CAPITALISMO DI STATO, AUMENTA CON COVID-19 E POPULISMO di Carlo Manacorda
Proseguendo nell’attuazione dei propri fini statutari, http://www.rinascimentoeuropeo.org/statuto/Statuto.pdf, RINASCIMENTO EUROPEO ha creato, sul proprio sito web www.rinascimentoeuropeo.org, uno spazio interamente destinato a raccogliere scritti e riflessioni su temi d’interesse generale che rientrino nelle finalità dell’Associazione.
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Covid-19 e Populismo fanno aumentare il Capitalismo di Stato? Parrebbe di sì. Alcune riflessioni al proposito.
Inteso come presenza dello Stato nel sistema economico ― o con imprese proprie per la produzione di beni e servizi, o attraverso la partecipazione al capitale di imprese di privati ―, il Capitalismo di Stato s’impone nei momenti di crisi economica. La crisi economica determina, inevitabilmente, un indebolimento del capitalismo privato. L’intervento della finanza pubblica, nelle due forme appena dette, diventa quindi un volano per la ripresa economica. E’ lo Stato che crea lavoro, dà un reddito ai lavoratori, li mette in condizioni di poter riacquistare beni di consumo, consente alle imprese private che li producono di aumentarne la produzione in considerazione della crescita della domanda.
Così è stato storicamente. Fu anzi proprio la crisi economica mondiale del 1929 che innovò l’interpretazione del Capitalismo di Stato. Lo contrappose alla concezione liberista dell’economia ― fino in allora dominante ― per cui lo Stato deve stare fuori dal sistema economico-produttivo. Lo Stato ha funzioni da svolgere (istruzione, difesa, giustizia, ordine pubblico, ecc.) e si deve dedicare a queste, non all’economia. Quanto alle risorse per intervenire nell’economia, lo Stato o attinge a fondi propri, o ricorre a finanziamenti esterni attraverso l’indebitamento.
Il Capitalismo di Stato si nutre di ideologie politiche. Assolutamente dominante negli Stati totalitari di ispirazione social-comunista (qui è lo Stato che possiede e gestisce tutti i mezzi di produzione), è meno presente negli Stati democratici. Talora si riduce sotto la spinta di privatizzazioni. In questo caso, lo Stato deve cedere le sue partecipazioni in imprese private. Queste devono competere nel mercato in condizioni di parità. Se disponessero di sostegni della finanza pubblica, godrebbero di vantaggi che altererebbero la parità della competizione. Per gli Stati che partecipano all’Unione europea, le privatizzazioni sono anche conseguite a regole stabilite nei Trattati sull’Unione (divieto degli “aiuti di Stato”).
Covid-19 ha creato una pesante crisi economica. Esistono dunque le condizioni per un massiccio ricorso al Capitalismo di Stato. Per gli Stati che ne fanno parte, l’Unione europea mette anzi a loro disposizione imponenti risorse per attuare processi in questo senso. Ma ci sono anche le condizioni ideologiche per supportare una riaffermazione del Capitalismo di Stato? Affievolitisi gli schemi politici storici (destra e sinistra), oggi compaiono, per lo più, forme politiche ibride: i cosiddetti partiti liquidi. Si colloca, tra questi, il Populismo.
Le origini storiche del Populismo risalgono alla seconda metà del secolo XIX, con riferimento a movimenti politici sviluppatisi in Russia e caratterizzati da idee socialisteggianti. Nel tempo, viene collegato ad altri movimenti similari acquisendo, di conseguenza, vari significati. Attualmente, il Populismo viene inteso, prevalentemente, come un atteggiamento di leader politici che tendono a stabilire un rapporto diretto col popolo, del quale cercano di ottenere il consenso offrendo interventi ritenuti idonei a rispondere alle sue aspettative. Gli interventi prescindono da valutazioni sui contenuti, sull’opportunità e sulla compatibilità con l’ordinamento giuridico ed economico esistente. Devono soddisfare desideri popolari, sovente di rivalsa nei confronti di classi dominanti. Blandendo il popolo, il Populismo si schiera dunque, per un verso, contro tutte le élites (caste), economiche, culturali, degli intellettuali, proclamando che esse hanno sempre disprezzato il popolo. Per l’altro, esaltando la centralità del popolo, afferma che è il popolo che legittima l’esercizio del potere, solitamente attraverso elezioni.
