Bici-t: contraddizioni a due ruote
Daniele Lonardo – Qualche giorno fa, una start up torinese ha lanciato un nuovo modo di muoversi e fare turismo a Torino: un triciclo coperto a pedalata assistita (qui in foto). Bici-t, selezionata all’interno del bando “Torino Social Innovation”, propone un nuovo modo di mobilità urbana adatto sia per escursioni turistiche (con audio guida) che come mezzo alternativo per scoprire Torino. Orbene, il mondo delle start up è certamente un trend emergente per i giovani che vogliono fare impresa in Italia ma il Comune di Torino dovrebbe, a mio parere, selezionare con maggior accuratezza progetti e idee legate alla mobilità dolce.
Con 190 chilometri di piste-percorsi urbani e nei parchi ed un ulteriore incremento dettato dal BiciPlan (deliberazione del Consiglio Comunale n. 0429), si dovrebbe passare dall’attuale 3% al 15% degli spostamenti in bici entro i prossimi 10 anni (cioè da 15.000 a 75.000 persone circa). Normalmente, la mobilità dolce è individuale mentre nel caso di questo progetto le persone trasportate sarebbero due più il conducente, snaturando il piacere di pedalare in assoluta autonomia. Inoltre, le audio guide sostituiscono la figura della guida turistica che, percorrendo le vie cittadine, potrebbe raccontare la storia della città e aneddoti vari.
Perché quindi non indire un bando per selezionare giovani universitari che assolvano a questa funzione, vista la crescente disoccupazione giovanile e l’apparente immobilità dell’amministrazione sul tema? E inoltre, ha davvero senso finanziare un progetto nuovo quando, allo stato dell’arte, le piste ciclabili in Città sono costellate da migliaia di buche, mal organizzate dal punto di vista logistico e carenti in quanto a sicurezza, costituendo un pericolo per gli stessi ciciloamatori?
E, da ultimo, non sarebbe forse meglio pensare a come potenziare il servizio To-Bike (servizio di bike sharing attivo dal 2011) che ad oggi conta 116 stazioni su tutto il territorio metropolitano con evidenti problemi sia per quanto riguarda i singoli mezzi (cattiva manutenzione e usura) sia nella dislocazione che non permette alla periferia di essere collegata efficientemente al centro città e alle Università?