1° maggio, basta con il solito corteo M5s: “Vietare la piazza ai sindacati”

Riportiamo l’articolo pubblicato su “Lo Spiffero” il 1 maggio 2017
Il Primo maggio, a Torino, fa notizia solo “per il rituale, necessario, scontro, più o meno veloce, tra centri sociali e forze dell’ordine in un copione stancante”. Lo sostiene in una nota, Claudio Chiarle, segretario generale della Fim-Cisl Torino e Canavese, secondo cui è necessario “cambiare formula perché ormai facciamo un corteo – sostiene – che serve solo ai centri sociali per avere qualche fotogramma sui telegiornali”. Parole che trovano indirettamente una risposta su facebook da Daniela Albano, consigliera comunale del Movimento 5 stelle, che in un commento scrive senza mezzi termini: “Non dobbiamo più concedere la piazza ai sindacati”.
Il sindacalista ha qualche idea. «Penso a una piazza San Carlo con un palco per dare spazio alla musica dei giovani, a un palco per raccontare le esperienze di lavoro e di non lavoro dei giovani; a un palco per il teatro che racconti il lavoro; insomma un palco “vivo”. Penso a una Piazza San Carlo piena di stand di associazioni, sindacati (tutti), movimenti, partiti che con i loro gazebo si raccontano e si propongono ai giovani, agli anziani, alle famiglie. Penso a una giornata di festa in cui guardarsi intorno, apprezzare Torino e pensare che Cgil-Cisl-Uil di Torino hanno organizzato un bel Primo Maggio a dimensione dei lavoratori, delle loro famiglie stando insieme godendo di un giorno sereno e andando a “cercarsi” il sindacato, il partito, il movimento (mettano anche i centri sociali il loro gazebo!….nessun altoparlante però), l’associazione che preferiscono. Essere “scelti” – conclude Chiarle – rafforza ogni democrazia partecipata perché vuol dire che siamo convincenti”.
I ntanto, i tafferugli provocati dalle frange antagoniste infiammano la polemica politica. In particolare, le dichiarazioni di alcuni esponenti del Movimento 5 stelle, che imputano alle forze dell’ordine la responsabilità degli scontri, vengono severamente censurate da Pd e dai rappresentanti della polizia. “Chiudere la piazza e non consentire a qualcuno di poter manifestare il dissenso, crea tensioni inutili che minano il processo democratico”, afferma in una nota il capogruppo grillini in Sala Rossa, Alberto Unia. “La situazione era tranquilla e lasciar manifestare sarebbe stata la soluzione migliore, per questo stavo cercando di mediare tra polizia e manifestanti durante il corteo, ma non sono stata ascoltata ed è partita la carica e sono stata anche io colpita dalla polizia”, aggiunge la consigliera comunale pentastellata, Maura Paoli, vicina al centro sociale Gabrio. Nei prossimi giorni il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, conclude la nota, chiederà spiegazioni per individuare le responsabilità dell’accaduto. Punta il dito sulla gestione dell’ordine pubblico anche la consigliera regionale M5s, Francesca Frediani: “Il corteo, assolutamente pacifico, ha percorso senza problemi il tratto da piazza Vittorio a piazza Castello, ma all’imbocco di via Roma la polizia ha deciso di bloccare il passaggio dello spezzone finale – ricostruisce la Frediani, tralasciando di aggiungere le intenzioni non propriamente pacifiche del gruppo -. Una decisione incomprensibile che ha contribuito a innalzare la tensione, sfociata in numerose cariche contro i manifestanti. Con l’aiuto dei consiglieri comunali di Torino, abbiamo cercato di mediare e interporci tra gli agenti in antisommossa e i manifestanti, ma ciò non ha comunque consentito a questi ultimi di raggiungere la piazza prima della fine dei comizi sul palco. Una brutta pagina per la democrazia. Auspichiamo che i responsabili delle decisioni assunte oggi in piazza – conclude – facciano presto chiarezza sulle modalità adottate e sulle motivazioni”.
Solidarizzare con chi porta alla manifestazione bastoni, pietre, biglie e uova, dichiarando esplicitamente l’intenzione di dare l’assalto alla “passerella istituzionale in un Primo Maggio che stava passando alle cronache per la pioggia e la stitichezza di presenza delle forze politiche e sindacali”, come scrivono gli stessi antagonisti su infoaut.org, è un fatto grave. Il senatore Pd Stefano Esposito, vicepresidente della Commissione Trasporti, suggerisce al M5s “di stare dalla parte della legalità e non della illegalità conclamata rappresentata da Askatasuna”. Di preoccupante “connivenza” tra grillini e antagonismo parla il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Lo Russo, che chiama in causa direttamente la sindaca Chiara Appendino, presente in testa al corte con il governatore Sergio Chiamparino. “Gli episodi che stanno caratterizzando la vita della città per intensità e sempre maggiore frequenza cominciano ad essere inquietanti” attacca l’ex assessore per il quale “il silenzio assordante da parte della sindaca Appendino costruiscono un clima non sereno e certamente preoccupante”.
Sollecita una presa di posizione della prima cittadina anche il sindacato di polizia che nell’esprimere “plauso e solidarietà” ai vertici delle Questura di Torino, chiedono “che la sindaca di Torino si esprima e dica a chiare lettere cosa pensa e da che parte sta”. Un j’accuse netto. “Il suo assordante silenzio su molte ultime vicende che riguardano il rispetto della legalità e della sicurezza urbana – si legge in una nota congiunta di Siulp, Sap e Siap – è diventato insopportabile e foriero di legittimi dubbi circa la consapevolezza del ruolo rivestito”. “Quali rappresentanti della stragrande maggioranza dei poliziotti torinesi, che pagano le esose imposte comunali, vogliamo sapere, senza se e senza ma, se la sindaca di Torino è dalla parte dei lavoratori in divisa – proseguono i sindacati – o dalla parte dei suoi consiglieri comunali, come la sempre più tristemente nota Maura Poli, che fanno continuamente sfoggio del loro spregio verso le istituzioni passando dal piantare marijuana nei parchi pubblici al giustificare, ridendone, la vomitevole pantomina di sabato scorso che ha visto le sagome di due poliziotti investiti dal furgone del centro sociale a lei molto caro arrivando, come oggi, a porsi alla testa degli assalitori ai contingenti di polizia per poi fingersi vittima e richiedere, con incredibile faccia tosta, lo stato d’accusa di chi ha organizzato e diretto i servizi di ordine pubblici odierni”.