Grattacielo della Regione Piemonte, meglio tardi che mai, ma si dica il costo reale e complessivo.
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, l’articolo a firma di Carlo Manacorda*, pubblicato in data 13 gennaio 2022 su “www.lineaitaliapiemonte.it“.
Non si vogliono avanzare dubbi sull’assicurazione data dal Presidente Cirio sul completamento dell’immobile. Tuttavia, partendo dalla sua affermazione per cui “il primo modo di rispettare i cittadini è quello di rispettare i loro soldi”, interessa soffermarsi sugli elementi economici riguardanti l’opera, peraltro solo vagamente citati nel corso della conferenza-stampa in cui è stato annunciato che il grattacielo sarò consegnato il prossimo 10 ottobre.
Con orgogliosa conferenza-stampa del 4 gennaio 2022, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha annunciato che il grattacielo voluto quale sede unica dell’amministrazione della Regione sarà consegnato il prossimo 10 ottobre. “Questo grattacielo è il simbolo del Piemonte che vogliamo, una Regione che non lascia le cose a metà”. E sul 10 ottobre ha aggiunto: “Me ne assumo la responsabilità, parlo con cognizione di causa”.
Le vicende di malcostume che hanno accompagnato la realizzazione di questo palazzo ― iniziato il 30 novembre 2011 e che terminerà, come assicurato dal Presidente Cirio, il 10 ottobre 2022 ― inducono a concludere, con sano realismo, “meglio tardi che mai”.
Qui però non interessa ripercorrere la storia dei ritardi, non certo imputabili alla Giunta che governa oggi la Regione. D’altro canto, essi non differiscono dai frequenti casi di (mal)funzionamento della pubblica amministrazione, casi che tuttavia l’attuale Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta assicura saranno spazzati via, definitivamente, attuando i progetti contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (e il cittadino se lo augura vivamente). Neppure si vogliono avanzare dubbi sull’assicurazione data dal Presidente Cirio sul completamento dell’immobile. Partendo dalla sua affermazione per cui “il primo modo di rispettare i cittadini è quello di rispettare i loro soldi”, interessa piuttosto soffermarsi sugli elementi economici riguardanti l’opera, vagamente citati nel corso della conferenza-stampa.
S’è detto che il costo definitivo del grattacielo è di 236 milioni di euro. Poi però è trapelata una cifra di 336 milioni di euro, importo, tra l’altro, deducibile da una deliberazione di “perizia suppletiva e di variante”, assunta dalla Regione nel mese di giugno 2021. Sembra del tutto naturale che il cittadino si chieda se il costo del grattacielo è di 236 o di 336 milioni (100 milioni in più non sono proprio bruscolini). Del resto, già nel settembre del 2014, cioè 6 anni fa, l’Assessore al Bilancio della Regione Aldo Reschignaammetteva che: “Con l’Iva ed altri costi il grattacielo è costato circa 300 milioni di euro“. E si deve aggiungere che il grattacielo ― alto 209 metri e con 42 piani ― non prevede neppure una stanza per il Consiglio regionale che, fin dagli albori del progetto, ha deciso che non avrebbe mai abbandonato il Palazzo Lascaris di via Alfieri. Dunque, l’unificazione degli uffici regionali non è completa.
S’è anche detto che la Regione non dovrà più pagare le spese di affitto e di gestione delle innumerevoli sedi sparse per Torino. Il risparmio è stimato in 18 milioni all’anno. E s’è aggiunto che questo risparmio servirà per pagare le rate del leasing attivato per la costruzione del grattacielo, cioè del contratto con il quale la Regione ha affidato a un soggetto terzo il finanziamento e la realizzazione dell’opera impegnandosi a pagargli delle rate periodiche per l’utilizzo dell’immobile fino all’ottenimento, con l’estinzione del debito, della proprietà definitiva di esso. Considerando che si dà per scontato che l’opera sarà ultimata il 10 ottobre ― e che quindi se ne conoscerà il costo definitivo ―, sarebbe interessante sapere a quanto ammonteranno queste rate e per quanti anni si dovranno pagare.
Sempre dando per scontata l’ultimazione del grattacielo, sarebbe anche interessante conoscere a quanto ammonta la stima dei costi per il trasloco degli uffici regionali nella sede unica. Il Presidente Cirio ha anche aggiunto che la sede delle Giunta Regionale di Piazza Castello non sarà alienata (“Nelle mie Langhe si dice che “la casa in piazza non si vende mai”). Il palazzo confluirà in un fondo immobiliare e messo a reddito. E questo reddito servirà anch’esso a pagare i futuri uffici.
Il Presidente Cirio ha affermato, come già ricordato, che “il primo modo di rispettare i cittadini è quello di rispettare i loro soldi“. Orbene, tutte le spese sostenute o che saranno sostenute per consentire l’unificazione degli uffici regionali nel grattacielo del Lingotto saranno sostenute con soldi dei cittadini. Nel loro rispetto e in sintesi, potrebbe essere fornito un quadro completo ma di facile lettura di tutti gli oneri e relativi guadagni correlati all’opera in discorso. E, poiché gli oneri supereranno sicuramente i guadagni, il “cittadino rispettato” si preparerebbe a mettere mano al portafoglio. Infatti, dopo tanti bei discorsi, il vero finanziatore sarà lui.
Diversamente non gli resterebbe che pensare che, allo stesso modo con il quale qualche anno fa fu turlupinato da rosei quadri di debito pubblico assolutamente sostenibili attraverso fantomatici “derivati”, ora lo sarebbe con termini altrettanto oscuri quali leasing e simili. In altre parole, ai debiti con derivati ancora da pagare avendone sempre ignorato l’ammontare, ora se ne aggiungerebbero altri di pari misteriosità. Forse la tanto decantata e poco praticata “trasparenza dell’azione amministrativa” richiederebbe informazioni semplici, senza fare troppi riferimenti a incomprensibili siti web. Quanto meno, il cittadino la dovrebbe pretendere in questa maniera.