Covid DPCM: il ritorno

Redazione – Ritornano i DPCM! Come una serie televisiva! Abbiamo sopportato confino, bollettini dei morti. Molti hanno dovuto sopportare le incertezze sul lavoro, la disoccupazione, il mantenimento dei figli. Molte attività hanno chiuso. L’agenzia ANSA ha riportato che il 63% degli italiani ha avuto problemi di salute mentale durante il lockdown.
Giunta l’estate, si tira il fiato. Era stato richiesto buon senso e attenzione al divieto di assembramento, ancora valido. Mentre alcuni locali si sono comportati in maniera egregia, altri se ne sono fregati del distanziamento. Stupisce lo stupore del Ministro degli Interni, che ha bacchettato i gestori di locali, a Milano, per il distanziamento dei tavolini. Non si erano mai accorti che, mentre molti locali li rispettavano, molti altri, nei luoghi della movida, se ne fregavano?
Non vi siete accorti che, in città come Torino, i giovani si sono accalcati senza mascherina nelle vie della movida? Bastava fare un giro attorno a piazza Vittorio. Li, tra l’altro, c’erano anche le forze dell’ordine. Non si hanno notizie, però, di sanzioni o meritate chiusure temporanee, per coloro che non rispettavano le norme. Nemmeno di multe a tutte quelle persone che non indossavano la mascherina. Parola di testimone oculare. Il sabato sera, nelle vicinanze dei locali, accalcati, praticamente nessuno le aveva (almeno attorno a piazza Vittorio).
Ora torna il “babau”, lo spauracchio. Stop alle feste private. Vi controlleremo in casa. Stop anche a chi ha mantenuto, da febbraio, un comportamento consono e seguendo tutte le regole imposte. Come ovvio, la pagano tutti. In altre epoche, si sarebbe aperta la caccia a quelli che se ne sono fregati.
Nel frattempo, chi se ne frega di alcune categorie, come quella dei professionisti dello spettacolo e della cultura? Mica contano. Teniamo i teatri chiusi. Però nessuno ha, quantomeno, raccomandato a quelli che se ne fregavano, di non fregarsene. Ordini dall’alto? Non lo sappiamo. Mistero.
Poi… L‘INPS dichiara che la quarantena (obbligatoria) non verrà più considerata indiscriminatamente come malattia. Ovvio. Perché l’obbligo di confinamento per chi sia risultato positivo al tampone (anche se asintomatico, che vuol dire non sano, ma senza sintomi, che potrebbe essere contagioso) era un diletto.
Una piccola nota, a latere. Dall’inizio dell’anno si parla solo di Governo. Improvvisamente i giornalisti vengono a sapere, elencandoci sapientemente e in anticipo, quali siano le possibili scelte, che ci toccherà vivere o subire. Notizie in vita dal Parlamento? Notizie del Recovery Fund? Notizie sulla vendita della Borsa Italiana ai francesi? Il Governo ha accentrato su di sé tutta la comunicazione. Il Parlamento non dovrebbe un po’ alterarsi (non dico arrabbiarsi)? Il Presidente della Repubblica non dice nulla? Non crediamo, infatti, che sia congelato, in attesa del discorso di fine anno.
Piccole domande. Grandi dubbi. Soprattutto un grande dubbio. Contro il regno del senso civico, si è scelto il regno del privilegio limitato (vedasi alcuni locali della movida, perché gli altri sono di serie B) e della paura. Fosse ora di intervenire?