IL PUNTO n. 669 del 13 aprile 2018
Riceviamo in Redazione e riportiamo la newsletter “Il Punto” n. 669, di Marco Zacchera, del 13 aprile 2018
Governo : IL CAROSELLO CONTINUA
Proseguono le “consultazioni” di Mattarella alla ricerca di una maggioranza che per ora non appare all’orizzonte.
La settimana è stata utile per conoscere un po’ meglio la personalità di LUIGI DI MAIO, leader del M5S che mi sta pure simpatico, ma che comincia ad avere già l’aria del furbetto, alla “Renzi prima maniera”.
Se vuole davvero il bene del paese deve far assumere responsabilità ai 5 Stell,e ma mediti che ha solo un terzo dei voti e che quindi deve trovare alleati.
Non può solo quindi sostenere solo l’ “io”, “io, ”io” ma dimostrare anche un pizzico di umiltà. Soprattutto prenda posizioni chiare e non contraddittorie a seconda del vento che tira, perché di gente che campa dando “un colpo al cerchio e uno alla botte” ne abbiamo già vista fin troppa.
Sull’altro fronte apprezzabile l’attività ragionata della Meloni e anche la visibile credibilità e crescita politica (ma anche di pancia, ci vuole un po’ di dieta…) di Matteo Salvini mentre sarebbe un’ottima occasione per Forza Italia nel dimostrare un rinnovamento mandando avanti un turnover generazionale. Attendiamo…
SIRIA: INCONGRUENZE ED ASSURDITA’
Dopo anni di guerra civile il dittatore siriano Assad sta (stava) vincendo – con il fondamentale aiuto di Putin – la guerra contro i ribelli e i fondamentalisti islamici.
Nel momento della vittoria ecco che sarebbe stato così’ stupido da impegnare bombe chimiche al cloro (ovvero di bassa intensità) per uccidere alcune decine di civili (forse, perché nessuno chiaramente lo sa). Una decisione senza molto senso, ma che gli scatena addosso mezzo mondo compreso Trump che minaccia l’uso della forza contro di lui pur sapendo che Putin non starà a guardare.
L’Europa si schiera acriticamente con gli USA e – a mio avviso – rischia di crearsi altro caos alle porte di casa, come avvenne cacciando Saddam Hussein e Gheddafi.
Credo infatti che abbiamo tutto l’interesse a tenerci – come “male minore” – Assad in Siria o daremo ancora spazio all’ISIS ed ai fondamentalisti islamici, lavorando poi per un passaggio dei poteri.
In questo vorticoso intreccio di interessi quelli che stanno peggio sono i poveri Curdi che avrebbero il buon diritto di esistere come nazione autonoma ed invece prendono mazzate da tutti, ma non “bucano” i media e quindi non contano niente.
Questa frenesia di Trump, comunque, non è logica salvo che debba a tutti i costi dimostrare la faccia feroce con la Russia per i riflessi interni del “Russiagate”. Nessuno mi toglie dalla testa che Vladimir Putin e Donald Trump siano in fondo fatti della stessa pasta, che erano destinati a collaborare ma da quando gli oppositori di Trump hanno cominciato ad inchiodarlo per il loro feeling preelettorale alla Casa Bianca – per stare a galla – Trump deve mostrare i muscoli o passerebbe per complice.
In questa lotta per la supremazia i diritti umani e i poveri morti innocenti contano – purtroppo – meno di zero!
ALITALIA: CHI PAGA?
Si allungano i tempi per Alitalia: il governo tira per le lunghe nell’evidente speranza di passare la palla ai successori e intanto servono altri prestiti alla ex compagnia di bandiera per evitare un sostanziale fallimento per il quale – alla fine – non pagherà nessuno.
Mesi e anni dopo le crisi, i presunti risanamenti e puntuali altre super crisi si perdono i connotati dei tempi, eventuali reati e le responsabilità filano dritti verso la prescrizione. Intanto chi era stato lautamente pagato per “risanare” (e non l’ha fatto) intanto ha intascato il tesoretto, come i “liquidatori” che – comunque vadano le cose – stanno facendo personalmente un ottimo affare.
LULA IN GALERA, BATTISTI NO
La sinistra protesta per l’incarcerazione dell’ex presidente brasiliano Luiz Lula, sommerso da una incredibile serie di scandali, corruzioni e ruberie e che è stato finalmente arrestato, ma che – essendo “compagno” – merita la pre-assoluzione dei media.
Tra le tante responsabilità di Lula (oltre ad inventarsi la successora Dilma Rousseff, ladra conclamata pure lei e destituita dalla presidenza) resta anche il generoso asilo “politico” concesso al delinquente assassino CESARE BATTISTI che se ne frega della giustizia italiana e della coscienza e continua a starsene tranquillo in Brasile, ma a casa sua. Chi ne parla più? Ma Alfano non era “energicamente intervenuto”?!
SICILIA DOCET
Mentre al comune di Palermo l’assenteismo dei dipendenti il lunedì tocca il 40%, anche Nello Musumeci – recentemente eletto nuovo governatore della Sicilia – ha le sue belle gatte da pelare visto che ha denunciato come ci siano ben 2.350 dipendenti regionali (su 13 mila, cioè quasi il 18 per cento, il doppio della Lombardia) che utilizzano i benefici della legge 104 ovvero l’astensione parziale dal lavoro per curare famigliari gravemente malati. Non solo, sono ben 2600 i dirigenti sindacali regionali – non trasferibili neanche loro – il che significa che il 38% del personale regionale è inutilizzabile e inamovibile.
