Delirio governo

Redazione – Delirio! Formazione patologica di convinzioni errate, assurde per contenuto, resistenti a ogni critica. Dizionario alla mano, stiamo parlando di questo.
Il fatto che qualcuno sia convinto che, in una democrazia rappresentativa, si possa decidere il destino di un Governo attraverso una espressione di opinione, limitata ad un certo numero di cittadini, attraverso una piattaforma online, gestita da una persona legata ad un partito, è delirante.
Una democrazia rappresentativa presupporrebbe che i rappresentanti dei cittadini, eletti, siano in grado di assumersi delle responsabilità. Il pensare che si debba chiedere, per una questione così delicata, come la formazione di un governo, l’opinione di una parte ristretta di popolazione è offensivo. Intanto, si tratta di un gesto di falsa umiltà. Si vorrebbe far credere che in questo modo si sia più vicini ai cittadini. Invece, dato che non è possibile che tutti conoscano e comprendano tutti i problemi, che un Governo andrà ad affrontare, si compie un atto sciagurato. Si sottintende, inoltre, che le competenze, che un eletto dovrebbe avere (o che si dovrebbe costruire con l’esperienza) non valgano nulla. Insomma, l’uno vale uno elevato alla massima potenza. Come un idraulico non ha le competenze di un medico, così un parlamentare non ha a disposizione le stesse fonti di informazione di un cittadino, che non sia in Parlamento. Ovvietà? Pare di no.
Secondo delirio. Ricordiamo che le elezioni, nel 2018, furono vinte da una coalizione. Così ci dice il risultato pubblicato sul Sito del Ministero dell’Interno. Invece no! Frignando, il Movimento 5 Stelle, ricorda di essere il primo partito (cosa vera, ma le coalizioni erano permesse, perciò era una coalizione ad essere arrivata prima). Poi, abbiamo il partito del 3 e qualcosa percento (LEU), che si offende, se non viene consultato. Ma… era stato chiamato per formare il Governo? Con il 3%? E quelli che formavano la coalizione vincente, rappresentando, così, veramente la volontà del popolo, cosa dovrebbero dire allora?
Terza forma di delirio. L’aver trasformato, giornalisticamente, le consultazioni in un qualcosa di molto simile ad una partita di calcio. Come se giocasse la nazionale, vediamo presentare ipotesi di formazione, rivelazioni contraddittorie sui dibattiti e cose di questo genere. Risultato? Il sentir dire tutto e il contrario di tutto, l’inasprirsi di divisioni. Porta bene ad un Paese, che avrebbe bisogno di stabilità e programmi a lungo termine? Ovviamente, no.
Perciò né i giornalisti danno informazione (prova ne è che i contenuti pubblicati siano contraddittori, perciò qualcuno manca di onestà, nel verificare prima le informazioni e poi nel pubblicarle) né alcuni parlamentari sono, evidentemente, in grado di essere responsabili nel gestire il mandato ricevuto (se no, dovrebbero prendersi la responsabilità di decidere, senza ricorrere a dubbie consultazioni spacciate per “ascoltiamo i cittadini”).
Tutto questo è semplicemente offensivo. Offensivo in termini di rispetto nei confronti dei cittadini, offensivo nei confronti del Parlamento (di chi si prende le proprie responsabilità, in particolare), offensivo per chi, lavorando duramente, cerca di sopravvivere ogni giorno, in attesa che un Governo si preoccupi del futuro di tutti noi!
Vi preoccupate del “Capitano”? Perché, invece, con un atto di umiltà, non vi preoccupate di chi sia esasperato, comprendendo che è per causa vostra se il popolo va in cerca di “condottieri” che abbiano coraggio e determinazione?