Fitto: “Primarie indispensabili per rilanciare il centrodestra”
Riportiamo l’articolo, a firma di Stefano Rizzi, pubblicato su “Lo Spiffero” il 18 marzo 2017
“Non basta dire che si vogliono le primarie. Se non sono solo parole, allora si scelga una data e un luogo e si incominci ad affrontare il tema in maniera concreta. Io sono pronto già da domani”. È un’esortazione con il retrogusto della sfida quella che Raffaele Fittorivolge a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, alfieri delle consultazioni di coalizione, costretti a fare i conti con quel convitato di pietra – meno scalfibile del granito, sull’argomento – che risponde al nome di Silvio Berlusconi. L’europarlamentare pugliese tiene il punto in maniera “irremovibile” sul sistema di scelta del candidato premier, parlando con lo Spiffero mentre sta lasciando il Friuli per raggiungere, oggi di prima mattina, il Piemonte nel suo vorticoso tour per presentare la da poco costituita “Direzione Italia” e strutturare sul territorio nazionale il nuovo soggetto politico.
Europeista, “ma non con questa Europa burocratica e germano centrica”, bensì con quella che “riveda i trattati, dia più libertà agli Stati e incentivi la competizione”, federalista con l’immagine dei cantoni svizzeri tanto cara a uno dei più noti fittiani piemontesi qual è l’ex sottosegretario dei governi Berlusconi Roberto Rosso – “anziché eliminare le Province, sarebbero da spazzar vie le Regioni e formare delle macro-Province sul modello dei cantoni elvetici” – e poi quel modello thatcheriano cui, nelle visioni economiche, la nuova formazione mostra di volersi ispirare. Fitto è stato nominato vicepresidente della fondazione “New Direction”, creata proprio dalla Lady di Ferro.
La nuova direzione intrapresa guarda tuttavia anche a un altro obiettivo, non meno faticoso ma forse più raggiungibile di quello fissato nella conquista delle primarie del centrodestra: la tessitura della rete del nuovo soggetto politico nel territorio, da Nord a Sud, anzi viceversa guardando alle prime critiche rivolte all’ex governatore pugliese che lo volevano a capo di un movimento radicato solo in casa o nella vicinanze. Critiche che lui va smentendo in continuo muoversi nella provincia italiana, come raramente ci si aspetterebbe nell’era di facebook.
Ieri a Udine, oggi e domani in Piemonte: prima tappa, questa mattina, a Vercelli – feudo di Rosso – dove il progetto di federare liste civiche, partendo così dal basso, trova attuazione concreta con i consiglieri comunali di Vercelli Amica (Maurizio Randazzo, Enrico Demaria e Stefano Pasquino), poi altro patto a Santhià, per spostarsi quindi ad Alessandria dove il thatcheriano delle Puglie ha in Fabrizio Priano il suo proconsole. Con lui (e con Rosso, componente della direzione nazionale) cercheranno di sbrogliare la matassa delle amministrative. Ormai scemata ogni possibilità di fare le primarie del centrodestra, per i fittiani si pone il dilemma se appoggiare no dei candidati che quel sistema lo avrebbero voluto, ovvero l’Udc Gianni Barosini (sempreché questi non opti per tornare con il Carroccio e Forza Italia che hanno schierato il leghista Gianfranco Cuttica di Revigliasco) oppure il fratello d’Italia Emanuele Locci, o piuttosto di passare sopra alle primarie negate e sostenere lo stesso Cuttica.
Strategie, ma anche qualche incontro con la gente per le vie del centro nell’agenda alessandrina di Fitto. Il quale, domani mattina, sarà invece a Torino alla Gam per l’assemblea regionale. Insieme a Rosso, a fare gli onori di casa il coordinatore regionale Valter Zanetta i suoi due vice, Roberto Salerno ed Ettore Puglisi, epurato a suo tempo dai vertici di Forza Italiainsieme a Zanetta in quanto “soggetti organizzatori di una componente che al momento si pone in contrasto con il presidente Berlusconi”. “Hanno provato in tutti i modi a far fallire i nostri incontri, sperando che ci fosse poca gente, ma gli è andata male” ricorda, con una punta di orgoglio, l’europarlamentare che siede a Bruxelles nel gruppo dei Conservatori e Riformisti.
Pronto ad attaccare nuovamente, dal palco torinese, Matteo Renzi che “con il suo governo non ha fatto altro che elargire mance, dagli 80 euro al Jobs act”, Fitto non trascura l’occasione di arrivare nella città governata da poco meno di un anno dai grillini. Ad aprire il primo fronte di fuoco è, ancora una volta, Rosso che “potendo osservare dai banchi dell’opposizione quel che fa e non fa l’amministrazione a Cinque Stelle”, sulla sindaca Chiara Appendinospara a palle incatenate: “Il cuculo del sistema dei poteri forti torinesi ha deposto l’uovo nel nido dei pettirossi, ovvero gli ingenui militanti grillini. Lei – dice parlando della Appendino – è una cinica esponente del vituperato Sistema Torino, lei si culla tra Palenzona e Quaglia, tra Peveraro, Profumo e Christillin. E i consiglieri del M5s sono fantocci nelle mani di una spregiudicata che sta facendo l’esatto opposto di quanto aveva promesso in campagna elettorale. Fa di più e peggio di quanto fatto da Piero Fassino”.
Un quadretto, quello che raffigura la sindaca, che Rosso dipinge col pennello da intonaco. “Visti i risultati disastrosi a Roma e la non certo edificante e lineare esperienza torinese, credo che i Cinque Stelle siano molto accorti alle prossime amministrative – osserva Fitto – e il caso esploso a Genova lo conferma. Un conto è dire certe cose in campagna elettorale, altro è amministrare”. Ma se i grillini restano un avversario verso cui non nutrire alcune indulgenza, e il Pd quello di Renzi e del Patto del Nazareno – “contro cui ci schierammo uscendo da Forza Italia” – per i thatcheriani nostrani i fronti di battaglia non finiscono lì. “Sulle primarie non molleremo” ribadisce il politico pugliese, ben sapendo che lo scoglio sulla rotta tracciata in Direzione Italia si chiama Berlusconi.