Ma il record ineguagliabile pare sia quello del comune di Ficarra (Messina) dove 26 dei 42 dipendenti sono stati denunciati per assenteismo. Ficarra ha 1.443 abitanti ovvero un dipendente comunale regolarmente assunto ogni 33 abitanti. Per fare un raffronto Verbania ha 205 dipendenti, in proporzione dovrebbe averne 950. La domanda è perché queste sconcezze le dobbiamo pagare tutti gli italiani.
REFERENDUM A VERBANIA: NO A “VERBACOS” !
E’ stato indetto per il mese prossimo un REFERENDUM a VERBANIA per l’annessione del comune di COSSOGNO, una scelta che personalmente non condivido e per la quale consiglio di non recarsi alle urne.
Credo nella necessità di FONDERE i COMUNI – e lo sostenevo già quando ero sindaco – e quindi che Verbania vada ad assorbire alcuni piccoli paesi dell’entroterra è un passo storicamente logico, economicamente e amministrativamente conseguente, finanziariamente positivo.
Ma ci vuole appunto della logica strategica, non inventarsi una “fusione a freddo” tra due territori che hanno così poco in comune e che servirebbe soprattutto per sistemare i conti (e i pasticci) del comune di Cossogno, dove – guarda caso – era sindaco Silvia Marchionini, l’attuale sindaco di Verbania.
Interessante che a volere la fusione siano la Marchionini (PD), il sindaco di Cossogno Camossi (PD), l’assessore regionale Reschigna (PD), l’on.le Borghi (PD), il presidente del VCO Costa (PD) e pochi altri.
Se unione deve esserci allora – contemporaneamente – va unito anche il comune di SAN BERNARDINO VERBANO (ovvero Bieno, Santino e Rovegro) , incuneato come territorio proprio tra Cossogno e Verbania e che NON E’ STATO MINIMAMENTE COINVOLTO in questo percorso, così come non ha molto senso mantenere i comuni di VIGNONE E ARIZZANO che interamente gravitano su Verbania..
So benissimo che il sindaco di San Bernardino non vuole fondersi , ma servirebbe un po’ di logica (con volontà e autorevolezza del sindaco di Verbania) per superare una situazione che diventerebbe ridicola.
Esempi? Se Cossogno fosse annesso a Verbania (670 abitanti con 40 km. quadrati di territorio montano) per andare alla frazione di Cicogna bisognerebbe obbligatoriamente passare per un altro comune (San Bernardino, appunto) perché è l’unica strada possibile, così come oggi la trafficatissima strada provinciale che da Fondotoce va a Intra (due parti di Verbania, lo scrivo per i lettori non della zona), percorsa ogni giorno da migliaia di auto di verbanesi, attraversa in più punti quel comune, il che è del tutto illogico.
Aggiungiamo (e qui si capisce perché San Bernardino vuole tenersi “l’autonomia”!) che se guardate quanti case sono stati costruite appollaiate appena sopra Fondotoce, ma un metro al di là del confine comunale, capirete molte cose su una gestione discutibile in campo urbanistico (e la mancanza di ogni piano sovracomunale) .
D’altronde il comune di Verbania (fonte: www.tuttitalia.it) confina con altri 5 comuni i cui centri sono tutti più vicini di quello di Cossogno: la logica dov’è?
Soprattutto si è raccontato che due comuni – unendosi – avranno un vantaggio economico ed è vero, ma UNA VOLTA SOLA e quindi se Verbania ora si unisce con Cossogno PERDE LA POSSIBILITA’ di avere finanziamenti in futuro, quindi una operazione “fusione” va decisa e voluta in termini di programmazione secondo dei concetti logici territoriali, geografici, di collegamento, di integrazione dei servizi, non aggiungere solo una appendice territoriale avulsa dal contesto.
Oltretutto Cossogno (ma glielo avranno spiegato ai cossognesi?) è un comune montano con tanto di contributi che PERDERA’ se verrà assorbito da Verbania che comune montano non è.
Ma possibile che non si riesca a capirlo? Come mai allora il sindaco di Verbania (che è di Cossogno!) vuole a tutti i costi percorrere questa strada, se non per interessi diretti?
Poiché lo statuto comunale di Verbania prevede che un referendum per essere valido deve avere la partecipazione di almeno la metà degli elettori delle “politiche” la cosa più logica – per chi a Verbania non vuole l’unione – è quindi non andare votare .
Se il referendum fallirà speriamo che poi l’Amministrazione inizi subito un lavoro serio di approccio con altri comuni intorno a Verbania per arrivare alla cosa più logica, ovvero la costituzione di una piccola “città metropolitana” assorbendo i diversi comuni dell’entroterra che – in termini di distanza e di servizi – sono assolutamente contigui al capoluogo.
Certo che in generale servirebbe uno Sato (e un Governo) serio che – con logica e buonsenso – ascolti le parti, ma poi decida direttamente sugli accorpamenti comunali, altrimenti basta la volontà di poche persone o stupidi campanilismi per decidere o bloccare aggregazioni ben più logiche che quelle dei presunti vantaggi politici di questo o quel partito.