IL PUNTO n. 664 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 664, di Marco Zacchera, del 2 marzo 2018
FINALMENTE AL VOTO
Si chiude stasera una delle campagne elettorali più incolori di sempre, sostanzialmente senz’anima e senza pathos, con la gente che in gran parte andrà a votare (se ci andrà) scontenta, insofferente e scontrosa.
Nessun leader ha scaldato più di tanto le piazze (a occhio la manifestazione più partecipata è stata quella della Lega Nord di Salvini e Fontana domenica scorsa a Milano) e tutto si è limitato a schermaglie e dibattiti sulla stampa e in TV.
Alla fine l’unica cosa divertente è stato il forsennato scambio di video, messaggi e mail via whattsap con contenuti e filmati a volte esilaranti.
I media sono stati molto allineati e coperti (ha spiccato il duo Repubblica-La Stampa ormai tra di loro fotocopia e PD-dipendenti) ed unanimemente schierati contro il M5S in modi a volte preconcetti e inutili.
Non ho visto nulla di male – per esempio – quando Di Maio ha presentato alcuni suoi potenziali ministri: a parte che con ogni probabilità non lo saranno mai, l’ho però considerato un esempio di chiarezza che tutti dovrebbero imitare e non deridere anche se i candidati proposti non sembrano avere una particolare esperienza specificaun po’ da “ministri per caso”.
Per il resto è stato un fiume di promesse in gran parte irrealizzabili e polemichette quotidiane con il governo che ha furbescamente messo il silenzio alle problematiche più pressanti come occupazione, famiglie, giovani, immigrazione e l’economia.
Personalmente voterò centro-destra per la mia impostazione politica, culturale e ideologica, rimpiangendo quando potevo votare Alleanza Nazionale con convinzione, triste per la diaspora di un mondo passato e purtroppo distrutto, una proposta politica che oggi poteva essere largamente vincente.
Voterò a destra anche perché è l’unico modo per permettere di dare un governo al paese e non avventurarci in una situazione di caos e ingovernabilità negativa per tutti, antipasto per grandi coalizioni che sanno tanto di marmellata collettiva.
E’ peraltro già scontato che – se vincerà il centro-destra – dal giorno dopo partiranno inchieste, polemiche giornalistiche, scandali vari con l’Europa che ci remerà contro e tutte le magagne del paese – sapientemente nascoste sotto il tappeto – che verranno addebitate ai vincitori. Mi auguro però che in quel momento il nuovo governo dimostri di meritare la vittoria agendo con fermezza, decisione e chiarezza, tirando avanti fregandosene delle inevitabili polemiche interne velenose e preconcette che l’inseguiranno e soprattutto tenendo con l’Europa un atteggiamento più deciso.
Alla fine il tema più dibattuto questo mese è stato l’antifascismo il che è per lo meno surreale a 75 anni dalla fine del regime, ma evidentemente è l’unico collante di una sinistra squassata dalle liti e – visto che un pericolo fascista non c’è – dimostra tutta la vacuità di quello schieramento.
Sinistra irresponsabile, però, come la Boldrini, l’ANPI ecc. che hanno montato le polemiche – e di fatto ideologicamente giustificato – le successive violenze contro Casa Pound e cui andrebbero fatte ascoltare cento volte le parole dell’insegnante (!) di Torino che urlava ai poliziotti “vigliacchi, dovete morire” e poi – sotto il naso di un agente che restava impassibile – “mezza cartuccia del cazzo, vergognati schifoso” mentre gli “antagonisti” cercavano di assalirli. La stessa “insegnante” che poi – a mente fredda – ha chiarito ancora meglio a La Stampa il suo pensiero, ovvero che i poliziotti andavano combattuti “perché proteggono il fascismo” e che le polemiche seguite alle sue parole “Sono una montatura per criminalizzare l’antifascismo”.
La stessa docente era tre giorni dopo nuovamente a far cagnara contro Forza Nuova: una nuova martire stile 2018, a quando la santificazione?
