Ora il Piemonte cambia passo

Riportiamo l’articolo, a firma di Oscar Serra, pubblicato su “Lo Spiffero” il 28 dicembre 2016
Sergio Chiamparino non ha dubbi: “Il 2017 sarà l’anno della svolta”. Nella tradizionale conferenza di fine anno che coincide anche con il giro di boa del suo mandato, il numero uno di piazza Castello traccia un bilancio dei primi due anni e mezzo di governo, improntati al rigore dei conti, e ora vuole “pensare agli investimenti”. Nessun “libera tutti” come ormai ripete a ogni piè spinto, ma operazioni strutturali per lasciare un’impronta della sua gestione. Due i principali assi di intervento: sanità e ricerca, attraverso i Parchi o Città della Salute di Torino e Novara, e i trasporti con la Torino-Lione e il Terzo Valico. Finora si è messo ordine, grazie al rigoroso lavoro su conti e personale del vicepresidente Aldo Reschigna, “abbiamo rimesso la macchina regionale nelle condizioni di tenere la rotta” spiega con una metafora Chiamparino, che poi in concreto significa “abbiamo trovato un disavanzo di 7,5 miliardi e ora i conti sono in equilibrio”. Ma è lui il primo a sapere che ora serve un cambio di passo, come gli è stato chiesto su più fronti in questi mesi: dalle imprese alla sua stessa maggioranza in Consiglio, che finora ha diligentemente approvato tutto ciò che veniva partorito al secondo piano del palazzo di piazza Castello.
ECCO COSA HA FATTO IL GOVERNO REGIONALE
GLI INVESTIMENTI – Il primo obiettivo è portare a casa il Patto per il Piemonte e Torino, varato al crepuscolo del governo Renzi, prima del referendum costituzionale, e sul quale ora dovrebbero esserci i presupposti per ottenere la firma di Claudio De Vincenti, che ha seguito tutto l’iter quando era sottosegretario e adesso potrebbe sottoscrivere l’intesa da neo ministro della cooperazione. La deadline fissata da Chiamparino è “la fine di gennaio”, insomma ci sono trenta giorni per sbloccare subito quegli interventi finanziati con i fondi Fsc, 580 milioni che, secondo il governatore, arriveranno a 700, liberando risorse per far fronte ai danni dell’alluvione. Questi, per ammissione dello stesso Chiamparino, sono “gli unici certi” rispetto ai voli pindarici (effettuati in gran parte dal Comune di Torino) inseriti nel piano ma per i quali a oggi mancano le coperture finanziarie. Anzi verso l’amministrazione grillina guidata da Chiara Appendino – nei confronti della quale ha rivendicato la collaborazione “istituzionale” di questi sei mesi – non ha risparmiato strali polemici, in particolare sui fondi per il trasporto pubblico locale: “Se l’ obiettivo è quello di far saltare l’intesa, si sappia che grandi alternative non ne esistono, perché non ci sono condizioni più favorevoli di queste”, ha ammonito il governatore. “Stiamo già facendo sacrifici maggiori rispetto al resto del Piemonte”, ha osservato, dopo l’ultima riunione, prima di Natale, dell’agenzia regionale per la mobilità. “Stupiscono i resoconti che arrivano da un certo fronte – ha affermato stizzito -, perché contraddicono i verbali delle riunioni…”.
Prosegue, intanto, l’iter di realizzazione del Parco della Salute di Torino. Dopo aver individuato le Molinette come stazione appaltante per le opere che dovranno essere messe in cantiere, la Regione ora si attiverà per il reperimento dei fondi ancora necessari e contestualmente porterà avanti la fase progettuale. “A chi verrà dopo di me – dice Chiamparino, che ha più volte individuato nel grande ospedale il fiore all’occhiello della sua legislatura – vorrei lasciargli l’onore di posare la prima pietra”.
IL GRATTACIELO – Resta ancora aperta la partita relativa all’ultimazione del grattacielo, il cui cantiere è fermo da diversi mesi dopo il fallimento di una delle aziende costruttrici, “ieri è stato fatto un passo in avanti decisivo” ha detto Reschigna. Nella riunione con l’Ati Finanziaria e la residua Ati costruttiva è stato infatti firmato un protocollo di pre-intesa con l’obiettivo di trasformalo entro 15 giorni “in un contratto di subentro che consentirà l’ultimazione dei lavori”, ha aggiunto il braccio destro di Chiamparino che ha lavorato in questi mesi per evitare un nuovo bando pubblico, con il conseguente slittamento dei tempi di consegna dell’opera ormai quasi ultimata.