Appendino, i conti non tornano Warning dei revisori sul bilancio
Favorevole, ma con riserva. Sul bilancio di Chiara Appendino è piombato nel pomeriggio anche il parere, tutt’altro che lusinghiero, dei revisori dei conti del Comune di Torino, i quali individuano una serie di criticità in seno al documento contabile approvato dall’amministrazione pentastellata. Nelle 43 pagine redatte dal presidente del collegio di controllo Herri Fenoglio sono emersi dubbi e perplessità in gran parte già evidenziate dal direttore finanziario Anna Tornoni. Mai, negli ultimi anni, i revisori avevano espresso riserve sull’approvazione del bilancio.
Tra i nervi scoperti, da un punto di vista politico e contabile, rimangono i permessi di costruzione e l’utilizzo dei proventi per il finanziamento della spesa corrente: 42,3 milioni per il 2017 e oltre 26 milioni per i due anni successivi con un’incidenza dell’87 per cento sul totale per l’anno in corso e del 79 per cento per i due successivi. Per questo i revisori ribadiscono che tali importi “risultano essere superiori alla media degli ultimi esercizi” e “consiglia di ridurne il più possibile l’utilizzo”. Un warning viene lanciato anche sul fronte dell’indebitamento, previsto per 37,9 milioni per il 2017 fino a salire a 49,2 nel 2018, attraverso un’operazione che “non pare pienamente in linea con l’invito fatto dalla Corte dei Conti” e cioè di “procedere ad un’effettiva riduzione dell’indebitamento e dei correlati oneri finanziari”.
Dal bilancio di previsione 2017 emergono dei conti in continua sofferenza. Lo dimostrano “i residui attivi in costante crescita che sottolineano le difficoltà dell’Ente nell’incasso dei propri crediti che comporta il continuo ricorso ad anticipazione di Tesoreria che ha raggiunto livelli rilevanti”, nello specifico dai 76,3 milioni del 2014 ai 272 milioni del 2016. E come conseguenza delle difficoltà in termini di cassa, nel 2016 sono aumentati anche i tempi di pagamento dei fornitori, passati da 29 a 42 giorni. Di qui, un lungo elenco composto da 14 raccomandazioni, tra cui “l’osservanza delle scadenze previste dalla norma”, ma soprattutto di evitare l’impegno di risorse che non abbiano corrispondenza con entrate certe. Poiché il rischio, secondo il collegio sindacale (e non solo), è costituito dal finanziamento di spese correnti attraverso l’utilizzo di entrate straordinarie e non ripetibili, che per loro natura non sono certe.
Anche in virtù di questa severa relazione, in Commissione controllo di gestione il notaio Alberto Morano ha chiesto ufficialmente l’audizione dei revisori. Intanto è stato fissato al 19 aprile il termine per la presentazione degli emendamenti con la prospettiva di iniziare il dibattito in Sala Rossa tra il 20 e il 21 aprile, prima del lungo ponte della Liberazione.
E che la situazione sia tutt’altro che sotto controllo lo testimonia anche il crescente nervosismo dell’assessore al Bilancio Sergio Rolando, il quale ha perso le staffe proprio durante la commissione Controllo di gestione. Incalzato dalle richieste di chiarimenti delle opposizioni, il responsabile dei conti del Comune, dopo aver annaspato farfugliando risposte frammentarie è sbottato in modo plateale, lasciando di stucco i consiglieri presenti e i suoi stessi collaboratori.