Che fascisti questi antifascisti!
Redazione – Si è chiusa a Torino un’edizione del Salone del Libro davvero triste, quella in cui è stata impedita la partecipazione di un editore – Altaforte – a causa delle sue idee…troppo lontane da quelle dei “padroni del vapore” Sergio Chiamparino e Chiara Appendino, significativamente uniti per tappare la bocca a chi non la pensa come loro. E come definire l’azione di chi, con scarso senso delle istituzioni che rappresentano, viola le leggi dello stato di diritto per impedire la libera espressione del pensiero?
Chiamparino ed Appendino si sono messi contro la maggioranza degli italiani, che hanno fortemente criticato la loro iniziativa di censura, ma anche contro la chiara indicazione del Presidente Mattarella che in un messaggio al Direttore Lagioia ha affermato “….. la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona, costituiscono la base fondamentale per una società pacificate e una rispettosa convivenza sociale“.
Tutto inutile, anche la nota del Comitato di Indirizzo del Salone che ha affermato che “È pertanto indiscutibile il diritto per chiunque non sia stato condannato per questi reati (n.d.r.: ricostituzione partito fascista o legge Mancino) di acquistare uno spazio al Salone e di esporvi i propri libri. Altrettanto indiscutibile è il diritto di chiunque di dissentire, in modo anche vibrante, dalla linea editoriale perseguita da un editore e dai contenuti dei libri da esso pubblicati.”
Ancora più chiaro è stato un giurista del calibro di Vladimiro Zagrebelski che su La Stampa del l’8 maggio ha affermato che non si poteva impedire all’editore Altaforte di partecipare al Salone, precisando che “…non è vietato essere fascisti o dire di esserlo. Vietato è farne apologia in modo da creare il pericolo di ricostituzione del partito fascista”.
La collusione di Sergio Chiamparino e Chiara Appendino dimostra come siano vicine due culture che hanno alla base la contestazione dei principi liberali fondamentali della nostra società: sono loro che si sono messi contro i nostri principi costituzionali che garantiscono la completa libertà di espressione del pensiero, utilizzando l’antifascismo come una camicia di Nesso con cui soffocare il dibattito ed il confronto, riducendolo ad uno strumento per colpire con la scomunica dell’esclusione tutti coloro che in qualche maniera si mettono contro quel Pensiero Unico di cui sono perfetta espressione.
Eccoci quindi tornati alle liste di proscrizione ed ai libri al rogo, con annesso elenco degli editori definiti “razzisti e fascisti” da ostracizzare, per poi passare a manganellare/escludere, seppur sotto il velluto della carta bollata, perché questa è la sostanza: Chiamparino ed Appendino hanno impedito la libera espressione del pensiero altrui, l’unica strada che hanno per tentare di bloccare il disagio sociale montante in Italia.
NON DIMENTICHIAMOLO: IL 26 MAGGIO SCEGLIAMO ALBERTO CIRIO PER TUTELARE I PRICIPI LIBERALI