IL PUNTO n. 762 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, la newsletter “Il Punto” di Marco Zacchera del 17 aprile 2020
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CHE GRANDE, BRUTTO PASTICCIO
Ci stiamo avvitando in caduta libera, ma rispetto a quando mi lanciavo da giovane col paracadute stavolta non c’è neppure quello di emergenza. Serve programmare ed attuare subito – con le dovute cautele e verifiche – una immediata ripartenza produttiva.
Troppi annunci del Premier si trasformano in delusioni e gente non all’altezza sta portando l’ Italia a un doppio disastro, sia interno che nei riguardi degli altri paesi europei dove la ripresa è già cominciata.
Polemico? Davvero non vorrei, ma ditemi voi come si può scrivere un decreto dove, per indicare il tasso cui fare riferimento per un finanziamento alle piccolissime imprese, anziché chiaramente dire 1% (oppure 1,5% o 2%) si debba testualmente scrivere: (art.13) “ Il soggetto richiedente (la banca) deve applicare al finanziamento garantito (all’ azienda) un tasso di interesse…che tenga conto della copertura dei soli costi di istruttoria e di gestione dell’operazione finanziaria non superiore al tasso di Rendistato con durata residua da 4 anni e 7 mesi a 6 anni e 6 mesi, maggiorato della differenza tra il CDS banche a 5 anni e il CDS ITA a 5 anni così come definiti dall’ accordo-quadro per l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica di cui all’art.1, commi da 166 a 178 della legge 11 dicembre 2016 n. 232, maggiorato dello 0,20 per cento… ecc.”
Il CDS sta per Credit Default Swap che cambia ogni mese (come il CDS ITA) e per calcolarlo si fa riferimento alla piattaforma (privata) Markit . Il punto è che neppure su questa piattaforma c’è un indicatore medio, perché l’interesse applicabile va poi calcolato per il rating e l’operatività di ogni singola banca.
I fondi disponibili, tra l’altro, coprono le necessità di una minima parte dei presunti richiedenti l’aiuto.
MA I MINISTRI CHE APPROVANO UN DECRETO COME QUESTO CAPISCONO COSA CI SIA SCRITTO? SE NON LO CAPISCONO (come credo, visto che non lo comprendono neppure i tecnici finanziari) PERCHE’ ALLORA LO APPROVANO E COSA CI STANNO A FARE ?
Fin qui per le piccolissime imprese, ma tutte le aziende con giro d’affari oltre i 100.000 euro e fino a 499 dipendenti (il grosso della produzione, insomma) NON avranno condizioni preferenziali perché i tassi sui finanziamenti richiesti, secondo il decreto, ANDRANNO POI DISCUSSI IN “TRATTATIVA DI LIBERO MERCATO” TRA BANCA E AZIENDA con affidamenti, tempi, interessi, saldo delle garanzie, procedure, modulistica da definire volta per volta. QUINDI NON E’VERO CHE I SOLDI SARANNO CONCESSI A TASSO VICINO ALLO ZERO MA A MOLTO, MOLTO DI PIU’ (“di libero mercato”, appunto) e in una trattativa tra banca e un’ azienda che magari ha già l’acqua alla gola, secondo voi chi vince?
Eppure le banche si possono finanziare a tasso SOTTO LO ZERO con la BCE.
Quindi – in definitiva – il decreto di Conte FAVORISCE LE BANCHE, NON LE IMPRESE!
In quanti l’hanno capito dentro e fuori il governo e quanti cittadini lo possono capire, se c’è una continua informazione raffazzonata, supina e tendenziosa?
Ma come si può pretendere che con queste pantomine l’Italia possa mai uscire dalla crisi più devastante di sempre? Ma perché – anziché chilometriche comparsate di Conte e dei suoi “tecnici” in TV (ormai un esercito tra esperti, commissioni, comitati, istituti superiori, tavoli, tavoli tecnici e task force) – non si chiariscono piuttosto queste cose e soprattutto non si scrivono norme chiare, semplici, veloci, inequivocabili?
Eppure le norme dell’Agenzia delle Entrate per chiarire il differimento dei termini fiscali occupano 44 pagine e ben 150 pagine la prima bozza ministeriale per “la semplificazione (!) e l’accelerazione degli investimenti in materia di opere pubbliche”.
I numeri sottolineano bene la drammatica realtà e la spasmodica necessità di non affogare: in pochi giorni ben 105.727 imprese hanno chiesto ai prefetti di “aprire in deroga”. Di queste – a ier i- 2.296 domande erano state respinte, ma le altre lavorano (o cercano di lavorare) in regime di “silenzio-assenso”: quante siano poi effettivamente quelle in regola o meno, nessuno lo sa.
NON CRIMINALIZZO IL MES
Vi stupirò, ma io non criminalizzo l’eventuale ricorso al MES.
Il discorso è molto lungo mentre su IL PUNTO bisogna invece stringere in poche righe, ma – prima di tutto – per giudicare bisognerebbe soprattutto conoscere bene le condizioni di uno strumento economico “versione 2020” che però per ora nessuno conosce nei dettagli, visto che verranno discussi solo il 23 aprile.
Mentre in questi giorni il nostro spread traballa ma è contenuto basso solo con massicci acquisti di titoli dalla BCE (ma questo non lo ricorda nessuno) capisco le remore di molti paesi europei ad emettere titoli comuni con l’Italia perché – di fondo – non si fidano di noi e francamente ne hanno in parte ragione.