Il Populismo tende, quindi, a delegittimare ogni altra autorità quand’anche prevista dalle costituzioni (Parlamento, Organi della giurisdizione, Governi locali, ecc.). Quanto all’economia, rivendica la libertà dell’autorità di governo di decidere sull’utilizzo delle risorse pubbliche, che intende destinare soprattutto agli interventi promessi al popolo. Nel regime populista, il Capitalismo di Stato ― cioè il possesso, da parte dello Stato, di rilevanti quote dell’economia ― diventa allora uno strumento eccellente per l’esercizio di queste libertà. Dalla combinazione di tutte queste tendenze, emerge il criterio che porta a considerare il Potere esecutivo, cioè il Governo legittimato dal popolo (sebbene indirettamente), quale solo detentore di tutte le volontà politiche per la gestione del paese.
Sembra dunque che dall’intreccio di Covid-19 e di Populismo possano crearsi le condizioni per una nuova stagione di Capitalismo di Stato. Un esempio: la situazione italiana.
Anche in Italia, Covid-19 ha determinato un gravissimo momento di recessione economica. Il Governo/i Governi Conte tenta/tentano di invertirne la tendenza mettendo in campo, col totale consenso degli schieramenti che lo/li sostengono, ogni forma di Capitalismo di Stato.
Il M5s è populista fin dall’origine, proclamandosi contro le caste e il pluralismo. Il “Vaffa” esprime, pienamente, il disprezzo di ogni sistema costituito. I pesi e contrappesi democratici sanciti dalla Costituzione vanno scardinati. Si avanzano proposte di riforme costituzionali preordinate ad ottenere il consenso delle masse popolari (troppi parlamentari: facciamoli diminuire; guadagnano troppo: riduciamo loro gli stipendi, ecc.). Queste linee trovano completa espressione nella recente posizione del Fondatore e Garante del Movimento. Confrontandosi con il Presidente del Consiglio europeo, senza mezzi termini afferma: “Non credo nel parlamento ma nella democrazia diretta”. I parlamentari si possono anche estrarre a sorte. Il M5s porta a capo del Potere esecutivo Giuseppe Conte. Conte esordisce affermando che sarà “l’avvocato del popolo”. Espressione apparentemente innocua, anzi accattivante, ma con connotazioni fortemente populiste.
Lo stato di necessità causato da Covid-19 consente al Presidente del Consiglio di esprimere appieno la figura dell’uomo solo al comando che parla direttamente al popolo (le numerose conferenze serali televisive per annunciare le decisioni sue e dell’esecutivo), comportamenti che inducono anche il Presidente della Repubblica a suggerirne attenuazioni.
Le decisioni economiche (tanto che si tratti di decreti d’urgenza richiesti dallo stato di pandemia, quanto le altre decisioni sui grandi temi aperti: Autostrade, Alitalia, Ilva, ecc.) vengono assunte o direttamente dal Governo, o con confronti meramente formali con altre forze di sistema. E, guarda caso, le decisioni comprendono sempre interventi finanziari dello Stato nell’economia ― cioè di Capitalismo di Stato ― o diretti o indiretti mediante il suo braccio secolare per l’economia: la Cassa Depositi e Prestiti. Conte può anche affermare che la Cassa Depositi e Prestiti segue le regole di mercato. Tuttavia, nessuno crede che sia così. La Cassa è posseduta per l’83% dallo Stato ed è sempre l’azionista di maggioranza che stabilisce le volontà di una società, specie quando le eroga fondi per compiere determinati interventi (si veda il decreto liquidità).
Ora il Governo Conte-bis è sostenuto, oltre che dal M5s, dal PD. Questi, nostalgicamente e per l’impronta d’origine della casa, non ha difficoltà a schierarsi per forme di Populismo e di Capitalismo di Stato. La sua madre-patria ne fu a lungo la massima espressione.
Resta, tuttavia, una questione. Se cesserà il Governo Conte, si ridimensionerà anche il Capitalismo di Stato? Ci sarà un ritorno alle privatizzazioni? Si vedrà. Tuttavia non dimenticando che il Capitalismo di Stato è anche un fertile terreno di clientelarismo e di aggiramento delle leggi. Piace quindi a molti.
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Autore: Carlo Manacorda
Titolo: “CAPITALISMO DI STATO, AUMENTA CON COVID-19 E POPULISMO”
Data di pubblicazione: 29 settembre 2020