Appendino presunta innocente ma il suo garantismo è tardivo.
Riceviamo in Redazione, e riportiamo, l’articolo a firma di * Guglielmo Del Pero, pubblicato in data 28 Gennaio 2021 su “www.lineaitaliapiemonte.it“
Restiamo convinti della presunta innocenza fino al terzo grado di giudizio ma il garantismo ostentato dal sindaco Appendino nel richiedere che la legge venga rivista in modo da non far ricadere sui primi cittadini le responsabilità altrui, pare decisamente tardivo. Garantismo che è sempre venuto a mancare nelle occasioni in cui a essere condannati sono stati gli avversari politici prontamente messi alla berlina con tanto di richieste di dimissioni immediate.
Mentre a Roma sta andando in scena un commercio di senatori a suon di poltrone, incarichi, prebende e ogni cosa che possa soddisfare ogni appetito, spettacolo gestito dall’ex maggioranza governativa con il solo scopo di durare e salvare qualche remunerativa poltrona, a Torino, il tribunale ha emesso una sentenza di condanna in primo grado per il Sindaco, ritenendola colpevole (con altri dirigenti pubblici) di quanto accadde il 3 giugno 2017 in Piazza San Carlo. Possiamo adesso affermare che per il M5S è la fine del sogno.
Il ruolo chiave dell’estremo tentativo di autoconservazione lo giocano gli esponenti del M5S, quelli che al grido di “onesta” erano entrati in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno e oggi, pur di mantenere il potere, sono passati in una sola notte dal governo giallo/verde al governo giallo/rosso, capaci di sostenere e approvare tutto e il contrario di tutto nell’arco di qualche settimana. Nel corso degli anni si sono rimangiati la gran parte delle promesse fatte, degli ideali di purezza tanto sbandierati nulla è rimasto arrivando persino a giustificare il passaggio di casacca tra movimenti sotto il nome di “costruttori”. Non occorre un grande sforzo per risalire a qualche tempo fa quando gli stessi sostenevano la necessità del vincolo di mandato in Costituzione per quei parlamentari che decidevano liberamente di aiutare il Paese, certo al tempo la cosa non avvantaggiava i pentastellati e allora occorreva buttarla nella retorica antisistema. E se è pur vero che tutti quelli venuti prima facevano esattamente la stessa cosa, altrettanto vera ed evidente è l’ipocrisia di chi ha vinto le elezioni promettendo di spazzare via tutto e tutti dando vita ad una nuova moralità politica, promessa che a distanza di pochi anni si è rivelata essere un semplice disegno di sostituzione di persone per occupare poltrone.
Intanto nella nostra città, emerge il garantismo decisamente tardivo del Sindaco (ormai alla seconda condanna) nel richiedere che la legge venga rivista in modo da non far ricadere sui primi cittadini le responsabilità altrui, garantismo che è sempre venuto a mancare nelle occasioni in cui a essere condannati sono stati gli avversari politici prontamente messi alla berlina con tanto di richieste di dimissioni immediate.
Senza entrare nel merito della questione, convinti della presunta innocenza fino al terzo grado di giudizio, a nostro avviso, ancora una volta, purtroppo la vicenda dimostra ancora una volta la totale mancanza di organizzazione, l’incapacità gestionale della nuova amministrazione anche nel non saper scegliere le persone giuste da mettere nei posti giusti. Una carenza gestionale che ha portato Torino a essere decisamente peggiore rispetto a quella di cinque anni fa, i problemi strutturali non sono stati risolti e anzi se ne sono creati di nuovi, la città è abbandonata a sé stessa, come anestetizzata, con un’amministrazione immobile che utilizza una strategia comunicativa volta a dipingere una città che non c’è nella speranza di recuperare qualche voto utile. Questa crediamo essere la peggior colpa attribuibile alla maggioranza che ha governato la nostra città.