LA SINISTRA SI DÀ ALLA CACCIA ALLE STREGHE di Carlo Manacorda*
In totale sfascio politico-numerico, la Sinistra riesuma sistemi di lotta medioevale. Si dà alla “caccia alle streghe”.
Com’è noto, la “caccia alle streghe” fu un fenomeno nato nel Medioevo e perdurato per alcuni secoli. Si individuavano, a scopo persecutorio, persone definite streghe o stregoni. Si denunciavano, a loro carico, false prove di stregoneria. Ne seguivano processi sommari che, quasi sempre, si concludevano con la morte sul rogo della strega o dello stregone. Oggi, in senso figurato, si usa l’espressione: “caccia alle streghe” per indicare “inchieste, indagini e simili tese non tanto a risolvere un problema quanto a individuarne i responsabili veri o presunti, o per azioni persecutorie contro nemici politici, ideologici e simili” (Caccia – Dizionario dei Modi di Dire | Corriere.it).
Episodi recenti inducono a pensare che la Sinistra ― digiuna dello strapotere graziosamente concessole mediante azzardate alchimie istituzionali ―, per dimostrare la propria esistenza abbia scelto di darsi, come detto, alla “caccia alle streghe”.
Prendiamo il caso del Ministro della Difesa Guido Crosetto. In un’intervista del 4 gennaio 2023 al quotidiano ”La Repubblica”, Crosetto critica la BCE (Banca Centrale Europea) che decide di aumentare, ulteriormente, i tassi d’interesse per fronteggiare l’inflazione e, contemporaneamente, di ridurre gli acquisti dei titoli di debito emessi dagli Stati dell’area euro. Fatte alcune valutazioni di tipo economico su questi due punti (“Non sta a me giudicare ma non serve un premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi”…”Quando Draghi lanciò il whatever it takes, la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’è alcuna ragione per una stretta”), Crosetto solleva però un problema di grande rilievo soprattutto politico.
BCE ed Eba (European Banking Authority – Autorità bancaria europea) operano in totale autonomia rispetto ai programmi economici dell’Europa e dei singoli governi nazionali. Crosetto si chiede se non: “Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali”. Crosetto ha presenti le difficoltà che dovrà affrontare lo Stato italiano nel 2023: emettere, nel triennio 2023-2025, titoli di debito per oltre 1.500 miliardi, e pagare interessi, nello stesso periodo, per oltre 250 miliardi (Bilancio di previsione 2023-2025, L. 197/2022). E infatti aggiunge nell’intervista che, nella legge di bilancio, sono stati stanziati “oltre 20 miliardi in più, rispetto allo scorso anno, per pagare gli interessi sul debito pubblico”. Comunque, da componente del Governo in carica, entrambe le critiche alla BCE sembrano del tutto legittime. Né pare che, con esse, Crosetto dichiari guerra all’Unione europea (Ue) chiedendone l’abolizione.
Si dà il caso che, ancora prima dell’intervista di Crosetto, Il Sole 24 Ore del 3 gennaio 2023 abbia dedicato alle dichiarazioni della Presidente della BCE Christine Lagarde di voler continuare ad aumentare i tassi d’interesse e ridurre gli acquisti dei titoli di Stato da parte della BCE un’intera pagina, con titoli molto significativi. Un’intervista al Presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) Antonio Patuelli, e sulla base delle sue dichiarazioni, è titolata: “Bce ci ripensi: stop a un nuovo aumento di tassi a inizio anno”. E ancora, a fianco: “Francoforte sbaglia: siamo in agflazione”, cioè in un aumento dell’inflazione causato dall’aumento dei prezzi delle materie prime (ora, principalmente, del gas). Antonio Patuelli interviene, nuovamente, su “La Stampa” del 15 gennaio 2013: “La BCE smetta di alzare i tassi, dobbiamo evitare la recessione”.
La Sinistra però non ha atteso un secondo per accusare il Ministro della Difesa di “stregoneria”. In questo caso, le pratiche “stregonesche” si chiamano populismo e sovranismo. Mischiando confusamente populismo e sovranismo, sostiene che il populismo lo si percepisce allorché Crosetto, dopo aver detto che la BCE non deve aumentare i tassi d’interesse, aggiunge che, se lo fa, non può cessare gli acquisti di titoli statali. La Sinistra vuole dimostrare che Lei sa ben leggere il vero retro pensiero populista di Crosetto. Quando egli dice alla BCE: “Aumenta pure i tassi d’interesse, ma continua a comprare il debito” la Sinistra sa, per certo, che pensi: “Così noi continuiamo a farne per soddisfare tutte le richieste del popolo, e aumentiamo il nostro consenso. Intanto poi tu lo compri”.
Quanto al sovranismo, cioè alla difesa della sovranità nazionale in contrapposizione a politiche sovranazionali, Benedetto Della Vedova (+ Europa) taglia corto: “Su questo è bene che Giorgia Meloni si pronunci subito e con nettezza: il governo italiano punta a mettere in discussione i principi di autonomia e indipendenza fondativi della Bce oppure li difende?”. E Carlo Calenda (leader di Azione) aggiunge: “Questa intervista di Guido Crosetto è demenziale e pericolosa. Demenziale da un punto di vista tecnico – la Bce deve contrastare l’inflazione che mangia i salari e le pensioni – pericolosa perché riesuma tutto l’arsenale di fesserie sovraniste antieuropee”. Parole di questa natura sono, chiaramente, di “caccia alle streghe”. Senza far trasparire alcuna volontà di approfondire i due punti sollevati da Crosetto, si traducono solo in attacchi persecutori/diffamatori dell’avversario politico.
È infatti evidente che, seguendo le stravaganti accuse a Crosetto, si dovrebbe concludere che anche il Presidente dell’ABI è populista e sovranista. Ovviamente, una conclusione di questo genere sarebbe totalmente fuori dal mondo.
La necessità poi di rivedere poteri e organizzazione dell’Ue è fuor di dubbio. La realtà di oggi è ben diversa da quella che esisteva negli anni passati quando si delineavano funzioni e poteri dell’Ue e degli organismi collegati. Evidente dimostrazione di questa necessità è data dal fatto che si stanno riscrivendo le regole di alcuni istituti. Citiamo, per tutti, la ridefinizione del Patto di stabilità e crescita. Deciso dall’Europa nel 1997 per uniformare le politiche di bilancio degli Stati dell’Ue, cioè le scelte sulle entrate e sulle spese che compongono il loro bilancio, è stato sospeso a causa della pandemia di Covid. Ora, se ne pensa una formulazione più aderente all’odierna realtà. Inoltre, la stessa architettura dell’Ue, essendo rimasti incompiuti alcuni importanti suoi tasselli, meriterebbe una rivisitazione.
Buon senso vorrebbe che la Sinistra, anziché dare la “la caccia alle streghe” per scaricare sugli avversari politici il suo livore per la perdita del potere, fosse disponibile a un dibattito su questi temi. Ne guadagnerebbe in dignità e, forsanche, in consenso.
*Carlo Manacorda, Economista ed esperto di bilanci pubblici