Famiglia è maschio e femmina Il Papa stoppa Dublino
Riportiamo l’articolo, a firma di Lorenzo Bertocchi, pubblicato su “La Nuova Bussola Quotidiana” il 17 giugno 2018
Adesso Monica Cirinnà dovrà farsi sentire anche a Santa Marta: le famiglie arcobaleno, Santità, «esistono eccome, si informi!». Perché così si era rivolta al ministro Lorenzo Fontana che poco dopo la sua nomina aveva osato dire che di famiglia ce n’è una sola, ed è quella tra un uomo e una donna.
La senatrice dovrà avvisare anche il Papa, visto che ieri Francesco incontrando il Forum delle famiglie italiano ha detto che «oggi – fa male dirlo – si parla di famiglie “diversificate”: diversi tipi di famiglia. Sì, è vero che la parola “famiglia” è una parola analogica, perché si parla della “famiglia” delle stelle, delle “famiglie” degli alberi, delle “famiglie” degli animali… è una parola analogica. Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola». Quindi c’è una novità che andrebbe registrata nelle redazioni e nelle segreterie e nelle cancellerie: il ministro Fontana, e con lui tutti gli uomini di buona volontà che dicono che di famiglia c’è solo quella tra uomo e donna, tra maschio e femmina, non solo sono attaccati alla realtà, ma non stanno nemmeno parlando in quanto fondamentalisti o ultracattolici, perché semplicemente pensano quello che pensa anche Papa Francesco.
E mentre nella sua Argentina viene approvata la legge sulla legalizzazione dell’aborto, mentre i dati Istat svelano l’impietoso inverno demografico italiano, e l’ex cattolicissima Irlanda si è appena sbarazzata del suo 8° emendamento, il Papa spiega che l’aborto selettivo è pratica paragonabile a «quello che facevano i nazisti per curare la purezza della razza». Voi vi siete domandati, ha detto Francesco, «perché non si vedono tanti nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici – tanti, non tutti – è fare la domanda: “Viene male?”. Lo dico con dolore. Nel secolo scorso tutto il mondo era scandalizzato per quello che facevano i nazisti per curare la purezza della razza. Oggi facciamo lo stesso, ma con guanti bianchi».
Dopo queste dichiarazioni rilasciate a braccio durante l’incontro con il Forum famiglie, il silenzio è sceso sul mondo che fino a ieri sbatteva in copertina il Papa gay friendly. Peraltro anche nella tanto discussa Amoris laetitia sul punto Francesco era stato chiaro: «i Padri sinodali», si legge al numero 251, «hanno osservato che “circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”». L’accoglienza e il rispetto vanno ovviamente alle persone singole, ma di famiglia ce n’è una sola, ha ribadito ieri il Papa.
Il mondo laicista incassa il tiro ad alzo zero del Papa, ma altrettanto dovrà fare un certo mondo cattolico che sembra voler sdoganare un concetto di famiglia al plurale. Il caso più eclatante lo abbiamo segnalato qualche giorno fa (qui) a proposito del prossimo Incontro mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Dublino dal 21 al 26 agosto. Uno dei relatori sarà, infatti, il gesuita statunitense James Martin noto autore di un libro per la costruzione di ponti tra la chiesa cattolica e il mondo Lgbt, mentre lo stesso arcivescovo della capitale irlandese, Diarmuid Martin, ha esplicitamente dichiarato che l’Incontro mondiale delle famiglie sarebbe rimasto «un evento inclusivo, aperto a tutte le famiglie». Sarebbe opportuno, dopo le dichiarazioni del Papa di ieri, che si sgomberasse definitivamente il campo dalla ambiguità in casa cattolica. E si dicesse in ogni occasione che c’è l’accoglienza e il rispetto per tutte le persone, ma la famiglia è una sola.
Perché c’è un urgenza sociale enorme che è quella dei figli e della loro educazione. «I figli sono il dono più grande», ha ricordato il Papa. Quindi un altro affondo contro l’aborto: «I figli che si accolgono come vengono, come Dio li manda, come Dio permette – anche se a volte sono malati. Ho sentito dire che è di moda – o almeno è abituale – nei primi mesi di gravidanza fare certi esami, per vedere se il bambino non sta bene, o viene con qualche problema… La prima proposta in quel caso è: “Lo mandiamo via?”. L’omicidio dei bambini. E per avere una vita tranquilla, si fa fuori un innocente».
Sull’educazione, che è la grande responsabilità a cui sono chiamati i genitori, Francesco ha ricordato che «non è facile educare i figli. (…) Ma bisogna educarli alla comunità, educarli alla vita familiare. Educarli al sacrificio gli uni per gli altri. Non è facile educare i figli. Sono problemi grossi. E voi, che amate la famiglia, potete aiutare tanto in questo le altre famiglie. La famiglia è un’avventura, un’avventura bella!». Per questo anche gli stati non possono stare a guardare e investire sul patrimonio delle famiglie e dei bambini.
Nel discorso preparato e non pronunciato Francesco aveva ringraziato il Forum per il suo lavoro. «Non stancatevi di sostenere la crescita della natalità in Italia, sensibilizzando le Istituzioni e l’opinione pubblica sull’importanza di dar vita a politiche e strutture più aperte al dono dei figli. È un autentico paradosso che la nascita dei figli, che costituisce il più grande investimento per un Paese e la prima condizione della sua prosperità futura, rappresenti spesso per le famiglie una causa di povertà, a motivo dello scarso sostegno che ricevono o dell’inefficienza di tanti servizi».