Simili sciocchezze sono la realtà dell’ oggi, ma d’altronde una legge elettorale balorda ha annullato le possibilità di scelta dei cittadini e ci regala ora un forte rischio di instabilità o di affidare il Paese ai 5 Stelle: difficile fare peggio, ma ci sono riusciti nell’ ennesima occasione perduta per dare un po’ di qualità alla classe politica italiana.
Insomma…votate per il meno peggio, ma per favore andateci comunque.
IL COLOSSEO ROSSO PER I MARTIRI
La sera del 24 febbraio il Colosseo a Roma è stato tutto illuminato di rosso per ricordare i troppi martiri cristiani ancora oggi perseguitati in tante parti del mondo. L’iniziativa – organizzata dall’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre – segue ad altre simili in tutto il mondo, non va interpretata in odio ad altre religioni ma per ricordare quanto sta tuttora avvenendo (spesso nel disinteresse del mondo) in tante nazioni dove ancora oggi i cristiani delle diverse confessioni sono perseguitati e spesso martirizzati ed uccisi per la loro fede. E’ un aspetto scomodo, dimenticato, cui si dedica poco spazio per l’ipocrisia collettiva che non ama parlare di queste realtà.
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” è una ONLUS nata nel 1947 per sostenere i cristiani in tutto il mondo ed inizialmente per aiutare i quattordici milioni di sfollati tedeschi – di cui sei milioni cattolici – in fuga dall’Europa Orientale dopo la ridefinizione dei confini della Germania. In pochi anni il sostegno di ACS ha raggiunto rapidamente America Latina, Asia e Africa, ed oggi la fondazione pontificia realizza oltre 6000 progetti umanitari e pastorali l’anno in 146 paesi nel mondo.
Guarda il video del Colosseo e per info e contatti: ACS- Italia – Piazza San Calisto, 16 – 00153 Roma Telefono: 066989.3911 Fax: 06 6989.3923 Email:acs@acs-italia.org
L’IMMIGRAZIONE SECONDO MACRON
Il presidente francese Macron, già osannato dalle sinistre tutte in occasione del plebiscito della sua elezione l’anno scorso contro la “cattiva” e fascista Le Pen, ha presentato un testo di legge sull’immigrazione che se verrà approvato rappresenterebbe una sintesi concreta ed interessante su come governare il fenomeno. La nuova legge è scritta in termini che neppure Salvini o la Meloni oserebbero forse introdurre in Italia e non se ne è parlato molto perché avrebbe messo in difficoltà il PD e i suoi alleati, eppure dovremo presto comunque occuparcene.
Per esempio la nuova normativa prevede che l’immigrato irregolare “economico” (cioè quasi tutti) sia respinto nella nazione da cui proviene e poiché i flussi degli anni e mesi scorsi erano dall’Italia, quando la nuova normativa verrà approvata ci rispedirà al mittente una turba di disperati. Vogliamo pensarci per tempo? E perché non approviamo in Italia una nuova legge che rispecchi proprio la normativa francese?
AMNESTY INTERNATIONAL
Ricordate la scorsa settimana quando scrivevo di AMNESTY INTERNATIONAL e della sua campagna contro l’odio politico di cui era imputato solo il centro destra?
Nei giorni successivi Amnesty mi ha contattato con questa nota:
Gentile Marco,
condanniamo la violenza politica in ogni sua forma. Il barometro tuttavia misura il livello del discorso discriminatorio e di odio, nella attuale campagna elettorale, di leader e rappresentanti di due coalizioni e di due partiti su determinate categorie bersaglio (migranti, rom, donne, e discriminazione religiosa). La metodologia approfondisce i criteri della campagna…
Una risposta in puro politichese alla quale ho subito replicato:
Grazie della cortese risposta, ma pongo una domanda precisa e cortesemente mi si risponda con un SI o con un No. Le reiterate frasi della Presidente della Camera Boldrini e dell’ANPI sulla inammissibilità di candidature fasciste alle elezioni è discriminante o no, indica odio o no, porta alla “giustificazione morale” dei violenti ancora di ieri sera a Torino oppure no? Il grido “viva le foibe da Trieste in giù” in una manifestazione con precisi e chiari connotati politici – visti gli organizzatori ufficiali – è incitazione all’odio (addirittura alla discriminazione se non razziale almeno “nazionale” visto che successe nelle foibe) oppure no? Visto il risultato “100 a zero” del report sono rimasto perplesso (…) e sarei portato a ritenere che Amnesty – in piena campagna elettorale, dove è logico ci siano più tensioni – di fatto stia facendo una chiara discriminazione politica, cosa che non condivido. Grazie per un cortese, ulteriore riscontro.
