Italia sanza nocchiere in gran tempesta
Redazione – Così scrisse Dante Alighieri tanti secoli fa. Così ripetiamo noi.
Che monotoni, direte. Nessuna fantasia. Ma – replichiamo – a quali guide ci affidiamo noi?
Dopo il periodo di confinamento, tra una polemica e l’altra, nessuno ha sentito una parola o visto un reale gesto per spronare e confortare, questo Paese così bello, ma così abbandonato a sé stesso. Mentre alcuni ci stanno leggendo, accompagnati dal rumore delle onde o dal cinguettio degli uccellini in montagna, altri se ne stanno chiusi in casa. Chiusi nel loro buio. Nel loro silenzio. Nell’assenza di segnali, che dicano che la loro dignità conta qualcosa.
Lavoratori, imprenditori, singoli e famiglie. Nessuno vuole trarre un bilancio del fallimento dei politici, che hanno smesso di avere visioni. Questo vale per l’Italia e per Torino.
Per la nostra città, si leva il grido nel deserto di Mino Giachino, nella sua lettera a “Lo Spiffero” di qualche giorno fa.
Per il nostro Paese e l’Europa, è arrivata la cosiddetta seconda ondata, anche se vorremmo allontanare il pensiero. Cosa si sta facendo per limitare i danni? Si aprono le discoteche. In compenso, non si danno regole o modi per cui, ad esempio, artisti si possano esibire. Così molti lavoratori dello spettacolo se ne stanno a casa.
Si sono pensate delle soluzioni? E, per quanto riguarda scuola e università? Al di là delle idee geniali sui banchi, cosa è stato fatto? Si è pensato a come garantire, in caso di necessità, l’accesso agli strumenti per la didattica a distanza per chi non possa permetterseli? E gli insegnanti? Come permettere agli insegnanti di svolgere i loro compiti dignitosamente e con minori difficoltà?
Come garantire la formazione per chi segua corsi professionali con laboratori? E per tutti quelli che, per ricerca o formazione, abbiano bisogno di utilizzare laboratori, come si potrà garantire, in qualsiasi caso, la possibilità di lavorare e utilizzare le infrastrutture necessarie?
Cosa fare per chi può svolgere il proprio lavoro da casa? E, per quanto riguarda fabbriche e agricoltura e zootecnia e silvicultura, come fare a garantire il lavoro? Non tutti lavorano nel settore servizi.
Cosa si è pensato per il commercio? Per la cultura? Per i professionisti? Per l’accesso a tutti quei servizi della Pubblica Amministrazione, necessari a tutti noi?
Niente! Viene solo detto che bisogna avere pazienza. Bene. Con che piano? Nessuno. Così sembra. Del resto, non si può pretendere una risposta da chi confonda il Libano con la Libia. Però qualcuno ha votato quei partiti. Qualcuno ha scelto quelle persone. Ovviamente, nessuna ripercussione per le scelte sbagliate. Nemmeno una scusa. Nemmeno un “mi ritiro”, atto di dignità. Non necessariamente un bravo professore sarà un bravo leader.
Infine, nel chiedere chiarezza sui piani per il nostro futuro – non si parla di un ente astratto, ma di noi – destano sospetti le vicende sul Comitato Tecnico Scientifico (CTS). Potrete rileggere le vicende sul sito della Fondazione Einaudi. Il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR) ha chiesto di avere i documenti del CTS. Segnale bruttissimo. Risposta peggiore. Magicamente, i documenti tanto negati vengono desecretati poche ore dopo.
Come possiamo fidarci? Eppure questi signori continuano a rappresentarci. Incitiamo alla riflessione personale. Invitiamo alla riflessione personale, per questi signori, che hanno deciso di prendersi una responsabilità così grande. Ne siete in grado o siete accecati dall’orgoglio e dalla sete di potere, magari senza accorgervene? Siete presi anche voi dalla paura per un domani incerto? Siate umani. Parlate al vostro cuore. Ritrovate il vostro cuore.
Abbiamo bisogno di persone autorevoli. Speriamo che ve ne rendiate conto. Comprendiamo le preoccupazioni del Ministro dell’Interno, riguardo la possibilità di disordini. Lo capiamo dai numeri, dietro cui stanno tante persone disorientate. Lo capiamo dalle manifestazioni di disagio, dai dati sulla salute mentale, dalle serrande abbassate. Anche voi lo capite. Dateci un segno di vita, responsabilità e trasparenza!