La Lega conquista la Valle d’Aosta
Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 19 giugno 2018
Con la spregiudicatezza tattica che contraddistingue il nuovo corso salviniano, la Lega si allea con una parte delle formazioni autonomiste e conquista il governo della Regione Valle d’Aosta. L’accordo è stato siglato ieri sera e porta le firme oltre a quella di Nicoletta Spelgatti, pasionaria del Carroccio locale, dei rappresentanti del cosiddetto gruppo dei Dieci (Stella Apina-Area Civica-PnV, Alpe, Mpuv) e di Emily Rini, l’assessore uscente all’Istruzione fuoriuscita dall’Union Valdotaine: 18 consiglieri sui 35 che compongono il parlamentino valdostano. Un’intesa raggiunta in neppure un’ora di discussione nella sede della Stella Alpina di via Monte Solarolo e che consente a un mese dalle urne dello scorso 20 maggio di dare un governo alla Valle d’Aosta.
Una maggioranza che punta ad allargare il proprio perimetro, dichiarandosi disponibile ad accogliere il contributo di altre forze o singoli: “Ricordato il lavoro in corso da parte del raggruppamento su alcuni punti programmatici per risolvere i singoli problemi da affrontare nel corso della nuova legislatura – si legge nella nota diffusa al termine del summit – si aprono al dialogo fin da subito in vista della ormai imminente prima seduta del Consiglio regionale del 26 giugno con chi, forze politiche o singoli eletti, ritenga di affrontare in una logica di discontinuità la difficile situazione valdostana, offrendo il proprio appoggio e il proprio sostegno per garantire la necessaria governabilità in un’ottica di servizio per l’intera comunità valdostana”. Difficile pensare che il Movimento 5 stelle – su cui la Lega alla vigilia del voto puntava per costruire un asse privilegiato – possa convergere e puntellare la nuova maggioranza: è probabile che i quattro consiglieri grillini, approdati in Consiglio pur con una performance elettorale striminzita del loro partito, restino all’opposizione.
Dura la reazione dell’Union Valdotaine che, pur avendo subito un forte arretramento, resta la prima forza politica della Regione. Nel definire “debole” ed eterogenea la maggioranza uscita dal conclave di ieri, l’Uv “vede in questa operazione la volontà di costruire una maggioranza raccogliticcia, cercando di far forzatamente convivere al suo interno posizioni politiche del tutto antitetiche in una pura ottica spartitoria”. Operazione resa oltretutto possibile dalla decisione della Rini di abbandonare il partito “malgrado gli impegni da lei sottoscritti al momento della sua candidatura”. Valutazioni simili a quelle che il Pd, rimasto fuori dall’Assemblea, esprime in un comunicato: “L’alleanza è composita ed è difficile pensare di vedere al lavoro forze che si sono sempre dette autonomiste e di sinistra, in particolare Mouv e Alpe, con la Lega. La Lega di Salvini che scheda le persone in base all’etnia e lascia i bambini in mezzo al mare. Aspettiamo di vedere le proposte programmatiche, ma al momento l’unico collante sembra la voglia di andare al governo per occupare le poltrone”. Secondo il Pd “a chi crede in una Valle d’Aosta che tutela i diritti di tutti spetta ora il compito di costruire un’alternativa popolare e seria, noi lavoreremo in questo senso e siamo sicuri che tanti valdostani lavoreranno con noi”.