IL PUNTO n. 691 di Marco Zacchera
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 691, di Marco Zacchera, del 19 ottobre 2018
REFERENDUM VCO : VOTARE SI E’ IMPORTANTE
Chiedo scusa ai lettori de “IL PUNTO” non residenti nella mia provincia se insisto su un argomento locale, ma domenica a Verbania si vota per un referendum importante che potrebbe avviare l’iter legislativo per passare dal Piemonte alla Lombardia: un appuntamento molto importante, anche se sottovalutato, che merita attenzione. Credo che domenica al referendum vinceranno infatti i SI, ma – complice una normativa assurda – temo mancherà il quorum e così tutto finirà in nulla. Peccato, perché non sarebbe un salto nel vuoto, ma solo l’inizio di un lungo percorso durante il quale – per lo meno – ci si sarebbe potuto confrontare a Torino con un jolly in mano. Ma da sempre nel VCO siamo una provincia senza idee, senza prospettive, senza lungimiranza: tra 20 anni i nostri nipoti “lombardi” avrebbero avuto molte più occasioni da giocare (vedi la vera autonomia montana di Sondrio) non “contro” il Piemonte facendo parte di una regione molto più “smart” e al centro dell’economia e dei servizi italiani ed europei. D’altronde è sempre così in questo nostro territorio piccolo piccolo, nelle teste prima di tutto: la provincia realizzata dopo decenni di attesa è di fatto abortita, la pur proclamata autonomia montana piemontese mai partita, l’ospedale unico poteva essere realtà già nel 1995 ma le liti territoriali e interne tra i partiti l’hanno polverizzato, tanto che probabilmente non arriverà mai. Abbiamo sempre paura di tutto e soprattutto di cambiare qualcosa, perché ci raccontiamo a vicenda che “piccolo è bello” e che “siamo diversi”. Bugie: essere piccoli può forse essere utile per fare il formaggio genuino (anche se neppure DOP!) o la “bresaula”, ma intanto siamo e continueremo ad essere politicamente ed economicamente moribondi non contando assolutamente niente: solo a litigare tra Cusio, Verbano ed Ossola ci riusciamo bene, anzi benissimo. Martedì sera ascoltavo in un dibattito la nervosissima sindaco di Verbania (ma è in crisi di nervi? Ha paura che Reschigna – o qualcun altro – le rubi il posto per l’anno prossimo? Suvvia, si dia una calmata…) che elencava tutte le sue paure per un qualsiasi cambiamento “pro-Lombardia”. Sono le tipiche paure – secondo me – di chi vuole comunque sostenere sempre lo status quo, vittima di una mentalità chiusa, ristretta, bloccata, senza respiro strategico. Chi propone qualcosa con lungimiranza va sempre contrastato e distrutto. Scrivevo la scorsa settimana che ora la sindaco PD di Verbania gioisce perché la Lamborghini ha fatto uno sport pubblicitario ambientato al CEM-Maggiore (il nuovo centro eventi cittadino voluto e realizzato dalla mia amministrazione), ma cinque anni fa il suo stesso PD raccoglieva le firme per fermare l’opera (pur già appaltata e finanziata dall’Europa!) e comunque oggi il “centro eventi” è solo usato come modesto teatro di provincia. E’ sempre vietato pensare in grande, avere una strategia e prendere atto – in buona sostanza – che il futuro va naturalmente verso la Lombardia, non l’emarginato Piemonte, meglio ancora verso un’unica regione in cui saremmo cerniera. Forse che il Chievo, l’ Empoli o la Spal non preferiscono giocare in serie A – pur in bassa classifica – piuttosto che restare in serie B? Distruggendo l’alternativa lombarda perderemmo intanto anche ogni potere contrattuale con Torino: è un assurdo autolesionismo che è stato truccato da scontro politico destra-sinistra con la sinistra che si conferma la più ottusa difesa dello status quo, salvo poi lamentarsi di tutto. Lunedì sera, atterrato a Malpensa, attendevo i bagagli e vedevo la pubblicità: la cartina turistica dei laghi (lombardi!) proponeva ampiamente quello di Garda e di Como, per il nostro solo Angera e Luino. E’ un esempio: Malpensa è piena di manifesti della Sicilia, ma la Regione Piemonte ha mai investito un euro per pubblicizzare a Malpensa il Lago Maggiore, che pur è il bacino turistico piemontese più importante? No, eppure tutti i turisti intercontinentali passano proprio di li, nessuno usa Torino Caselle… Per lo meno, riflettete un attimo su questo. Poi permettetemi di concludere che pochi sanno del voto, che i seggi e gli orari non sono pubblicizzati, che “conteranno” come votanti anche per il quorum i residenti all’estero che però NON hanno ricevuto informazioni di voto dai consolati, NON possono votare per posta, NON hanno contributi per venire a votare eppure rappresentano oltre il 10% degli elettori: il boicottaggio mi sembra evidente e – vista l’importanza del tema – è quello che indispettisce di più…
FINANZIARIA E MANOVRE EUROPEE
Sono molto preoccupato per come va evolvendosi la situazione economica italiana e l’andamento dei mercati. Non mi sembra che parte dell’esecutivo (e mi riferisco ai 5 Stelle) capisca bene la drammaticità della situazione, che non è il momento di fare i bulli e che non si può insistere sullo sviluppo con i contributi a pioggia e i redditi di cittadinanza. Jean Claude Juncker, presidente pro-tempore (speriamo breve) della Commissione Europea neppure 12 ore dopo che il governo italiano aveva inviato le bozze della legge finanziaria si era già espresso contro l’Italia (il tutto – evidentemente – senza neppure aver letto le carte), ma con alle spalle una Commissione che si è subito schierata compatta: ci ritroviamo senza alleati, senza sponsor, senza idee chiare. Siamo deboli, insomma, anche se è evidente che la pressione europea sia innanzitutto politica visto che anche numerosi altri paesi (a cominciare dalla Francia) sforano il bilancio anche più di noi. In tempi di crisi se non si concentrano però gli obiettivi di spesa contenendo quella pubblica e fissando delle priorità non si aumenta la futura ricchezza nazionale, ma ci si infila in una spirale dalla quale sarà difficilissimo uscirne.
MATTARELLA
Un Lettore (Maurizio P.) sintetizza bene le quotidiane e molto scontate esternazioni di Mattarella e a commento del pezzo sull’ultimo IL PUNTO mi scrive: “Mattarella pilucca gli articoli della Costituzione come se questa fosse un bel grappolo d’uva e scegliendo gli acini che di volta in volta gli sembrano i più succosi. La costituzione è come un romanzo e va letta a partire dal primo articolo all’ultimo passando per tutti quelli che ci stanno in mezzo. Compreso quello che sancisce la tutela del risparmio.”