Europa e scontro di poteri
Redazione – Una riflessione, prima di tornare a commentare, nei prossimi giorni, le prodezze di Madamin Chiappendino. Oggi parleremo dei protagonisti del referendum costituzionale (e non solo). Maria Elena Boschi, a Torino, era stata chiara. Il referendum costituzionale non avrebbe inciso significativamente sul bilancio dello Stato, avrebbe dato un po’ di voce alle Regioni (non nel modo da loro sperato), avrebbe permesso di cambiare qualcosa. Cioè? Leggendo il testo (non approvato) di riforma: avrebbe tolto la rappresentanza della Nazione al Parlamento, avrebbe spostato i pesi decisionali verso la Camera dei Deputati. Tenendo conto del legame tra una maggioranza ed il proprio leader (in caso di elezioni), se il Presidente del Consiglio fosse stato il capo della maggioranza, ci sarebbe stato un potere (indirettamente) spostato verso l’esecutivo e non più verso il legislativo.
Seconda puntata. Beppe Grillo e le sue gastriti (sempre a Torino, sempre venerdì scorso). Linguaggio e problemi contemporanei (ad esempio, la robotica). Contrasto contro l’attuale gruppo di comando. Votare di pancia. Beppe Grillo (dopo le elezioni di Trump). Dichiara, in un video, che: quello di Trump è il più grosso “vaffa”; loro (insieme) sono i nuovi “barbari”; si riferiscono allo stesso sistema di pensiero.
Terza puntata (post elezioni). In borsa non varia lo spread o non variano i BTP. Però sono in flessione euro e bancari… Chissà chi aveva investito su Renzi ed ha perso? Quarta puntata. La Merkel – dicono – sta diventando molto religiosa e prega ogni giorno. Credibile, dato che il gruppo di governo, che anche lei rappresenta, sta vacillando. Quinta puntata. Vince Trump negli Stati Uniti. Si può verificare che è stato sostenuto finanziariamente (almeno in parte) da immobiliaristi, finanziarie, settore energia. Trump – a cui non interessa nulla, direbbero alcuni, del resto del mondo dal punto di vista militare – sceglie “Mad Dog” come riferimento per il settore difesa. Certamente un professionista, ma non della pace nel mondo.
Dunque, non viene in mente a nessuno (ancora) che esistono due gruppi di governo (quello attuale e quello che vorrebbe sostituirsi all’attuale), che si stanno scontrando, sostenuti da gruppi di potere economico differenti? Il gruppo nuovo è più agile, con meno sovrastrutture, se la può giocare bene. Il gruppo vecchio ha esperienza, ma poco margine di investimento, troppe sovrastrutture e “la pancia” del popolo ne diffida, vedendo l’alternativa come “buono” contro l’attuale “cattivo”. Potere della comunicazione nell’epoca della post-verità…
E gli altri? Beh… C’è un problema. Mentre i due gruppi parlano alla pancia della gente, gli altri sono ancora li a parlare di destra e di sinistra, categorie interpretative della realtà sociale ormai passate alla storia. Non perché non esistano. Piuttosto, è cambiato il modo di esprimere i medesimi concetti. Ci sarebbero i conservatori dello status quo, che, con varie riforme, cercano di mantenerlo. Ci sono i “post-normali” (o “post-moderni”), che cercano di indurre alla lotta (non di classe, ma tra gruppi sociali… poco cambia). Ora inizia a suonarvi più famigliare? Ecco perché molti hanno cambiato scranno, spostando la propria posizione. Usiamo il sistema di riferimento sbagliato.
Utilizzando categorie interpretative sbagliate, il tradizionale centro-destra risulta anacronistico e non compreso da molti. Avrebbe, però, una grandissima occasione. Proprio oggi. Quella di sparigliare le carte, proponendo una visione non polare, ma convergente verso la centralità della persona. C’è fretta di agire, ma non bisogna agire in maniera affrettata. Dunque? Meglio chiudersi e pensare, urgentemente, a come esprimere in modo nuovo (con parole nuove) la propria visione (immutata) di ciò che è bene comune. Auguri!