Con i bonus e le mancette elettorali l’economia non riparte.
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, l’articolo a firma di Carlo Manacorda * pubblicato in data 13 ottobre 2020 su “www.lineaitaliapiemonte.it”
Lezioni musicali, bici e monopattini, opportunità culturali e partecipative per le casalinghe: quando i (tanti) bonus per spese presentate come indispensabili per rilanciare l’economia portano perplessità (e qualche sospetto) piuttosto che reali benefici. Intanto il debito pubblico continua la sua irrefrenabile (e allarmante) corsa.
Caricato dalla pandemia di Covid-19, il Governo Conte si è lanciato nell’emanazione di migliaia di norme presentate come urgenti e indispensabili per rilanciare l’economia messa a terra dalla gravissima crisi causata dal virus. Il rilancio non poteva avvenire che a carico delle finanze pubbliche. Su questo, tutti concordano. Quindi ― considerato che nelle casse dello Stato non c’è nemmeno un centesimo di euro ―, per far fronte agli enormi oneri di spesa che si andavano assumendo, si è proceduto a corpose emissioni di titoli di Stato (che, generosamente, la Banca Centrale Europea continua a comprarci). Va da sé che il debito pubblico non poteva che schizzare verso l’alto. Infatti, è ormai arrivato a 2.600 miliardi e andrà ancora oltre.
Di fronte agli oltre 100 miliardi di maggiori spese che il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro dell’economia Gualtieri spergiurano che servono tutti per il rilancio dell’economa, viene la curiosità di andar a spulciare tra le norme per vedere se questo è vero. Naturale che si parta subito da quelle che prevedono bonus e elargizioni varie anche perché, per questi interventi, si prevede già una spesa complessiva di oltre 13 miliardi (v. Il Sole 24Ore del 24.08.2020, Dell’Oste C., Parente G., “Aiuti, sgravi e rinvii per oltre 13 miliardi – La corsa dei bonus è senza sosta”). Nelle imperscrutabili strategie governative, tutti avranno avuto ampie motivazioni. Peccato che alcuni di questi bonus ― sentendo quelli che avrebbero dovuto esserne i beneficiari ― siano rimasti, fino ad ora, sulla carta, con vibrati scambi di colpe tra Governo, Ministeri, INPS, Regioni, ecc. (delle cose che vanno bene sono tutti padrini; di quelle che vanno male mai nessuno è responsabile). Tra questi bonus, ce ne sono però alcuni che, pur mettendoci tutta la buona volontà, si stenta a capire come possano contribuire al rilancio dell’economia. Fermiamoci su tre.
Si riconosce un contributo alle famiglie meno abbienti fino a un massimo di 200 euro, ma solo per il 2020, per le spese sostenute per i figli minori di sedici anni per la frequenza a lezioni di musica (art. 105-bis DL 34/2020 decreto “Rilancio”). Per questo contributo, si prevede una spesa complessiva massima di 10 milioni di euro, piazzata addirittura, evidentemente non sapendo dove caricarla, nel fondo delle spese indifferibili (quali artifici pur di assecondare chi l’ha proposta!). Verosimilmente, finora non s’è speso neppure un euro. Ci vuole il solito decreto ministeriale per stabilire le modalità di erogazione. Ciò non toglie che si possa avere il dubbio su come questi 10 milioni possano contribuire al rilancio dell’economia. I 200 euro ― dati tra l’altro una sola volta ― puzzano piuttosto di una “mancetta” finalizzata ad ottenere consenso elettorale (d’altro canto, questo è l’interesse principale di chi governa, anche se si dichiara che tutto ciò che si decide viene fatto nell’interesse dei cittadini).
Per l’acquisto di biciclette e monopattini si daranno 500 euro (art. 229 DL 34/2020 decreto “Rilancio”). Per questi contributi, si pescherà da un fantomatico “Programma sperimentale buono mobilità” che prevede, complessivamente, una spesa di 255 milioni di euro dal 2019 al 2024. Si annunciano i quattrini, ma poi non si sa bene come spenderli. E, allora, mettiamoci il bonus bicicletta o monopattino. Ma, attenzione: il bonus non è per tutti, ma solo “fino a esaurimento delle risorse” (stupendo!). Chi arriverà prima lo prende, per chi arriverà dopo, ciccia. Per il vero, non si sa chi potrà arrivare prima e chi dopo. Con lodevole rispetto della trasparenza e della semplificazione, il Ministro dell’Ambiente Costa ha stabilito un programma per chiedere il bonus che soltanto dei super-esperti di informatica sapranno seguire (“il programma è gestito attraverso un’applicazione web sulla quale potranno accreditarsi sia i beneficiari sia i fornitori, ecc. ecc.”). Anche in questo caso, sfugge che contributo potranno portare al rilancio dell’economia i bonus biciclette e monopattini. Questi sembrano piuttosto rispondere a imperanti regole ideologiche del M5s. I “grillini” continuano a pensare che tutti, compresi anziani e persone diversamente abili, possano sfrecciare su biciclette e monopattini.
Il terzo “sostegno all’economia” per il suo rilancio lo troviamo nel DL 104/2020. Si istituisce un “Fondo per la formazione personale delle casalinghe” (art. 22). Per come è scritta, la norma fa pensare ad una di quelle riforme strutturali che il mondo intero continua chiedere all’Italia. Infatti, non si tratta di uno stanziamento soltanto per una volta, ma si prevede che lo stanziamento di 3 milioni si ripeta negli anni a decorrere dal 2020. Il Fondo è destinato “all’incremento delle opportunità culturali e partecipative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, delle donne che svolgono attività nell’ambito domestico a titolo gratuito per la cura delle persone e dell’ambiente domestico”. Ho un grande rispetto delle casalinghe (lo era anche mia madre) e sono lieto che il Governo, in questo grande marasma, abbia pensato anche a loro. Dico soltanto che non riesco a capire come questo intervento serva per rilanciare l’economia. A meno che qualche governante non abbia già pronta la struttura cui affidare, con la solita procedura clientelare, gli interventi formativi.
Nel momento in cui famiglie, imprese, professionisti e quant’altri hanno bisogno di veri interventi per poter ripartire, poco si giustificano spese come quelle sopraddette. Poi però non meravigliamoci quando i Paesi dell’Unione europea cosiddetti “frugali” guardano sempre con sospetto all’Italia e mettono i bastoni nelle elargizioni che l’Italia dovrebbe ottenere. Vedono che il Governo Conte in particolare ― forse considerando i partiti che lo tengono in piedi ― è fortemente portato a distribuire bonus, redditi di cittadinanza ed elemosine varie.
* Carlo Manacorda, economista ed esperto di bilanci pubblici
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[Fonte: https://www.lineaitaliapiemonte.it/2020/10/13/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/con-i-bonus-e-le-mancette-elettorali-leconomia-non-riparte-di-carlo-manacorda.html]