Ambiente: Il programma di Alberto Cirio
Redazione – Il programma di Alberto Cirio, candidato di centro-destra per le elezioni regionali del Piemonte, parla anche di ambiente. Cogliamo con soddisfazione questa presa di posizione, dove troppo spesso il centro-destra era stato in silenzio nel passato. Secondo fatto incredibile. Le pagine dedicate all’ambiente, nel programma sintetico, sono ben due. E sembra un miracolo. Terzo fatto positivo sono i temi. Li riportiamo, in questo articolo, come strumento di conoscenza. Commenteremo a parte le ragioni della nostra soddisfazione.
Ecco il programma per l’ambiente di Alberto Cirio e del centro-destra per la Regione Piemonte.
Coltivare un “Piemonte Green”
In questi ultimi decenni la sensibilità ambientale è diventata un patrimonio largamente diffuso tra i cittadini piemontesi che hanno la consapevolezza di vivere in un territorio bello e ricco di biodiversità. L’approccio vincolistico e museale, che pure ha avuto una sua logica quando questa sensibilità era fortemente minoritaria, oggi è superato se non addirittura dannoso rispetto allo sforzo che dobbiamo fare per risanare i danni fatti nei decenni del forte sviluppo economico ed industriale e per costruire un equilibrio tra le attività umane, l’utilizzo saggio del patrimonio ambientale e la sua conservazione per le future generazioni. L’obiettivo che ci poniamo è quello di coltivare un “Piemonte Green” che punti sullo sviluppo sostenibile basato su di un approccio ambientale positivo, scientifico e tecnologico superando l’approccio catastrofista e vincolistico fine a se stesso.
L’acqua è il nostro petrolio.
La nostra azione politica dovrà tendere a non sprecarla attraverso a piani per la realizzazione di invasi che consentano la sua regolazione sempre più necessaria, a fronte dei mutamenti climatici in corso, e di contemperare gli usi civili, industriali, energetici, agricoli e naturali. Sarà necessario trovare gli strumenti per migliorare la rete degli acquedotti, potenziare il sistema della depurazione, garantire ai piemontesi la tutela delle falde acquifere da dove attingono i pozzi.
Aria: basta palliativi, serve un piano di interventi strutturali
Ognuno di noi respira ogni giorno 11.000 litri di aria. È sufficiente questo dato per comprendere come sia indispensabile per la nostra salute respirare aria pulita. Viviamo in una porzione della Pianura Padana che, grazie all’estesa presenza di boschi e di valli alpine, potrebbe avere una ottima qualità dell’aria. Così non è perché le nostre esigenze di mobilità e di riscaldamento, combinate alle condizioni climatiche e all’arco alpino che costituisce un effetto “catino”, saturano l’aria che respiriamo di inquinanti chimici come, tra gli altri, gli ossidi di azoto e le micropolveri. I fermi auto in caso di sforamenti di soglie limite, le domeniche ecologiche e altre iniziative di questo tipo sono dei palliativi che non risolvono in modo strutturale un problema che ha grosse ripercussioni sulla salute dei piemontesi e genera costi indotti alla collettività. É necessario un piano pluriennale di interventi strutturali per ridurre le emissioni che abbia come obiettivo un forte ammodernamento del parco auto, furgoni e camion circolante, dei sistemi di riscaldamento, delle flotte della mobilità urbana e di quelle dei servizi di igiene pubblica. Attuarlo con un approccio realista e non ideologico sarà la nostra mission. Pensiamo anche a deroghe al blocco delle auto e misure specifiche per coloro con reddito Isee basso che hanno difficoltà ad acquistare una nuova auto.
I consumi energetici per il trasporto delle merci
Occorre, come succede in Svizzera ed in Austria, ridurre l’inquinamento causato dal traffico merci su gomma che transita sulla rete viaria della nostra regione creando le condizioni per il suo spostamento su ferrovia attraverso il potenziamento delle infrastrutture per la logistica, creando condizioni vantaggiose all’utilizzo del trasporto su ferrovia e garantendo il completamento della linea ferroviaria Torino-Lione che, attraverso la realizzazione a quota pianura dei tunnel, consente di ridurre i tempi ed i consumi energetici per il trasporto merci.
Rifiuti: tariffa puntuale, differenziata ed economia circolare
Quello dei rifiuti è un altro esempio della lentezza con cui la Regione ha gestito in questi anni molte delle priorità del nostro territorio. Oggi, infatti, il Piemonte produce due milioni di rifiuti all’anno ed è solo al 50% di raccolta differenziata rispetto all’obiettivo del 65% nazionale ed europeo. Significa che dobbiamo accelerare. Vogliamo una regione che aumenti i suoi livelli di differenziata. La gestione rifiuti deve essere completamente e rapidamente impostata in una logica di economia circolare coinvolgendo tutti gli anelli della catena economica, dalla produzione al consumo ed al post consumo. Punteremo sull’applicazione su tutto il territorio regionale del sistema di tariffa puntuale, sia perché è giusto che ogni cittadino paghi solo rifiuti che realmente produce, sia con l’obiettivo di ottimizzare la logistica, riducendo inquinamento da emissioni e costi. Il territorio dovrà essere dotato degli impianti di riciclo e di smaltimento dei rifiuti necessari ad una loro corretta gestione.
No al Consorzio unico
Il centrosinistra ha approvato la legge regionale 1/2018 “Norme in materia di gestione dei rifiuti” che prevede per ogni provincia la creazione di un singolo Consorzio unico. Questa scelta nelle province di Alessandria, Novara, Cuneo e Torino porterà alla nascita di macro soggetti meno efficienti, più costosi e in cui l’eventuale cattiva gestione di un consorzio sarà “scaricata” sui cittadini. Sarà necessario modificare con urgenza questo provvedimento normativo.
Zero amianto
Dovrà essere messa in campo un’azione radicale per l’eliminazione dell’amianto, così come si dovrà dare impulso alla realizzazione delle numerose bonifiche di siti inquinati regionali e nazionali.
Riduzione dell’uso di prodotti chimici in agricoltura
Dovremo trovare un punto di equilibrio con il mondo agricolo per ottenere un ragionevole contenimento dell’uso della chimica finalizzato a limitare le ricadute negative sui terreni, nelle falde acquifere e, per dilavamento, nelle acque superficiali.
Proteggere i nostri boschi
La gestione del patrimonio boschivo di colline e montagne dovrà trovare una propria efficienza per ridurre i dissesti idrogeologici e il rischio di incendi, garantendo al contempo occupazione, materie prime e risorse energetiche.