Regione Piemonte: guardando al futuro
Redazione – Elezioni regionali in Piemonte. È stato scelto il nome di chi guiderà la coalizione di centro-destra. Si tratta di Alberto Cirio. Così è stato compiuto il primo passo. Ora arriva il momento di pensare e guardare al futuro. Ne abbiamo bisogno. L’enorme debito, che pesa sulla nostra Regione non deve impedire né di programmare il nostro futuro né di avere una visione di comunità, fondata sul bene comune e sulla persona al centro.
Non ci stancheremo mai di dirlo: politica per il bene comune e persona al centro sono i fondamenti. Non si potrà non pensare al lavoro. Il tasso di disoccupazione e la crisi delle imprese sono da risolvere. Non sarà il reddito di cittadinanza a salvarci. Anzi. Si tratta di una misura totalmente improduttiva, a carico di chi paga le tasse.
Fino a che non si sosterranno le imprese con adeguate misure, perché possano assumere, ma anche innovare, non si andrà molto avanti. Per innovare, la Regione Piemonte aveva investito anni fa, attraverso una Legge apposita, per potenziare il rapporto tra aziende ed Enti di ricerca. Adesso, anzi, si vogliono potenziare i dottorati industriali, che permetterebbero di acquisire, col tempo, personale altamente formato nelle aziende. La piccola impresa, così come l’artigianato, se non puntano su qualità ed innovazione rischiano di restare soffocati dalla logica del “costa meno, è meglio”.
Arriviamo ad un secondo capitolo. Cultura e turismo. Torino, così come altre parti del Piemonte, hanno scoperto quanti benefici dia loro il turismo e la cultura. Non si tratta di proseguire con la sola logica dei “grandi eventi”. Si tratta, anche qui, di una logica di sinergia con le imprese ed i servizi nei territori. La Regione, del resto, non si può continuare ad amministrare in maniera prevalentemente Torino-centrica.
Vanno risolti i problemi ambientali (pensiamo alla qualità dell’aria) in maniera coordinata, la pianificazione e gestione territoriale va ripensata. Basti vedere gli effetti devastanti della siccità. Vanno valutati i problemi dell’agricoltura, a partire dai produttori.
Poi si dovrebbero offrire delle riflessioni su due enormi capitoli. Il primo è la sanità e l’assistenza pubblica. Non è che si possano eternamente fare tagli di servizi e di soldi. Per gli anziani il sostegno è stato ridotto ad un terzo (mentre la popolazione invecchia). Si tolgono presidi importanti dal territorio.
Secondo punto, i trasporti. Costano. Le aziende di trasporto sono state troppo spesso trattate come vacche da mungere. Come possiamo pensare, però, di tenere in vita quei paesi di montagna o in mezzo alle colline, se non diamo alla gente la possibilità di avere un servizio adeguato?
Dunque, è il momento di non farsi tentare dagli slogan. Il centro-destra deve pensare ad un programma serio e realizzabile. Lo deve fare in fretta e bene. Noi auguriamo buon lavoro ad Alberto Cirio e a tutto il centro-desta. Insieme possiamo dare una vera alternativa al Piemonte