Il cimitero della politica
Redazione – Sembrerebbe opportuno, in questa domenica notte, cercare di fare un riassunto, che faccia – si spera – almeno un po’ riflettere. Un riassunto dei funerali della politica. Non solo italiana, ma anche internazionale.Italia. Di Maio “incoronato” a guida del Movimento 5 Stelle, con circa il 20% di preferenze (come titola un telegiornale: uno su cinque). Il movimento multiforme creato, apparentemente, dal duo Grillo – Casaleggio ha un nuovo capitano della brigata, che appare compatta, pur nella sua natura multiforme. Convinti di riformare l’Italia. Come? Non si sa. Casa Pound si mostra attenta e capace di ancorarsi ai dolori degli Italiani, che piangono il silenzio della politica e l’indifferenza per i problemi dei cittadini di questa bella e pur sbandata nazione. Anche la Lega batte i pugni. Contro chi? Contro un esercito di morti. Almeno così sembrerebbe. Assenti segnali di vita vera da parte dei partiti con una certa storia alle spalle. Sembra, piuttosto, che siano intenti alla sopravvivenza (dei loro eletti). Ovvio che i movimenti di protesta ci sguazzino. In arrivo il G7 a Venaria Reale. In questo panorama, i movimenti di contestazione ci sguazzano. Preghiamo perché non venga distrutto nulla (ci crediamo poco, purtroppo, noti i comportamenti medi durante i G7).
Germania. Si. La Merkel è arrivata al quarto round. Prudente, dice che è ovvio che non tutti possano essere contenti (lo riporta il Guardian). Però la destra (AfD) dovrebbe guadagnare un risultato storico. Le ragioni? Il malcontento – sempre dello stesso tipo – che serpeggia nel popolo tedesco.
Francia. Si. Macron è diventato Presidente della Repubblica. Ma la Le Pen ha ottenuto un risultato storico.
Gran Bretagna. La Brexit. Nigel Farage disse, dopo il risultato ottenuto, al Parlamento Europeo: “Adesso non ridete più!”…
Spagna. Il popolo catalano chiede l’indipendenza. Elezioni bloccate dal governo centrale. Proteste di piazza. Il governo centrale (eletto con grandissima fatica) chiede il commissariariamento della polizia catalana. La polizia catalana non è d’accordo (ovviamente). Cosa succederà? Lo vedremo presto. Non crediamo che la soluzione sarà totalmente pacifica. Comunque lo scopriremo a breve.
Austria. Non ci dobbiamo dimenticare l’Austria. Sappiamo bene quanto la destra austriaca si sia avvicinata a conquistare il Paese.
Ungheria. Orban. E le cortine di ferro.
Olanda. C’è sempre il partito pirata…
E ora una carrellata extra UE
Stati Uniti. Vince Trump (il più grande “Vaffa”, ricordando le parole di Beppe Grillo nel commentare i risultati elettorali USA). I votanti hanno detto “Basta!”. Gli Stati Uniti si esprimono con toni duri contro alcuni Paesi (tra cui Iran e Corea del Nord).
Iran. Testate nuove armi (missili).
Resto del Medio Oriente. Dalla Siria allo Yemen, passando per l’Iraq, un gran pasticcio. Conflitti, morti, dolore, passando per ISIS e Al Qaida.
Cina. Impossibile ignorare la leadership cinese (ad esempio: la nuova via della Seta).
Corea del Nord. Dotata di armi nucleari e missili. Ora dichiara che sia inevitabile colpire gli USA, dati i toni usati da Trump.
Questa breve carrellata di divisioni e conflitti, a volte latenti a volte espliciti, non dà da pensare al fatto che, senza politica, questo conflitto tra due poteri (quello di chi c’è e quello di chi ci vorrebbe essere o sta arrivando al potere) diventerà presto un conflitto armato serissimo? Non viene da pensare a nessuno che votare e, ancor prima, preoccuparsi della politica (cioè del nostro Paese e dell’Europa) sia estremamente urgente? Non viene da pensare che sarà indispensabile gettare via sia il pessimismo (non si può fare nulla) sia i toni violenti, lavorando insieme per una Europa reale ed un Italia nuova (parlando in termine di partiti)?
Se tutto ciò non viene in mente e se, soprattutto, non si agirà in fretta, presto ne vedremo delle “belle” (si fa per dire). Per ora non ci resta che constatare la necessità di un requiem per coloro che dovrebbero guidarci, poiché, ahimè, sono, a quanto pare, morti…