Mal comune, MES gaudio
Redazione – Burrasca in arrivo. Non è una profezia di sventura. Si tratta di uno scenario altamente probabile.
Scopriamo, infatti, che la modifica delle nuove regole proposte per il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), accettate dal nostro Governo, senza consultare il Parlamento, è impossibile. In parole povere, nella prima metà del 2019, il Presidente del Consiglio e chi, insieme a lui, ha discusso queste regole, non si è preoccupato di consultare, come d’obbligo il Parlamento. Non solo. Al Parlamento non resterebbe che firmare o rigettare, senza poter dire la sua. Così ha candidamente affermato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Gualtieri.
Premessa. Il nostro rapporto tra debito e PIL è superiore al 100%. Tradotto. Non abbiamo risorse per pagare il nostro debito e lavoriamo per pagarlo. Questo ci mette sotto scacco. Secondo aspetto. Come riporta il Sole 24 Ore, anche nel caso dell’Italia, gran parte del PIL è legato ai depositi bancari. Si tratta di un ammontare pari all’80% del PIL. Terzo fatto. Le banche tedesche fanno acqua da tutte le parti. Quarto fatto. Il MES ed i suoi rappresentanti possono operare in condizioni di impunibilità (sic!), causa regole già esistenti. Quinto fatto. Il presidente del MES è tedesco.
Risultato. I rappresentanti del nostro Governo avrebbero accettato delle regole, pilotate dai tedeschi, in cui esiste una elevatissima probabilità di essere messi sotto scacco. Dovremmo, insomma, pagare con i nostri soldi il buco delle banche tedesche, facendo la fine della Grecia. Tutto ciò con il placet del Presidente del Consiglio e del suo entourage, che quelle regole le ha accettate e approvate, senza sentire il Parlamento.
Alcune considerazioni su questo fatto abominevole, come discusse in un articolo del Fatto Quotidiano. Il Governo ha impegnato, di fatto, l’Italia senza consultare il Parlamento. Avrebbe, invece, dovuto, ai sensi dell’articolo 5 comma 2 della legge 234 del 2012, tener conto degli “atti di indirizzo adottati dalle Camere”. Far valutare al Parlamento un testo inemendabile è una presa in giro. Eppure, una risoluzione (nr. 6-00076) approvata dal Parlamento, il 19 giugno 2019 di quest’anno, recitava papale papale: “Si impegna il Governo a non approvare modifiche che prevedano condizionalità”. Del resto, bisognerebbe ricordare che, secondo la Costituzione (articolo 80), “Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi”. Invece, non vi è stata nemmeno una discussione.
Il Presidente del Consiglio, Conte, non si è pronunciato pubblicamente. Lo farà oggi. Gioverebbe ricordare la sua formazione giuridica. Non lo ha fatto nemmeno il Presidente della Repubblica, che è e deve essere garante del rispetto della Costituzione. Per ora non è giunto nemmeno un auspicabile messaggio alle Camere. Renzi e i suoi hanno deciso di disertare il vertice di maggioranza su questo tema. Lo ricordino, per il futuro, chi li ha votati. Se ne sono lavati le mani. Come riporta il Corriere della Sera, Renzi ha dichiarato su LA7 «Noi non abbiamo nulla su cui litigare, se la vedano tra loro». Traduciamo. Il Parlamento ed i cittadini, che hanno eletto i loro rappresentanti, sono stati beffati. La maggioranza e il Governo se ne fregano. Ciò è inaccettabile. Che il MES possa diventare un fondo salva banche tedesche è evidente. Lo scrivono molti economisti. Anche quelli con posizioni a favore dell’Europa.
Conseguenze. Questi “signori” dovrebbero essere spediti urgentemente a casa. Lo dovrebbe fare il Parlamento. Il Presidente della Repubblica dovrebbe intervenire. Ciò che è accaduto non è ammissibile. Se nulla di ciò accadesse, forse, sarebbe il caso che i cittadini si arrabbiassero. Almeno un po’. Almeno per una volta tutti insieme.