Dovremmo ricordarci che quando nel 1992 abbiamo sottoscritto gli accordi di Maastricht il nostro deficit pubblico era pari al 105% del PIL e noi ci impegnammo a ridurlo al 60% “Entro termini ragionevoli”. 28 anni dopo non solo non l’abbiamo fatto (molti altri paesi europei invece sì), ma il deficit è oggi salito a circa il 137% del PIL con un ragionevole trend – vista la situazione – di andare oltre il 160%.
Sono trascorsi invano anni d’oro durante i quali Draghi alla BCE ha dato tutte le possibilità all’Italia di migliorare i suoi conti pubblici, ma non abbiamo fatto NIENTE, neppure per provarci. Inutile buttarla in caciara politica perché tanto le colpe sono di tutti (anche se il premier che in quel periodo è sopravvissuto più a lungo è stato Matteo Renzi), ma possiamo essere credibili come paese se non manteniamo mai gli impegni presi?
Se accettare il MES è indispensabile per avere altri aiuti europei meglio accettarlo e caso mai NON USARLO piuttosto che rinunciare all’intero pacchetto di miliardi UE senza i quali saremo presto morti stecchiti.
Piuttosto, quando Conte dice “altrimenti facciamo da soli!” cosa intende?
Bluffa come fa spesso o pensa a una patrimoniale, oppure a una super tassa per i “ricchi” ? O forse invece a una mega-emissione di titoli di stato per la ripresa – magari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti – a un 2,5% di interesse esentasse per un quinquennio? Credo che andrebbero a ruba tra i risparmiatori italiani, soprattutto se fossero limitati al circuito interno e in cambio ci fosse anche un incentivo o sconto fiscale.
Per contro, se dobbiamo discutere a Bruxelles del MES quale migliore occasione per PRETENDERE ORA che, in cambio, ci sia una progressiva uniformità fiscale in Europa?
E’ l’unico modo per costruire davvero una “Unione Europea”! E’ indegno che l’Olanda (con Lussemburgo ed Irlanda) offrano in sostanza paradisi fiscali dove finiscono così per avere sede, tra i tanti, anche le società finanziarie ed aziende ex “italiane” tipo Fiat (ora FCA). Questa è la vera concorrenza sleale a livello europeo! Gli olandesi non ci stanno? Cominciamo allora con minacciare ritorsioni, per esempio con Booking.com che guadagna con gli alberghi italiani ma NON paga le imposte in Italia – dove pur produce parte del suo reddito – perché ha sede fittiziamente in Olanda.
BLOCCARE LE “FINANZIARIE”
A volte mi chiedo se il mondo politico abbia concreti piedi per terra.
Per esempio molte famiglie italiane, soprattutto le più povere, non hanno di solito debiti in banca ma soprattutto verso quelle micidiali SOCIETA’ FINANZIARIE (spesso in mano a delinquenti in giacca e cravatta), che li strozzano con tassi al limite (e oltre) l’usura. Una decisione del governo per una moratoria di almeno 90 giorni su ogni tipo di pagamento a queste finanziarie congelando interessi e capitali sarebbe un enorme sollievo per chi si trova indebitato e non sa dove sbattere la testa.
Tra l’altro il rischio è che gli eventuali ritardi i ritardi inneschino il solito giro vizioso di ulteriori interessi e penali in una catena di usura inarrestabile, favorendo le infiltrazioni mafiose.
OMS: I DUBBI DEL MONDO
Consuete critiche a Trump per la minaccia di bloccare per 90 giorni i contributi all’ Organizzazione Mondiale della Sanita, ma sempre più elementi sottolineano come l’OMS sia effettivamente diventato uno strumento politico in mani cinesi.
Finalmente una serie di paesi comincia a farsi delle domande che esigono risposte.
A parte il fatto che gli USA versano questo biennio all’ OMS ben 836 milioni di dollari contro gli 86 di Pechino ed hanno quindi tutti i diritti di protestare, è evidente che non si sia vigilato sulla Cina che per quasi un mese ha nascosto o minimizzato il contagio. Non solo, si sono volutamente ignorati gli allarmi lanciati da Taiwan (stato dall’OMS politicamente non riconosciuto, come impone Pechino) sulla ormai certa diffusione umana del virus..
Anche dopo febbraio l’OMS ha impiegato oltre un mese per dare l’allarme pandemia e nessuno sa cosa effettivamente sia successo non solo a Wuhan ma in tutta la Cina dove tutte le informazioni sono nascoste e filtrate dal governo.
Nessuno può sapere e l’OMS non dice come, dove e perchè sia partita l’epidemia, mentre in TV abbiamo visto solo immagini selezionate dal regim,e tanto che nessuno può confermare il numero di decessi, di quanti realmente infettati o gli effettivi risultati delle misure di contenimento.
Negli USA, intanto, anche fonti di stampa notoriamente ostili a Trump hanno cominciato a porsi dei dubbi sull’OMS e la trasparenza del suo direttore (etiope, ma voluto da Pechino, già ministro degli esteri di un paese – l’Etiopia – che è diventato un avamposto cinese in Africa).
L’Unione Europea anziché prendersela con Trump perché non organizza una seria inchiesta per riuscire finalmente a capire cosa sia effettivamente successo e come funzioni l’OMS?
Saperlo potrebbe esserci molto utile per il futuro!
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[Fonte: http://www.marcozacchera.it/il-punto-di-marco-zacchera.php]