E’ seguita una ulteriore replica di Amnesty :
…Sebbene, proprio per tutelare la nostra equidistanza politica, non ci esprimiamo sui singoli partiti o forze politiche nei singoli paesi, è nostro dovere come Sezione italiana denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del governo, degli attori pubblici e – in virtù della loro posizione sociale preminente – dei personaggi politici che, ad esempio, attraverso l’uso strumentale del discorso d’odio contribuiscano ad una restrizione dei diritti, in Italia. In merito quindi alla questione delle dichiarazioni dell’on. Boldrini, riteniamo che di per sé un riferimento alla Costituzione non possa essere considerato incitamento all’odio: ciò non può e non deve essere preso a pretesto per compiere atti di violenza. Sarebbe equivalente al dire che il fatto che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro dia vita ad atti di violenza nei confronti di dirigenti di un’azienda che ha licenziato dei lavoratori. Nel secondo caso, invece, della frase “viva le foibe da Trieste in giù”, conveniamo che una tale dichiarazione pubblica, a prescindere dal contesto, possa costituire incitamento all’odio.
Se tornate sul sito di Amnesty e vedete gli aggiornamenti AD OGGI degli “incitamenti all’odio” la situazione è cambiata, ma solo nel senso che il 100% delle dichiarazioni da censurare sono TUTTE, SEMPRE E COMUNQUE a carico del centro-destra con la sola novità che adesso si è aggiunta alla lista dei “cattivi” anche “Noi con l’Italia” ovvero la “quarta gamba” della coalizione. Critiche a sinistra, magari anche solo un richiamo alla gentile insegnate che a Torino urlava di voler ammazzare i poliziotti? NESSUNA, NON PERVENUTE, NON RIPORTATE, censura per la sinistra sempre a quota 0 (zero). Ciascun lettore può farsi quindi un’idea della visione “super partes” che, almeno in questa campagna, dimostra nei fatti Amnesty International.
La stessa AMNESTY INTERNATIONAL continua invece una apprezzabile campagna di sensibilizzazione contro la pena di morte e particolarmente per salvare Ahmadreza Djalali, il medico già ricercatore presso l’Università Avogadro di NOVARA cui nei giorni scorsi la sezione 33 della Corte suprema iraniana ha respinto la richiesta di revisione della sua condanna a morte.
Lo ha fatto sapere la sua avvocata, Zeinab Taheri. “Il giudice ha respinto la nostra richiesta in meno di un’ora“, ha spiegato, “depositeremo una nuova domanda alla Corte suprema, chiedendo che il dossier sia letto, vista la delicatezza del caso“.
Djalali fu arrestato nell’aprile 2016, dopo un breve viaggio in Iran, e dichiarato colpevole di aver passato informazioni su due scienziati nucleari iraniani al Mossad, prima che venissero uccisi. Condannato a morte al termine di un processo profondamente irregolare, il ricercatore si è sempre professato estraneo alle accuse. Nei giorni scorsi, la Svezia ha conferito la cittadinanza a Djalali, creando imbarazzo nelle autorità iraniane che hanno accusato il paese scandinavo di “interferire negli affari interni della Repubblica islamica“
PERCHE’ L’ ITALIA CON UN ATTO STRAORDINARIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA NON CONFERISCE A DJALALI ANCHE LA CITTADINANZA ITALIANA? Perché non lo fanno anche altri paesi europei?
Forza Mogherini, svegliati dal sonno!! .