Quindi agiscono in maniera vicina ad un pubblico ufficiale, ma, a differenza di una persona formata, al servizio dello Stato, chi mi garantisce, come cittadino, che il volontario non si senta uno sceriffo, così autorizzato dal Sindaco?
Dunque, i cittadini sarebbero tendenzialmente dei furboni, che vogliono infrangere la legge? L’istituzione di un corpo di 101 controllori farebbe dire questo. Che bella opinione ha il Sindaco nei confronti di chi gli ha dato la fiducia.
Ma… dato che PD e sinistra si è tanto premurata, tanti anni fa, di criticare le ronde, vedendo in questi comportamenti il desiderio nascosto di uno stato di polizia, ora, dato che il Sindaco è del PD, non dicono nulla?