La lotteria degli scontrini è partita ma cresce l’irritazione dei commercianti.
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, l’articolo a firma di *Carlo Manacorda pubblicato in data 17 Febbraio 2021 su “www.lineaitaliapiemonte.it“
Dal 1° febbraio è partita la riffa di Stato che dovrebbe servire a combattere l’evasione fiscale. Ma il momento non poteva essere peggiore: i commercianti, a causa delle continue interruzioni dell’attività, hanno guadagni ridotti o azzerati e ora si trovano a dover sostenere costi aggiuntivi, e senza bonus, per favorire i giocatori della lotteria. Ancora una volta lo Stato non tiene conto delle condizioni di alcune categorie di cittadini e anzi li carica di altri oneri.
E così, dopo vari rinvii, la riffa di Stato ― gioiosamente definita “lotteria degli scontrini” ― è ufficialmente partita il 1° febbraio. Già prevista in una legge del 2017, dovrebbe aiutare lo Stato nella lotta all’evasione fiscale. Il cittadino viene invogliato a farsi rilasciare dal commerciante ― e, in generale, da tutti coloro che sono tenuti ad avere la partita IVA ― lo scontrino fiscale per l’acquisto di beni o servizi superiore a 1 euro pagato con carte o bancomat (escluso quindi il pagamento in contanti), con la promessa di farlo partecipare all’estrazione di ricchi premi (10 premi mensili da 100.000 euro, prima estrazione 11 marzo 2021); da giugno 2021, 15 premi settimanali da 25.000 euro; nel 2022, un’estrazione annuale da 5 milioni di euro).
Per mettere in funzione il meccanismo, il cittadino deve farsi rilasciare, dall’Agenzia delle Entrate (www.lotteriadegliscontrini.gov.it), il proprio codice lotteria e presentarlo al commerciante al momento dell’acquisto. Il commerciante rileverà questo codice attraverso un lettore ottico collegato al proprio registratore telematico (come avviene già per gli acquisti in farmacia con la tessera sanitaria) e rilascerà lo scontrino fiscale. Attraverso il registratore telematico, i dati arriveranno, direttamente, all’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia calcola il punteggio attribuibile al cittadino in base agli acquisti effettuati e lo annota per farlo partecipare alle estrazioni. Contemporaneamente, viene a conoscere l’ammontare delle somme incassate, giornalmente, dal commerciante. Potrà quindi verificare se i suoi incassi coincidono con le sue dichiarazioni ai fini dell’IVA. Alla lotteria degli scontrini possono partecipare soltanto cittadini maggiorenni residenti in Italia. Gli acquisti non devono essere fatti nell’esercizio di impresa, di arti o professioni.
La lotteria degli scontrini prevede anche la partecipazione dei commercianti alle estrazioni, con l’assegnazione dei premi a loro riservati. Ma questo non basta per far cessare la loro irritazione poiché l‘avvio della lotteria non poteva avvenire in un momento peggiore. A causa della pandemia, questi operatori hanno subito e subiscono continue interruzioni delle loro attività. Conseguentemente, i loro guadagni si sono ridotti; spesso azzerati. Al contempo, hanno già dovuto sostenere costi per ottemperare a norme in materia di tasse. Ora ne dovrebbero sostenere altri e senza bonus per favorire i giocatori della lotteria. Questo non va giù. Di qui una serpeggiante rivolta che fa dire ad alcuni che non intendono adeguarsi a quanto deciso dal Governo.
Occorre infatti tenere presente che il cosiddetto decreto Rilancio ha stabilito l’obbligo per tutti i titolari di partita IVA ― quindi anche per quelli con volume d’affari annuo inferiore a 400.000 euro ― di memorizzare elettronicamente e trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate, a partire dal 1° gennaio 2021, i dati relativi agli incassi giornalieri. L’osservanza di questa disposizione ha richiesto di acquistare, entro il 31 dicembre 2020, un nuovo registratore di cassa telematico ― cioè in grado di connettersi a Internet e comunicare automaticamente i dati all’Agenzia delle Entrate ―, oppure di adeguare quello già posseduto per effettuare queste funzioni. Il nuovo registratore, o quello già posseduto opportunamente adeguato, rilascia lo scontrino elettronico. Il mancato rilascio dello scontrino elettronico è punito con sanzioni anche pesanti. Benché sia previsto un bonus per l’acquisto del nuovo registratore o per l’adeguamento di quello già posseduto, non c’è dubbio che già tutto questo ha comportato costi per il commerciante.
Ora questa strumentazione può essere usata anche per la lotteria degli scontrini. Ma occorre integrarla, entro il 1° aprile 2021, con un lettore ottico in grado di rilevare il codice lotteria dell’acquirente. Per intenderci, il classico Pos o altri sistemi simili. Cioè si rendono necessarie nuove spese, che ne generano altre per la gestione del Pos. Ed è questo che ha dato luogo all’irritazione delle partite IVA. Lo Stato non tiene conto delle loro attuali precarie condizioni e, senza alcun sostegno, le carica di altri oneri anche se per perseguire il suo nobile fine di lotta all’evasione fiscale.
Il non attrezzarsi per consentire lo svolgimento della lotteria degli scontrini pone però un problema. Il commerciante deve rilasciare lo scontrino fiscale se il cliente glielo chiede per partecipare alla lotteria. Se è privo dell’attrezzatura occorrente, evidentemente non può rilasciarglielo. In un primo tempo, era prevista una sanzione da 100 a 500 euro per il commerciante che si rifiutava di rilasciare lo scontrino. Ora la sanzione è stata cancellata. L’acquirente può però segnalare questo rifiuto all’Agenzia delle Entrate nell’apposita sezione del portale della lotteria. L’Agenzia potrà annotare il commerciante nelle liste “a rischio di evasione” e attivare controlli nei suoi confronti attraverso la Guardia di Finanza. Tenendo conto di questo, il commerciante può pensare o di dotarsi dell’attrezzatura, e quindi rilasciare scontrini e partecipare lui stesso alla lotteria, oppure di rischiare la segnalazione da parte del cliente all’Agenzia delle Entrate, con le dette conseguenze.
Nel confuso avvio della lotteria degli scontrini, c’è però ancora un punto da tener presente. Una norma del 2012 stabilisce che le Agenzie fiscali e la Guardia di Finanza tengono conto delle segnalazioni di violazioni tributarie, incluse quelle relative all’obbligo di emissione della ricevuta o dello scontrino fiscale. Ma le segnalazioni non devono essere anonime. Questa norma dovrebbe valere anche per la lotteria degli scontrini. Per le segnalazioni di rifiuto di rilascio dello scontrino fiscale, il denunciante deve fornire i propri dati identificativi alla Guardia di Finanza o all’Agenzia delle Entrate. Se la denuncia è anonima, questi due enti non hanno l’obbligo di fare accertamenti.
Concludendo, resta sempre un’amara considerazione. Uno Stato pasticcione non è in grado di svolgere da solo le proprie funzioni. In questo caso, far pagare le tasse. Si affida quindi a cittadini “spioni” e tartassa a seconda delle situazioni, anche quando non dovrebbe, categorie di operatori economici. C’è solo da augurarsi che il nuovo Governo provveda finalmente, e con modalità accettabili, alla tanto proclamata riforma della pubblica amministrazione.