Manovre anti-finanziarie, il 63% delle tasse che lo Stato incassa sono pagate dal 15% dei contribuenti.
Riceviamo in Redazione, e condividiamo, l’articolo a firma di Carlo Manacorda*, pubblicato in data 10 Novembre 2024 su “www.lineaitaliapiemonte.it“
Chi paga le tasse in Italia e in che misura? “E’ un folle sogno tutto italiano: pensare di far funzionare il Paese con il 60% circa degli italiani a quasi totale carico del restante 40%”. Lo afferma il Rapporto “Osservatorio sulla Spesa Pubblica e sulle Entrate 2024” presentato alla Camera. Ecco, spiegato semplice, chi paga cosa.
Il 4 novembre 2024 è iniziato il dibattito parlamentare sulla Manovra finanziaria 2025, cioè su cosa mettere di nuovo nel Bilancio dello Stato per il 2025. Il Governo Meloni propone una spesa in più di circa 30 miliardi di euro, ma non si sa come pagarla. Il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti sta cercando, disperatamente, risorse finanziarie per pagarla tutta. Alla fine si metterà una pezza, magari facendo salire ancora un po’ i 3mila miliardi di debito pubblico che pesano già sugli italiani. E, così, anche il Bilancio dello Stato 2025 ― come tutti i precedenti ― vedrà la luce. Poi scenderà il silenzio fino alla Manovra 2026.
Però, in ogni giorno dell’anno festività comprese, si compiono manovre finanziarie private e silenziose. Sono quelle dei cittadini (di ogni categoria) che inventano mille artifici per non pagare le tasse. Possono quindi definirsi manovre anti-finanziarie. Non pagando le tasse, non fanno arrivare allo Stato i quattrini che contribuirebbero a far quadrare le manovre finanziarie pubbliche.
La politica ― di destra o di sinistra ― non ama parlarne: chi le compie vota e, quindi, è meglio non tirare fuori cose di questo genere. Infatti, anche nel dibattito parlamentare sulle manovre finanziarie e sulle difficoltà di trovare le coperture mancanti delle spese, non ne viene fatto alcun cenno. Però esistono, e si conoscono bene.
Il 29 ottobre 2024, il Centro studi di Itinerari Previdenziali ― unitamente a CIDA (Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità) ― ha presentato alla Camera dei Deputati il Rapporto “OSSERVATORIO SULLA SPESA PUBBLICA E SULLE ENTRATE 2024 Undicesima indagine sulle entrate fiscali. Le dichiarazioni dei redditi 2022: l’analisi IRPEF e delle altre imposte dirette e indirette per importi, tipologia dei contribuenti e territori negli ultimi 15 anni Chi paga per mantenere il welfare state? La spesa per sanità e assistenza è sostenibile?”, Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2024 – “Le dichiarazioni dei redditi 2022: l’analisi IRPEF e delle altre imposte dirette e indirette per importi, tipologia dei contribuenti e territori negli ultimi 15 anni”.
La pubblicazione espone l’indagine annuale sulle dichiarazioni dei redditi presentate dagli italiani fatta dal Centro. L’indagine ha lo scopo di verificare se le entrate per tasse e contributi siano sufficienti a finanziare le spese per pensioni, sanità e assistenza sociale, il cosiddetto welfare (costo 2022: 559,5 miliardi di euro). Si sottolinea che, mentre per pensioni e assicurazioni per infortuni sul lavoro si può parlare di un sistema che si autofinanzia con i contributi versati da lavoratori e imprese, i circa 300 miliardi per sanità e assistenza sociale devono essere coperti attraverso le tasse (o facendo debito).
Il Rapporto è estremamente dettagliato nell’esame di ogni singola tassa presente nel nostro Paese e sulle percentuali di paganti e non paganti e conseguenti importi riscossi dalle casse pubbliche. Osserva tuttavia che, dall’indagine, “emergono scomode verità” sia con riferimento alle tasse che incassa lo Stato, sia avendo riguardo a quelle che si versano agli enti locali (regioni, comuni, etc.). Le scomode verità riguardano, com’è intuibile, l’elevata evasione nel pagamento delle tasse che si riscontra in ogni settore o categoria sociale dei contribuenti.
Il Rapporto conclude quindi osservando che: “Prosegue anche con l’attuale Governo e con questa attuale opposizione il folle sogno tutto italiano: pensare di far funzionare il Paese con il 60% circa degli italiani a quasi totale carico del restante 40%”.
Con maggior precisione, prosegue: “La fotografia del Paese sta tutta in queste scarne cifre: il 15,27%della popolazione paga il 63,39% delle tasse; mentre il restante 84,74% paga il 36,61%”. Ma gli importi pagati non sono comunque sufficienti per coprire tutti i 300 miliardi del costo di sanità e dell’assistenza sociale. Quindi, lo Stato fa debito. Eppure anche questo 84,74% dei cittadini che contribuisce minimamente o non contribuisce per niente nel pagamento delle tasse beneficia della sanità e delle altre assistenze sociali nella stessa misura in cui ne godono coloro che pagano la maggior parte delle tasse.
L’evasione fiscale complessiva viene anche fotografata dalle verifiche dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) attraverso il Rapporto sull’economia non osservata, cioè quella in nero che sfugge a qualsiasi tipo di controllo, di cui s’è parlato recentemente in questa rubrica.
Il 18/10/2024, l’ISTAT ha pubblicato i dati sull’economia in nero, aggiornando quelli relativi al 2021 e indicano quelli per il 2022. Report-Economia-non-osservata_2022-1.pdf L’economia in nero del 2021 è stata di 184 miliardi ed è salita a 202 miliardi nel 2022. Ovviamente, tutta questa economia è esentasse.
Superfluo osservare che l’evasione fiscale è maggiormente presente nelle categorie del lavoro libero e, assai meno, in quelle del lavoro dipendente e dei pensionati.
* Carlo Manacorda, economista ed esperto di bilanci pubblici
[Fonte: https://www.lineaitaliapiemonte.it/2024/11/10/mobile/leggi-notizia/argomenti/editoriali/articolo/manovre-anti-finanziarie-il-63-delle-tasse-che-lo-stato-incassa-sono-pagate-dal-15-dei-contribuen.html]