Il ruolo dei lavoratori nella società delle macchine intelligenti
Daniele Lonardo – Si è svolto, lunedì 14 maggio 2018, presso il Centro Studi San Carlo (Via Monte di Pietà, 1) il convegno dal titolo “Il ruolo dei lavoratori nella società delle macchine intelligenti”. L’evento, organizzato dall’Associazione Rinascimento Europeo, si colloca all’interno della programmazione “Salone Off”, il Salone del Libro “diffuso” che porta libri e autori fuori dai padiglioni fieristici del Lingotto, tra le vie e i quartieri del Centro di Torino e non solo.
Il dibattito, magistralmente moderato dal Portavoce dell’Associazione – Avvocato Stefano Commodo – ha visto la partecipazione di Riccardo Ghidella, Presidente Nazionale di UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Ezio Ercole (Vice-Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte), Alberto Acquaviva e Riccardo Lala.
Dio creò Adamo dal fango proveniente dalla terra e creò per Lui e per la sua discendenza questo mondo, ut operaretur et custodiret illum (Genesi 2, 15), perché lo lavorasse e lo custodisse. Il lavoro non deve essere inteso come il frutto di una colpa bensì come uno strumento che Dio ci affida allo scopo di guadagnarci il sostentamento quotidiano e raccogliere, così, i frutti per la Vita Eterna: l’uomo nasce per lavorare, come gli uccelli per volare (Giobbe 5, 7). Il modello sociale europeo e il pensiero sociale cristiano possono fornire idee innovative, fondate sul rinnovamento e il potenziamento dell’Umano: non si vuole criminalizzare o mettere sotto accusa il progresso tecnologico bensì prendere coscienza del fatto che in un’epoca sempre più permeata da “macchine intelligenti”, o meglio “sistemi esperti”, l’uomo se non vuole farsi comandare da queste ultime, deve riacquistare la forza di comandare e governare la tecnica.
Secondo Ghidella, l’attuale crisi economico-finanziaria è figlia di una crisi strutturale delle istituzioni: una vera e propria debolezza strutturale che richiede ai lavoratori una sempre maggiore flessibilità e mobilità rischiando di generare una spersonalizzazione del lavoratore. A fronte di un 30% circa in meno di forza lavoro, sostituita dal processo di digitalizzazione, risulta fondamentale una riscoperta valoriale a partire dai vertici aziendali: quale “utile” deve generare la mia impresa? Quali “costi” sono disposto, in qualità di manager, ad affrontare? Occorre una più ferrea volontà morale per riuscire a scindere la linea sottile che separa il Bene dal Male. L’impresa sociale non deve guardare solo al profitto degli azionisti bensì porre una maggiore attenzione alla persona del lavoratore e alla sua famiglia. La ricetta per fare ciò? 1) un’opera di formazione adeguata per riqualificare professionalmente i lavoratori; 2) una maggiore condivisione e partecipazione al capitale e alla gestione d’impresa in cui i lavoratori siano parte attiva; 3) un maggiore sforzo da parte dei gruppi sociali intermedi al fine di creare aggregazione su di un cd. nuovo patto sociale: una vera e propria svolta strutturale improntata alla ricerca (e creazione) di un umanesimo rinnovato. Una tale battaglia non può avere una dimensione esclusivamente nazionale ma deve coinvolgere anche il livello sovranazionale, quello europeo, affinché si formi una visione di lungo termine meno dettata dall’imperialismo internazionale del denaro, come già prospettava Pio XI alludendo ad un infausto predominio dell’aspetto finanziario su quello produttivo.
Nell’enciclica Caritas in Veritate, Benedetto XVI fa più volte riferimento al concetto di dignità del lavoro: quest’ultimo, oltre essere espressione della dignità dell’uomo, deve poter essere scelto liberamente, permettere ai lavoratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione, soddisfare le necessità della sua famiglia permettendo un’educazione ai figli. Il lavoro, inoltre, deve lasciare uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale.
Nell’enciclica Laudato Sii, Papa Francesco sottolinea come il lavoro concorra a restituire dignità alla persona (anche nel caso in cui l’abbia persa): il diritto all’occupazione rappresenta un diritto primario, a partire dal quale deve orientarsi tutta la discussione sul cambiamento in atto nelle imprese e nel mercato del lavoro. Ambiente, demografia e tecnologia rappresentano i tre pilastri su cui dovrà allinearsi la nuova frontiera del lavoro contemporaneo.
Il lavoro nobilita l’uomo ed è una delle strade che lo conduce alla Santità, così come affermato nell’esortazione apostolica Gaudete et Exultatae del Santo Padre Francesco quando afferma: “Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli” o dove ravvisa la santità nel mondo contemporaneo volgendo lo sguardo agli uomini e alle donne “che lavorano per portare il pane a casa”. La santità “della porta accanto” che, anche nella notte più scura, fa sorgere i più grandi Profeti e Santi.